Sudan, emergenza climatica: nelle nuove alluvioni più di 80 morti e quasi 44.000 case distrutte
Save the Children: riconoscere la gravità della situazione. 12 milioni di persone con un'estrema carenza di cibo
[26 Agosto 2022]
Secondo Save the Children, «L’aggravarsi della crisi in Sudan, colpito da inondazioni che dopo mesi di piogge hanno provocato almeno 83 morti e coinvolto più di 146.000 persone, richiede un immediato stanziamento di nuovi fondi per rispondere all’emergenza». L’ONG internazionale, che sta fornendo aiuto urgente per l’alloggio, l’igiene e la salute alle famiglie che vivono negli Stati federali di Gezira e del Nilo, ritiene che «Sia necessario molto di più per far fronte ai crescenti bisogni. Con il perdurare degli acquazzoni nei prossimi giorni e settimane potrebbero verificarsi altre perdite di vite umane e di abitazioni. Secondo le previsioni, infatti, le piogge dureranno fino a settembre».
Save the Children ricorda che «Il Sudan sta vivendo il suo quarto anno consecutivo di alluvioni anormalmente estese con precipitazioni superiori alla media che hanno causato più di 80 morti e distrutto parzialmente o completamente quasi 44.000 case in tutto il Paese. Interi villaggi sono stati sommersi e molte famiglie hanno perso tutti i loro beni».
Il governo militare golpista ha dichiarato lo stato di emergenza in 6 dei 18 Stati federali del Sudan e tra le aree più colpite ci sono il Darfur centrale e meridionale, il Nilo e il Darfur occidentale e diverse aree nello Stato di Gezira.
Save the Children esorta i donatori a «Riconoscere la gravità della crisi delle inondazioni in Sudan e a stanziare nuovi fondi per rispondere ai bisogni immediati dei bambini e delle loro famiglie. Il piano di risposta umanitaria per il Sudan è attualmente finanziato per meno di un terzo, lasciando un grave vuoto nei settori della salute, degli alloggi e della protezione dei bambini».
L’Organizzazione internazionale evidenzia che «Il territorio del Sudan è particolarmente vulnerabile agli impatti dell’emergenza climatica. Gli eventi meteorologici estremi che si sono verificati nel corso di diversi decenni hanno eroso la resilienza della nazione di fronte a fenomeni come inondazioni e siccità. Negli ultimi anni le regioni settentrionali del Sudan hanno assistito all’avanzamento del deserto del Sahara verso sud di quasi un miglio ogni anno e a una diminuzione delle precipitazioni annuali medie del 15-30 per cento. Il Sudan è inoltre uno dei 20 Paesi più vulnerabili a livello globale ai danni derivanti dall’aumento della frequenza di grandi eventi alluvionali».
Arshad Malik, direttore di Save the Children in Sudan, che attualmente sta monitorando le comunità colpite dalle inondazioni nello Stato di Gezira, è molto preoccupato: «Quelle di questi giorni sono alcune delle peggiori alluvioni che abbiamo visto in Sudan, un Paese che non è certo nuovo alle alluvioni. Stiamo assistendo a intere comunità spazzate via dall’innalzamento delle acque, con famiglie che fuggono con i soli vestiti che hanno addosso. Non abbiamo ancora visto la fine di questo disastro: le piogge continuano a cadere e si prevede che continueranno fino a settembre. Il personale di Save the Children è sul campo nelle aree più colpite, per portare aiuti a chi ne ha più bisogno. Sono incredibilmente orgoglioso di questi uomini e donne che si stanno mettendo in gioco per aiutare i bambini e le famiglie a mettersi in salvo e ad andare avanti in mezzo a tutta questa distruzione. Una cosa è avere inondazioni così devastanti ogni 100 anni, in Sudan invece stiamo assistendo a inondazioni ben più regolari e più feroci. Non possiamo aspettarci che le famiglie siano in grado di riprendersi anno dopo anno, alluvione dopo alluvione. Il Sudan, come le aree circostanti, sta subendo i peggiori impatti della crisi climatica pur avendo contribuito meno di tutti alle sue cause. Chiediamo ai leader dei Paesi più inquinanti del mondo – compresi i politici, le aziende e le élite ricche – di affrontare le cause profonde della crisi climatica per il bene delle generazioni attuali e future di bambini».
Infatti, come se non bastasse, in Sudan la peggiore crisi alimentare degli ultimi decenni sta mettendo a rischio la vita di milioni di bambini: «L’impatto combinato del conflitto, del cambiamento climatico, del Covid e dell’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, ha lasciato quasi 12 milioni di persone – ovvero un quarto della popolazione – alle prese con un’estrema carenza di cibo», concludono a Save the Children.