Un negazionista a capo della Cop28: «Nessuna scienza» dietro le richieste di eliminazione graduale dei combustibili fossili
Sultan Al Jaber alla Robinson: l’eliminazione graduale dei combustibili fossili riporterebbe il mondo all’era delle caverne
[4 Dicembre 2023]
Sultan Al Jaber, il contestato presidente della 28esima conferenza delle parti dell’United Nations Framework Convention on Climate Change (COP28 Unfccc) aveva appena finito di smentire le rivelazioni di BBC e Center for Climate Reporting (CCR) sui di meeting preparati alla segreteria della COP28 con diversi governi e nei quali il principale elemento di discussione sarebbe stato l’esportazione di gas e petrolio degli Emirati Arabi Uniti, che il CCR – stavolta con The Guardian – lo ha nuovamente preso con le mani – o meglio con la lingua – nel sacco.
Al Jaber, che è anche l’amministratore delegato della compagnia petrolifera statale degli Emirati Arabi Uniti, Adnoc, ha affermato che non esiste «Nessuna scienza» che indichi che è necessaria l’eliminazione graduale dei combustibili fossili per limitare il riscaldamento globale a 1,5° . E ha anche affermato che l’eliminazione graduale dei combustibili fossili non consentirebbe lo sviluppo sostenibile «A meno che non si voglia riportare il mondo nelle caverne».
Insomma, se non siamo al negazionismo climatico siamo a un pelo del negazionismo climatico e comunque da tutt’altra parte rispetto a quel che dicono l’Unfccc ed il segretario generale dell’Onu António Guterres.
CCR e The Guardian scrivono che, il 21 novembre, durante l’evento on-line “She Changes Climate”. «Al Jaber ha espresso questo commento rispondendo in modo irascibile alle domande di Mary Robinson, presidente del gruppo Elders ed ex inviata speciale delle Nazioni Unite per il cambiamento climatico».
La Robinson all’evento aveva detto: «Siamo in una crisi assoluta che sta danneggiando donne e bambini più di chiunque altro… ed è perché non ci siamo ancora impegnati ad eliminare gradualmente i combustibili fossili. Questa è l’unica decisione che Cop28 può prendere e in molti modi, poiché lei è a capo di Adnoc, potrebbe effettivamente prenderla con maggiore credibilità».
c ha risposto piccato: «Ho accettato di venire a questo meeting per avere una conversazione sobria e matura. Non mi iscrivo in alcun modo ad alcuna discussione che sia allarmistica. Non esiste alcuna scienza, né alcuno scenario, che affermi che l’eliminazione graduale dei combustibili fossili sia ciò che permetterà di raggiungere l’1,5° C».
Ma la Robinson ha ribattuto: «Ho letto che la vostra compagnia sta investendo molto di più nei combustibili fossili in futuro». Al Jaber ha risposto anche ora più stizzito:: «Lei sta leggendo i suoi stessi media, che sono parziali e sbagliati. Le sto dicendo che sono l’uomo al comando. Per favore mi aiuti, mi mostri la roadmap per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili che consentirà uno sviluppo socioeconomico sostenibile, a meno che lei non voglia riportare il mondo all’epoca delle caverne. Non penso che lei sarà in grado di contribuire a risolvere il problema climatico puntando il dito o contribuendo alla polarizzazione e al divario che sta già accadendo nel mondo. Mi mostri le soluzioni. La smetta di puntare il dito. La faccia finita!».
Una reazione sopra le righe, dovuta forse anche al fatto che Al Jaber non è evidentemente biy tuato a interloquire e confrontarsi alla pari con donne indipendenti e con maggiore esperienza della sua.
e il petroliere-sultano-presidente è stato subito smentito da Guterres che, aprendo la COP28 ha detto ai delegati: «La scienza è chiara: il limite di 1,5° C è possibile solo se alla fine smetteremo di bruciare tutti i combustibili fossili. Non ridurli non abbatterli. Un’eliminazione graduale, con un calendario chiaro».
Secondo il CEO di Climate Analytics Bill Hare, quello tra la Robinson e Al Jaber «E’ uno scambio straordinario, rivelatore, preoccupante e bellicoso. “Rimandarci nelle caverne” è il più antico dei luoghi comuni dell’industria dei combustibili fossili: rasenta il negazionismo climatico. Al Jaber chiede una roadmap 1,5° C: chiunque sia interessato può scoprirla nell’ultimo scenario di emissioni net zero dell’International energy agency, secondo il quale non può esserci alcun nuovo sviluppo di combustibili fossili. La scienza è assolutamente chiara e questo significa assolutamente un’eliminazione graduale entro la metà del secolo, che migliorerà la vita di tutta l’umanità».
Sir David King, presidente del Climate Crisis Advisory Group ed ex capo consigliere scientifico del Regno Unito, ha detto a The Guardian e CCR. «E’ incredibilmente preoccupante e sorprendente sentire il presidente della Cop28 difendere l’uso dei combustibili fossili. E’ innegabile che per limitare il riscaldamento globale a 1,5° C dobbiamo tutti ridurre rapidamente le emissioni di carbonio ed eliminare gradualmente l’uso di combustibili fossili al più tardi entro il 2035. L’alternativa è un futuro ingestibile per l’umanità».
Friederike Otto, dell’Imperial College di Londra, ha ricordato che «La scienza del cambiamento climatico è chiara da decenni: dobbiamo smettere di bruciare combustibili fossili. La mancata eliminazione graduale dei combustibili fossili alla Cop28 metterà diversi milioni di persone più vulnerabili sulla linea di fuoco del cambiamento climatico. Questa sarebbe un’eredità terribile per la Cop28». La Otto ha anche smentito chi afferma che i combustibili fossili sono necessari per lo sviluppo nei Paesi più poveri: «L’ultimo rapporto del Intergovernmental Panel on Climate Change dimostra che gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite non sono realizzabili continuando le attuali economie ad alte emissioni guidate dai fossili. Ci sono enormi benefici collaterali che derivano dal passaggio a un mondo senza fossili».
Le dichiarazioni dell’arrabbiatissimo sultano sono state così imbarazzanti che un portavoce della Cop28 ha cercato di ridimensionale dandone una versione soft: «Gli scenari 1.5° C dell’Iea e dell’Ipcc affermano chiaramente che i combustibili fossili dovranno svolgere un ruolo nel futuro sistema energetico, anche se più piccolo. Il presidente della COP ha citato la scienza e i principali esperti climatici. Ha affermato chiaramente che l’industria del petrolio e del gas deve affrontare le emissioni di ambito 1 e 2 [derivanti dalle proprie attività], deve investire in energia pulita e tecnologie pulite per affrontare le emissioni di ambito 3 [derivanti dalla combustione di combustibili], e che tutta l’industria deve allinearsi mantenendo la stella polare di 1,5° C a portata di mano. Ancora una volta, questo è chiaramente parte di uno sforzo continuo per minare i risultati tangibili della presidenza della COP e di una falsa rappresentazione della nostra posizione e dei nostri successi fino ad oggi. La presidenza ha reso operativo il fondo per perdite e danni con oltre 700 milioni di dollari, ha lanciato un veicolo climatico per il mercato privato da 30 miliardi di dollari, ha portato 51 compagnie petrolifere a concordare obiettivi di decarbonizzazione e 119 Paesi a firmare un impegno a triplicare l’energia rinnovabile. Questo è solo l’inizio».
Alla fine è dovuto re-intervenire sui social network lo stesso Al Jaber che ha fatto una clamorosa marcia indietro, assicurando che «Abbiamo seguito la scienza in ogni fase del percorso», aggiungendo in conferenza stampa che « Sono sempre stato molto chiaro sul fatto che tutto ciò che facciamo è incentrato sulla scienza. L’IPCC è stato molto determinante nell’aiutare la presidenza a realizzare un’agenda resiliente e basata sulla scienza. Ricordiamo perché siamo tutti qui. Siamo tutti qui perché abbiamo lanciato un chiaro invito all’azione. Gli Emirati Arabi Uniti assumono questo compito con umiltà e responsabilità e comprendono appieno l’urgenza alla base di questa questione. Siamo qui perché crediamo e rispettiamo pienamente la scienza».
Al Jaber è anche a capo di Masdar, la compagnia di energia rinnovabile degli Emirati Arabi Uniti e. secondo un’analisi indipendente, Adnoc ha anche i più grandi piani di espansione a zero emissioni per petrolio e gas.
La Otto vfa notare che la questione dell’eliminazione o dell’eliminazione graduale è complicata dal fatto che i termini non hanno definizioni concordate e dal ruolo molto incerto delle tecnologie per “abbattere” le emissioni, come la cattura e lo stoccaggio del carbonio: «Mantenere in vita gli obiettivi dell’Accordo di Parigi richiederà una completa eliminazione graduale dei combustibili fossili, non una vaga riduzione graduale basata su tecnologie non provate».
Più di 100 Paesi africani, europei, del Pacifico e dei Caraibi sostengono l’eliminazione graduale dei combustibili fossili. Anche gli Usa, il più grande produttore mondiale di petrolio e gas, sono a favore di una graduale eliminazione. Altri, come Russia, Arabia Saudita e Cina, no. Entrambe le opzioni sono sul tavolo della Cop28, così come la proposta di menzionare solo il carbone o di non dire nulla sui combustibili fossili.
Nella sua discussione con la Robinson, Al Jaber ha anche ammesso che «A mio avviso, la riduzione e l’eliminazione graduale dei combustibili fossili è inevitabile. Questo è essenziale. Ma dobbiamo essere davvero seri e pragmatici al riguardo. Aspettate. Lasciatemi solo spiegare. Il mondo continuerà ad avere bisogno di fonti energetiche. Noi [gli Emirati Arabi Uniti] siamo gli unici al mondo oggi ad aver decarbonizzato le risorse di petrolio e gas. Abbiamo la più bassa intensità di carbonio».
Ma la Otto fa notare che «Questo si riferisce alle emissioni derivanti dall’energia utilizzata per estrarre i combustibili fossili, non alle emissioni molto più grandi derivanti dalla combustione dei combustibili. Non esistono petrolio e gas “low carbon” o “lower carbon”».
Le rivelazioni negative o imbarazzanti su Al Jaber e sull’Adnoc fanno aumentare la pressione sl presidente della COP28 perchè concluda un forte accordo a Dubai, soprattutto dopo che altre recenti inchieste hganno rivelato che i giacimenti di petrolio e gas dell’Adnoc utilizzano quasi quotidianamente l’inquinantissima tecnica del flaring, nonostante la compagnia emiratina si sia impegnata 20 anni fa ad attuare una politica di zero flaring di routine.
Harjeet Singh, di Climate Action Network, ha concluso: «La Cop28 deve adottare una decisione sull’eliminazione graduale dei combustibili fossili in modo giusto ed equo, senza scappatoie o vie di fuga affinché l’industria possa continuare ad espandersi e ad esacerbare la crisi climatica».