Nobel per la pace, fa discutere il premio all’Opac
[11 Ottobre 2013]
E’ stato assegnato all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) il premio Nobel per la Pace 2013. L’Opac è stata fondata nel 1997 per dare attuazione al Trattato di interdizione all’uso delle armi chimiche firmato nel 1993.
Anche quest’anno l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace sembra destinato a far discutere, è stato infatti assegnato all’ Organisation for the Prohibition of Chemical Weapons (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, Opcw – Opac), un’organizzazione che collabora con l’Onu, fondata nel 1997 per mettere in atto la Chemical Weapons Convention (Cwc) del 1993. La convenzione Cwc, un accordo sulla produzione, l’importazione, l’uso e l’accumulo di armi chimiche, comporta impegni ben precisi da parte dei diversi Stati firmatari: è proibito sviluppare, produrre, acquistare, immagazzinare o trasferire ad altri paesi armi chimiche e usare armi chimiche. La Cwc è stata ratificata da 189 Paesi, con l’esclusione di Angola, Corea del Nord, Egitto, Israele, Myanmar, Siria e Sud Sudan, che non accettano automaticamente i controlli Opcw-Opac che sono, invece, obbligatori per i Paesi firmatari.
Ma a 20 anni di distanza il mondo è ancora pieno di armi chimiche, come dimostra la situazione siriana e gli scambi di accuse tra Iran, Paesi arabi ed Israele di detenere armi chimiche. Esperti dell’Opcw-Opac fanno parte del team internazionale che sta lavorando allo smantellamento dell’arsenale chimico siriano.
E che la situazione siriana sia una delle molle che hanno spinto il Comitato per il Nobel ad assegnare il prestigioso riconoscimento alla misconosciuta Opwc-Opac è un sospetto che in queste ore sfiora molti, così come è abbastanza singolare che a capo si questa Organizzazione ci sia proprio un turco, Ahmet Üzümcü (nella foto), un Paese fortemente coinvolto nella crisi siriana e che spesso i ribelli curdi hanno accusato di usare armi non convenzionali, proprio come fece Saddam Hussein ed ora Bashir Al Assad e/o i ribelli siriani riforniti dalle monarchie assolute del Golfo.
La medaglia del Nobel si è quindi posata su un terreno minato e con una scelta che può essere vista dai più benevoli (e noi siamo tra questi) come un incoraggiamento alla completa distruzione delle armi chimiche (a cominciare dagli enormi arsenali della grandi potenze), oppure come un appoggio all’azione americana in Siria, che d’altronde è una soluzione di ripiego di fronte all’offensiva diplomatica russa fatta propria dall’Onu.
Polemiche delle quali è ben consapevole lo stesso Comitato norvegese del Nobel per la Pace che ha tenuto a dire che l’ Opwc-Opac era già tra i candidati prima del precipitare della guerra civile siriana e che il Nobel per la Pace le è stato assegnato «Per i suoi sforzi in generale».
Comunque questa è la motivazione ufficiale del Nobel per la Pace all’ Opwc-Opac.
«Il Comitato norvegese del Nobel per la Pace ha deciso l’assegnazione del premio Nobel per la Pace 2013 all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche per i suoi grandi sforzi nell’eliminare le armi chimiche. Durante la Prima guerra mondiale, le armi chimiche erano utilizzate in modo considerevole. La Convenzione di Ginevra del 1925 ne proibì l’utilizzo, ma non la produzione e il loro stoccaggio. Durante la Seconda guerra mondiale, armi chimiche furono usate nel corso degli stermini di massa decisi da Hitler. Le armi chimiche furono successivamente utilizzate in numerose occasioni sia dagli stati sia dai terroristi. Nel 1992-93 fu stabilita una convenzione per proibire la produzione e lo stoccaggio di questo tipo di armi. È diventata operativa nel 1997. Da allora, attraverso ispezioni, distruzioni e altre soluzioni, l’OPAC si è impegnata per fare rispettare la convenzione. 189 stati hanno sottoscritto a oggi la convenzione. La convenzione e il lavoro dell’Opac hanno reso l’utilizzo delle armi chimiche un tabù per le leggi della comunità internazionale. I recenti eventi in Siria, dove le armi chimiche sono state nuovamente utilizzate, ha messo in evidenza la necessità di rafforzare gli sforzi per fare a meno di queste armi. Alcuni stati non sono ancora membri dell’Opac. Certi stati non hanno nemmeno osservato la scadenza dell’aprile 2012, come data ultima entro cui distruggere i propri arsenali chimici. Ciò riguarda soprattutto gli Stati Uniti e la Russia. Il disarmo è una delle principali volontà presenti nel testamento di Alfred Nobel. Il Comitato norvegese del Nobel ha sottolineato con l’assegnazione dei suoi premi la necessità di fare a meno delle armi nucleari. Attribuendo il premio all’Opac, il Comitato confida di contribuire nel processo di eliminazione delle armi chimiche».