I nuovi dati forniti dal rapporto Agire: il valore dell’aiuto
Aiutiamoli a casa loro? In Italia 1 anno di aiuti umanitari vale 5 giorni di spese militari
Nel 2014 stanziati 377,9 milioni di dollari, in crescita rispetto al passato
[5 Novembre 2015]
Circa cinque giorni di spese militari, ovvero 377,9 milioni di dollari: è quanto ha investito l’Italia in aiuti umanitari, in tutti e 365 giorni del 2014. Numeri e proporzioni da tenere ben presenti di fronte alla “crisi dei migranti” e alla retorica dell’aiutiamoli a casa loro. Nonostante uno sforzo scandalosamente basso, nell’ultimo anno lo slancio italiano in aiuti umanitari è addirittura migliorato rispetto al passato: dopo anni di tagli, il Paese ha risalito la classifica internazionale per piazzarsi al 14esimo posto tra i donatori globali.
A migliorare è anche l’impegno collettivo, in quanto nel 2014 è stata raggiunta la cifra record di aiuti umanitari di 24,5 miliardi di dollari: l’impegno della comunità internazionale rimane comunque attualmente insufficiente a coprire l’enormità dei bisogni delle popolazioni colpite da conflitti e catastrofi naturali, che per oltre il 38% restano senza risposta.
Sono alcuni dei dati diffusi da “Il Valore dell’Aiuto. Risorse per la risposta alle emergenze umanitarie” il principale lavoro di ricerca di Agire (l’Agenzia italiana per la risposta alle emergenze), redatto quest’anno in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
«I dati rilevati sono in linea con un trend internazionale che vede un consistente aumento delle risorse investite da donatori pubblici e privati nella risposta alle crisi umanitarie– sottolinea Andrea de Guttry, dell’istituto toscano – Tuttavia la gravità delle crisi umanitarie e del fenomeno dell’immigrazione ha trovato impreparati molti Stati, specialmente quelli europei, e molte organizzazioni internazionali. Il conseguente dibattito, anche nell’opinione pubblica, è risultato spesso approssimativo e inquinato da considerazioni ideologiche. Il Rapporto sul Valore dell’Aiuto vuole essere uno strumento per consentire di ricondurre la discussione sulle scelte che devono essere adottate oggi ai dati reali: soltanto così sarà possibile adottare in maniera consapevole le necessarie e urgenti decisioni da cui dipenderà il futuro non solo dei paesi del Sud del mondo, ma anche dell’Europa e soprattutto quello di milioni di persone».
Anche perché nel 2014 l’entità dei bisogni umanitari ha subito un incremento maggiore rispetto all’assistenza fornita, raggiungendo picchi allarmanti: per far fronte a questa drammatica situazione i governi hanno investito in assistenza umanitaria 18,7 miliardi di dollari (il 24% in più rispetto al 2013). Il 94% dei fondi i è stato stanziato da paesi Dac, ma per la prima volta considerando il rapporto tra assistenza pubblica e Reddito nazionale lordo (RNnl, fanno il loro ingresso tra i 10 maggiori donatori l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi e il Kuwait (paesi non Dac). Si conferma inoltre il ruolo centrale dei donatori privati, il cui impegno economico cresce e raggiunge nel 2014 i 5,8 miliardi di dollari.
«L’apporto del settore privato, sia a livello nazionale che internazionale, è indispensabile per continuare ad assicurare interventi di risposta alle emergenze – commenta Shelly Sandall, presidente di Agire – È sempre più rilevante il ruolo dei privati cittadini, cinque volte più generosi di fondazioni e aziende, come è importante la centralità dei cosiddetti “beneficiari”, sempre più protagonisti attivi piuttosto che destinatari passivi dei progetti di risposta alle emergenze. Un “filo rosso” che, da un capo all’altro del mondo, unisce persone a persone».
Anche in Italia si riconosce l’apporto più che significativo dei donatori privati, da cui le ONG hanno ricavato in media il 55% dei fondi complessivi a loro disposizione. Ma c’è anche una buona notizia sul fronte dei fondi pubblici per l’assistenza umanitaria: rispetto agli anni 2011 e 2012, che avevano visto un calo assoluto, si segnala nel 2013 e 2014 una chiara inversione di tendenza.
I fondi destinati all’assistenza umanitaria dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione Internazionale, nel 2014 hanno avuto un aumento di più del 50% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 64,5 milioni di euro. Il ministero ha così superato di 3,14 milioni di euro il contributo ai programmi umanitari fornito nello stesso anno dalle organizzazioni non governative, pari a 61,3 milioni di euro.