Due o tre cose da dire su Renzi e la sostenibilità
[9 Dicembre 2013]
E ora che Renzi ha vinto le primarie del Pd e si candida a diventare presidente del Consiglio? greenreport.it, come noto homeless da anni dal punto di vista di un partito che rappresenti il suo orizzonte politico, non si è schierato per un candidato per la segreteria del Pd prima dell’8 dicembre e non sosterrà, per formazione, un candidato in quanto tale alle future elezioni. Anche quando indicò Bersani come uomo che poteva governare l’Italia nel mare in tempesta lo fece principalmente sulla base del programma che aveva proposto. Così come ha valutato i programmi di Sel, fino al governo Berlusconi. E questo nonostante sia un giornale che smaccatamente e da sempre guarda a sinistra.
Le motivazioni sono molte, la principale è che il nostro punto di vista è quello della sostenibilità e su quello misuriamo la distanza di un partito dalle nostre idee e del candidato che dovrebbe perpetrarle nella sua eventuale azione di governo. La domanda quindi non è quanto è nuovo Renzi, quanto è rottamatore Renzi, ma quanto riuscirà e se ha la volontà di far cambiareverso al Pd in direzione del paradigma dell’economia ecologica, per noi la via maestra per uscire dalle crisi (economica, sociale, ambientale) e porre così le basi per uno sviluppo più sostenibile e duraturo. Che non è la protezione del territorio sic et simpliciter, ma sono scelte economiche e sociali dirimenti e profonde. Che facciano rialzare la testa a questo Paese, in modo che torni così ad avere una voce autorevole in Europa che si opponga all’austerità merkeliana, ma restando dentro l’Ue. Che abbia in testa un piano industriale per l’Italia “interamente ecologico”, che si basi sulla rinnovabilità dell’energia e della materia. Questo è per noi “il nuovo” che conta.
E possiamo dire oggi che Renzi incarna questo “nuovo”? Per greenreport.it no, almeno fino a questo momento e nonostante quello che anche certi nostri compagni di avventura sostengono. Perché, ribadiamo è il nostro punto di vista, come sindaco di Firenze sul piano ambientale ha certamente fatto un’opera meritoria come la pedonalizzazione del Duomo, ma pochissimo altro a partire dalle infinite chiacchiere sulla Piana, passando dal potenziamento della tramvia e via dicendo. Inoltre nel dibattito per le primarie la sostenibilità è rimasta decisamente fuori dalla porta, e lo stralcio del suo programma renziano in materia – come dice una canzone – “sono solo parole”, e per quanto in parte condivisibili, sono vaghe e pure interpretabili. Giudicate voi: «La promozione del territorio è importante, mentre la tutela ambientale è fondamentale. 5 miliardi è in media il costo annuo dei disastri ambientali, un costo che potrebbe essere drasticamente ridotto se decidessimo di investire in prevenzione. Basta scaricare le responsabilità e ridurre i territori a discariche del disimpegno della politica. Basta con l’Italia peggiore che fa il giro del mondo mostrando un insopportabile degrado con i casi Ilva a Taranto, per i veleni sotterrati dalla camorra in Campania, per l’acqua che non arriva in casa e i fiumi inquinati perché mancano fognature e depuratori, per i rifiuti ammassati per strada o trasferiti via mare in altri Paesi che è come ignorare il tema e rinviare le scelte che sono un dovere della politica e della pubblica amministrazione».
Ma il punto sia chiaro. Non è cercare di capire come salire sul carro del vincitore (ammesso che lo sia alle prossime elezioni), perché a noi non interessa: è quasi un vanto non aver mai vinto niente, se è solo per il gusto di aver alzato tra le mani un trofeo pur che sia. Il punto è, piuttosto, cercare di dare il nostro contributo affinché chi guiderà l’Italia abbia la sostenibilità, prima ancora che la green economy (che ormai può voler dire tutto e nulla), come orizzonte e come sfida. Per disperazione abbiamo persino caldeggiato un accordo – ai tempi – tra Bersani e il M5S su 10 punti ecologicamente e socialmente sostenibili pur di veder svoltare questo disperante Paese.
Quindi, se Renzi, segretario del Pd partito candidato potenziale a vincere le prossime elezioni, ci riuscirà a fare della sostenibilità il centro di gravità permanente del Pd – in merito nutriamo dei dubbi, ma questo crediamo sia legittimo – allora Viva Renzi. Altrimenti sarà solo uno dei tanti nuovi, di cui l’Italia è piena, che vorranno cambiare tutto per non cambiare nulla.