Un’ampia maggioranza della popolazione mondiale (e italiana) sostiene l’azione climatica. Ma la politica non lo sa
La volontà degli altri di fare qualcosa per la protezione del clima è sistematicamente sottostimata
[22 Febbraio 2024]
Il recente studio “Globally representative evidence on the actual and perceived support for climate action”, pubblicato recentemente su Nature climate change da un team di ricercatori comportamentali dell’ Universität Bonn, del Leibniz-Instituts für Finanzmarktforschung Safe di Francoforte e della Københavns Universitet, dimostra per la prima volta che «un’ampia maggioranza della popolazione mondiale sostiene l’azione climatica ed è disposta a sostenere un’azione con costi a livello personale per combattere il cambiamento climatico».
I risultati dello studio si basano su un sondaggio condotto nell’ambito del Gallup world poll 2021/2022. I Paesi inclusi nel Global climate change survey rappresentano il 96% delle emissioni globali di gas serra, il 96% del Pil globale e il 92% della popolazione mondiale. Per garantire la rappresentatività all’interno dei Paesi, ciascun campione nazionale è stato selezionato casualmente nella popolazione residente di età pari o superiore a 15 anni. Le interviste sono state condotte telefonicamente (nei Paesi ad alto reddito) o di persona (nei Paesi a basso reddito). La maggior parte dei campioni nazionali comprende circa 1.000 intervistati e il campione totale comprende 129.902 individui. Per garantire la comparabilità tra Paesi e culture, il sondaggio è stato tradotto professionalmente e ampiamente testato.
Dallo studio che ne è scaturito emerge che «il 69% della popolazione mondiale (in Italia il 63,69%) è disposta a contribuire con l’1% del proprio reddito personale alla lotta contro il cambiamento climatico: un contributo significativo all’azione climatica». Ben l’86% sostiene norme sociali pro-clima (Italia 86,5%) e l’89% chiede una maggiore azione politica (Italia 92,8%). Convinzioni che poi non si traducono in spinta politica, visto che in Italia e in molti altri Paesi gli elettori si rivolgono a foze dichiaratamente negazioniste climatiche o che non credono nell’urgenza di un’azione climatica.
I ricercatori tedeschi e danesi fanno notare che «nei Paesi particolarmente colpiti dal riscaldamento globale, la volontà di combattere il cambiamento climatico è significativamente più alta. Nei Paesi con un Pil pro capite elevato, la disponibilità è inferiore rispetto ad altri Paesi».
L’autore senior dello studio, Armin Falk, economista comportamentale e professore di economia all’Universität Bonn, sottolinea però che «i risultati sono estremamente incoraggianti. Il clima mondiale è un bene pubblico globale e la sua protezione richiede lo sforzo cooperativo della popolazione mondiale. Abbiamo stabilito che un’ampia maggioranza della popolazione mondiale sostiene l’azione per il clima”.
Il principale autore dello studio, l’economista di Safe Peter Andre, aggiunge: «Documentiamo anche un’ampia approvazione delle norme sociali favorevoli al clima in quasi tutti i Paesi. Secondo i risultati del sondaggio, l’86% degli intervistati ritiene che le persone nel proprio Paese dovrebbero cercare di combattere il riscaldamento globale. Inoltre, esiste una richiesta globale quasi universale che i governi nazionali facciano di più per combattere il cambiamento climatico».
Il problema è che, come dicono e documentano anche gli autori dello studio, nonostante queste statistiche incoraggianti, «la volontà dei concittadini di combattere il cambiamento climatico è sistematicamente sottostimata in ogni singolo Paese. A livello globale, la percentuale effettiva di concittadini disposti a contribuire con l’1% del proprio reddito all’azione climatica (69%) è sottostimata di 26 punti percentuali».
Armin sottolinea che «percezioni errate sistematiche sulla volontà degli altri di agire contro il cambiamento climatico possono essere un ostacolo al successo della lotta contro il cambiamento climatico. Le persone che sottovalutano sistematicamente il sostegno dell’opinione pubblica all’azione per climatica sono spesso meno disposte ad agire singolarmente».
I risultati dello studio/sondaggio suggeriscono una strategia potenzialmente efficace per aumentare ulteriormente la volontà individuale di combattere il cambiamento climatico: «Piuttosto che dare eco alle preoccupazioni di una minoranza che si oppone a qualsiasi forma di azione per il clima, dobbiamo comunicare in modo efficace che la stragrande maggioranza delle persone in tutto il mondo è disposta ad agire sul cambiamento climatico e si aspetta che il proprio governo nazionale agisca», scrivono i ricercatori. E Andre conclude: «L’attuale pessimismo è scoraggiante e paralizzante. I nostri risultati suggeriscono che un maggiore ottimismo sull’azione climatica può scatenare una dinamica positiva».