African Diaspora, quando in Italia il cinema punta a rivoluzionare l’orizzonte socio-culturale dell’Africa
«In questo momento di profonda intolleranza razziale, di mancanza di lavoro, di forti disuguaglianze e ingiustizie sociali, l’ADCF restituisce protagonismo e voce all'Africa, attraverso il cinema»
[11 Luglio 2018]
È cominciata giovedì scorso con una tavola rotonda sul tema “Stop human trafficking” tema di quest’anno, la seconda edizione dell’African Diaspora Cinema Festival (ADCF) che si è svolto nell’incantevole Villa Romana di Firenze, partner del progetto, dal 5 all’8 luglio.
In un tempo in cui a livello globale prevalgono il razzismo, i nazionalismi e le divisioni, vivere questo evento a cui hanno aderito artisti, registi, esperti e pubblico, provenienti da tutti gli angoli del pianeta è stata un’esperienza bellissima, con una sola nota dolente: alcuni registi che avrebbero voluto partecipare non hanno potuto farlo perché non gli è stato concesso il visto.
Nella tavola rotonda moderata dall’attrice Barkissa Maiga con la partecipazione di Gemma Vecchio, fondatrice di Casa Africa di Roma, Udo Enwereuzor del Cospe, Max Civili giornalista esperto e un pubblico attento e partecipe e attivo al dibattito, è stato affrontato il tema delle migrazioni, delle moderne forme di schiavitù, del neocolonialismo, della vendita di armi e di altre responsabilità dei paesi occidentali sulle attuali condizioni dei paesi africani, responsabilità dei leader africani corrotti e politiche razziste.
I relatori hanno poi proposto alternative praticabili per migliorare le condizioni di vita in Africa, diminuendo la necessità di abbandonare la propria terra, e allo stesso tempo garantire il diritto alla libertà di movimento nel rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani per chi voglia comunque costruire il proprio futuro altrove, e forme di accoglienza vera e non finalizzata a fare business sulla vita dei migranti.
Nei tre giorni dedicati alle proiezioni sono stati presentati 25 fra cortometraggi, lungometraggi e documentari, provenienti da 19 diversi paesi e selezionati fra più di 2000 film che si erano candidati alla selezione. Indimenticabile anche la performance del musicista Yosief Teklay.
Il Festival ha l’obiettivo di aumentare la conoscenza e la consapevolezza sul cinema africano, i suoi vasti potenziali culturali e artistici e l’impatto socio-economico che può determinare, non solo sulle economie africane, ma anche in altri contesti dell’economia globale.
Il nostro obiettivo è usare il cinema per creare una rivoluzione che possa modificare l’orizzonte culturale, sociale ed economico dell’Africa, aprendo la strada attraverso film prodotti in Africa o da registi della diaspora africana. Il principio alla base dell’ADCF è che essere africano implica un legame che va oltre la geografia, la nascita o il lignaggio; le persone di origine africana sono in tutto il mondo e l’Africa è orgogliosa di ospitare molti non-africani. L’Africa è stata capace di catturare l’attenzione del mondo attraverso il suo antico patrimonio culturale e gli inizi della civiltà. Il nostro impegno è quello di far sì che, attraverso il cinema, l’Africa possa creare una connessione fra persone di tutto il mondo.
La pellicola è una piattaforma potente, quella maggiormente in grado di attrarre e coinvolgere le persone, emozionare, divertire, far riflettere e creare spazi di arricchimento culturale. I film e l’arte hanno la capacità di far comprendere e favorire la comunicazione tra persone di diverse culture, etnie e stili di vita, di tutto questo ora c’è particolare bisogno. L’ADCF nasce dalle ceneri, in un momento drammatico in cui i corpi di migliaia di africani scorrono come l’acqua nel Mar Mediterraneo, altrettanti subiscono trattamenti disumani nei centri di detenzione in Libia, i governi europei litigano sulla ripartizione delle quote e l’Italia mette a rischio la vita di migliaia di persone chiudendo i porti alle navi che soccorrono i migranti. In questo momento di profonda intolleranza razziale, di mancanza di lavoro, di forti disuguaglianze e ingiustizie sociali, l’ADCF restituisce protagonismo e voce all’Africa, attraverso il cinema, in un momento in cui non ci sono spazi pubblici per raccontare e ascoltare le nostre storie.
Ai vincitori delle varie sessioni: miglior corto Sceptre di Rouben Manika, miglior lungometraggio The cut di Peter Wagungi Gitau, miglior documentario Free education di Michael van Nickerk e Villa Romana miglior film Burkinabè Rising di Lara Lee è stato consegnato un premio, realizzato dagli artisti ospiti di Villa Romana, che rappresenta una chiave simbolica per aprire le porte per un mondo alternativo e migliore.
Sulla pagina Facebook del Festival potete trovare maggiori approfondimenti, le foto dell’evento e i trailer dei film che sono stati selezionati e proiettati: https://www.facebook.com/adcf2018/
Il Festival proseguirà con il premio ADCF, che sarà assegnato il 17 luglio al Cinema Farnese in Campo de’ Fiori a Roma, a partire dalle ore 19,30. I film che saranno proiettati sono: Free education di Michael van Nickerk, che sarà presente alla proiezione, ’63 Boycott di Gordon Quinn e FogrAFRICA di Tila Chitunda.
Buona visione.
di Fide Dayo, direttore e fondatore African Diaspora Cinema Festival per greenreport.it