Bloccati i piani per regolamentare le emissioni di CO2 elle centrali elettriche Usa
Stop della Corte suprema Usa al Clean Power Plan di Obama (VIDEO)
Ma Obama mette nel Bilancio federale la tassa di 10 dollari sul barile di petrolio
[10 Febbraio 2016]
I cinque membri repubblicani della Corte Suprema hanno emesso una serie di ordinanze che di fatto bloccano il Clean Power Plan fortemente voluto dal presidente Usa Barack Obama per «Evitare migliaia di morti premature e che significa un minor numero di attacchi di asma e ricoveri nel 2030 e oltre», come dice l’Environmental Protection Agency (Epa). Il Clean Power Plan di Obama era stato presentato alla COP21 Unfccc di Parigi come la cosa più significativa fatta dagli Usa per combattere il cambiamento climatico e prevede la riduzione del 32% delle emissioni entro il 2030.
Che il voto sia frutto di una decisione puramente politica è chiarissimo: tutti e 4 i democratici della Corte Suprema hanno votato a favore dell’entrata in vigore delle nuove norme, ma i 5 repubblicani hanno sospeso le decisioni dell’Epa sulle centrali elettriche in attesa che siano esaminate le petizioni dei ricorrenti per una revisione del Clean Power Plan depositate alla Corte d’Appello degli Stati Uniti. Quindi non si tratta di una bocciatura, ma di una sospensione che comunque rappresenta una vittoria della potentissima lobby delle energie fossili.
ThinkProgress fa notare che «Data la complessità del caso e il calendario della Corte Suprema, l’ordinanza di Martedì sera potrebbe facilmente ritardare le regolamentazioni fino a dopo che il presidente Obama avrà lasciato il suo incarico» e un presidente repubblicano butterebbe tutto nel cestino, come promesso a Big Oil e King Coal. Invece i repubblicani potrebbero non riuscire a stoppare le norme sulle missioni dei veicoli a motore, uno di loro, Anthony Kennedy, si sarebbe schierato con i democratici in favore del Clean Air Act.
Joanne Spalding, responsabile clima di Sierra Club, la più grande e diffusa associazione ambientalista americana, ha detto. «Siamo delusi per la decisione della Corte Suprema di ritardare il lavoro realizzato, il Clean Power Plan salva-vita. Tuttavia, la decisione della Corte non rovesciare questa politica storico o decide nel merito giuridico. Si tratta di una pausa, e siamo fiduciosi che, in ultima analisi, il Clean Power Plan e tutti i suoi benefici saranno attuati in tutta la nazione. Infatti, il Clean Power Plan segue trends che sono già in corso nell’industria e elettrica e stiamo già riducendo drasticamente l’inquinamento da carbonio per auna transizione verso l’energia pulita e rinnovabile. Una netta maggioranza di americani sostengono questi sforzi e il Clean Power Plan. La Corte Suprema ha già confermato l’autorità del Epa per limitare l’inquinamento di carbonio dalle centrali elettriche all’interno del Clean Air Act e crediamo che il Clean Power Plan sia una valida attuazione di tale autorità. Ci aspettiamo che alla fine il Clean Power Plan a prevalga nei tribunali».
Presentato nell’agosto 2015 da Obama, il Clean Power Plan prevede obiettivi di riduzione delle emissioni per ogni singolo Stato Usa e che siano gli stessi Stati ad elaborare proposte per soddisfare gli obiettivi, ma 27 Stati a giuda repubblicana, utilities e compagnie carbonifere hanno cercato di bloccare il Piano di Obama nei tribunali, affermando che violerebbe le prerogative degli Stati. Pretese che erano state respinte a gennaio da una corte d’appello di Washington. Ma i repubblicani della Corte Suprema non hanno rinunciato a mettere i bastoni fra le ruote a Obama. .
Il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, ha detto: «Non siamo d’accordo con la decisione della Corte Suprema di bloccare il Clean Power Plan, mentre procede contenzioso. Il Clean Power Plan si basa su una solida base giuridica e tecnica, dà agli stati il tempo e la flessibilità di cui hanno bisogno per sviluppare la misura, con piani efficaci per ridurre le emissioni, e fornirà una migliore qualità dell’aria, il miglioramento della salute pubblica, investimenti nell’energia pulita e posti di lavoro in tutto il paese e importanti progressi nei nostri sforzi per affrontare i rischi posti dai cambiamenti climatici. Rimaniamo fiduciosi che prevarremo nel merito».
Esultano i repubblicani il procuratore generale della West Virginia, Patrick Morrisey, ha definito una «Grande vittoria» la decisione della Corte suprema. «Siamo entusiasti – ha detto Morrisey – che la Corte Suprema abbia compreso l’impatto immediato del regolamento e abbia congelato la sua attuazione, la nostra lotta per la tutela dei lavoratori e salvare moltissimi dollari e per la legalità continua».
Ma anche David Doniger, del Natural Resources Defense Council, è convinto che si tratti solo di una battuta di arresto momentanea: «L’industria elettrica ha intrapreso un cambiamento inarrestabile per passar dal suo alto inquinamento, da un passato sporco, ad un futuro più sicuro, alimentato in modo più pulito, e questo stop non può invertire questa tendenza. Né può smorzare lo schiacciante sostegno dell’opinione pubblica pubblico all’azione sul cambiamento climatico e per l’energia pulita».
Obama, deve soprattutto preoccuparsi per la frattura ideologica che i repubblicani hanno imposto nella Corte Suprema, con giudici conservatori che hanno sostenuto lo stop e il liberals che si sono opposti. Se queste divisioni restano, il Clean Power Plan potrebbe subire ulteriori battute d’arresto e alla fine la Corte suprema potrebbe rendero inutile, dando un colpo mortale alla possibilità che gli Usa mantengano gli impegni presi con la firma dell’Accordo di Parigi sul clima.
Anche per questo probabilmente Obama ha messo nel Bilancio federale la tassa di 10 dollari per barile di petrolio e ha rivendicato il fatto che «I più grandi investimenti nell’energia pulita nella nostra storia e l’aver trasformato la riforma sanitaria in realtà» hanno reso più forte e sostenibile l’economia. Facendo andare nuovamente su tutte le furie la lobby dei combustibili fossili e i repubblicani.
La nuova tassa pagata dalle compagnie petrolifere dovrebbe andare a finanziare il 21st Century Clean Transportation System, un nuovo piano per la costruzione di un sistema di trasporti puliti del XXI secolo che dovrebbe aumentare di circa il 50% gli investimenti Usa nelle infrastrutture del trasporto pubblico, «Mentre prosegue la riforma degli investimenti che già facciamo per contribuire a ridurre l’inquinamento da carbonio, ridurre il consumo di petrolio, e creare nuovi posti di lavoro», ha detto Obama.
Il bilancio prevede anche il finanziamento di Mission Innovation, un progetto approvato a Parigi da Obama ed altri leader mondiali «per accelerare drasticamente l’innovazione energetica pulita globale, pubblica e privata». 20 Paesi si sono impegnati a raddoppiare in 5 anni gli investimenti pubblici nella ricerca e sviluppo e Obama ha annunciato la proposta di raddoppiare l’investimento federale per la ricerca nell’energia pulita dai 6,4 miliardi di dollari del bilancio 2016 ai 12.8 miliardi di dollari nel bilancio 2021.
Presentando il bilancio federale, Obama ha lanciato quello che sembra anche un avvertimento ai repubblicani: «Negli ultimi sette anni, ho visto la forza, la resistenza e l’impegno del popolo americano. So che quando siamo uniti di fronte alle sfide, la nostra nazione emerge più forte e migliore di prima … Il bilancio è una roadmap per un futuro che incarni i valori e le aspirazioni americane: un futuro di opportunità e sicurezza per tutte le nostre famiglie; un crescita tenore di vita; un pianeta pacifico e sostenibile per i nostri bambini. Questo futuro è alla nostra portata».