Come siamo cambiati in 10 anni: i risultati del censimento nelle infografiche dell’Istat
[23 Dicembre 2013]
Più vecchi, e anche più soli. È così che ci ritraggono i dati dell’ultimo censimento Istat, un’indagine dalle dimensioni enormi e che si ripete ogni 10 anni per dare una pulita allo specchio dove si riflette l’immagine dell’Italia, o meglio quella dei 59.394.000 di cittadini che le danno forma.
I risultati di questo 15° censimento generale della popolazione e delle abitazioni ci confermano che la quasi totalità della popolazione residente in Italia vive in famiglia (59.132.045 individui). Quel che c’è di nuovo è che le famiglie sono sempre più numerose ma – non ci inganniamo – solo perché sono più piccole.
«Nel 1971 – ricorda l’Istat – una famiglia era mediamente composta da 3,3 persone, nel 2011 da 2,4. Nel 2011 il numero medio di componenti per famiglia è superiore al dato nazionale soltanto nell’Italia Meridionale (2,7) e in quella Insulare (2,5), mentre il Nord-ovest, il Nord-est e il Centro si attestano su valori al di sotto della media del Paese. A livello regionale, le famiglie mediamente più numerose risiedono in Campania (2,8 componenti), quelle con il numero medio di componenti più basso in Liguria e Valle d’Aosta (2,1 componenti). Le famiglie unipersonali sono quasi una su tre e risultano in notevole aumento rispetto al censimento 2001, a causa del progressivo invecchiamento della popolazione e dei mutamenti demografici e sociali. Dal 2001 al 2011 sono passate da 5.427.621 (24,9% del totale delle famiglie) a 7.667.305 (31,2% del totale). Le famiglie unipersonali aumentano su tutto il territorio. Restano comunque significative le differenze tra le aree geografiche: quote più basse della media nazionale si hanno in quasi tutte le regioni del Meridione e delle Isole, quelle più alte in Liguria (40,9%), Valle d’Aosta (39,6%) e Friuli-Venezia Giulia (35,6%)».
Una tendenza che al momento sembra inarrestabile, e che cambia anche le modalità italiane di approcciarsi alla spesa: una famiglia di 4 persone non consuma quanto un unico individuo, e soprattutto non nello stesso modo. Di qui l’aumento dei prodotti sugli scaffali dei supermarket specificamente dedicati ai single, con un crescente impatto sul packaging (e non solo). Si tratta solo di un esempio per ricordare come la demografia incida profondamente sulle politiche per raggiungere una maggiore sostenibilità sociale, economica e ambientale. Peccato che non se ne parli quasi mai.