Verso il summit Onu di Varsavia sui cambiamenti climatici
Il ministro polacco Marcin Korolec: «A Varsavia si porranno le basi dell'accordo globale del 2015. Con i partner peruviani e francesi spianeremo la strada per la riunione di Parigi del 2015»
[19 Settembre 2013]
Il prossimo summit dell’Onu sui cambiamenti climatici di novembre, si terrà in uno dei Paesi europei più scettici sulla possibilità di stabilire nuovi obiettivi più restrittivi su clima ed energia.
Si tratta della Polonia, il cui ministro dell’ambiente Marcin Korolec, presidente della Conferenza Onu, in commissione ambiente dell’Europarlamento, ha mostrato un determinato ottimismo, confidando poi nelle collaborazioni di peruviani e francesi: «A Varsavia si porranno le basi dell’accordo globale del 2015. Con i partner peruviani e francesi spianeremo la strada per la riunione di Parigi del 2015», ha detto.
Infatti secondo la tabella di marcia, dopo l’appuntamento di Varsavia saranno il Perù nel 2014 e poi la Francia nel 2015 a detenere la presidenza di turno della Conferenza Onu sul clima (COP).
Korolec ha guardato anche al suo fronte interno e ha parlato della necessità che a novembre «si pongano basi solide di un accordo che dovrà essere applicato da tutti Paesi a livello globale e non solo dall’Unione europea e un manipolo di altri, come avvenuto con il protocollo di Kyoto».
La Polonia, come detto, non vuole definire ulteriori target su clima ed energia per il 2030, senza aver visto prima un accordo globale nel 2015. «Nei negoziati in corso a livello Onu è fondamentale mantenere l’equilibrio fra lotta ai cambiamenti climatici e sviluppo» ha ripetuto Korolec, che a tal proposito ha annunciato il coinvolgimento del mondo imprenditoriale nel dibattito di Varsavia: «Parleremo anche con le imprese: devono essere in prima linea per rallentare i cambiamenti climatici con strumenti adeguati».
Il ministro polacco ha poi ribadito il ruolo fondamentale delle città per l’attuazione di politiche di sviluppo sostenibile. «Visto che metà degli abitanti del Pianeta vive in zone urbane ed entro il 2050 questa quota salirà al 70%, anche loro dovranno adeguarsi e prendere misure per la lotta ai cambiamenti climatici» ha concluso Korolec.