Al direttore di greenreport.it il premio nazionale “Giornalisti per la sostenibilità” sul web
Eco-media 2019: l’informazione ambientale in Italia sta cambiando, in meglio
Eppur si muove: nei principali Tg nazionali viene dedicato all’ambiente solo il 10% delle notizie, ma la narrazione si sta evolvendo verso temi più complessi. I protagonisti non sono più disastri naturali e condizioni meteorologiche, ma il rapporto attivo uomo-natura
[19 Dicembre 2019]
La dieta mediatica degli italiani, ancora oggi fortemente influenzata da quanto offre la televisione, sui temi ambientali si sta facendo pian piano più raffinata: dal rapporto Eco-media 2019, presentato oggi a Roma, emerge infatti che nei principali Tg nazionali torna a salire l’attenzione dedicata al tema, attraverso servizi che iniziano timidamente ad abbracciarne la complessità.
«Il rapporto Eco-media – spiega il presidente di Osa, l’Osservatorio sviluppo sostenibile e ambiente nei media, Massimiliano Pontillo – nasce con l’obiettivo di scattare una fotografia di quanto si parla di ambiente nei principali media italiani e, numeri alla mano, di stimolare la stampa a un diverso approccio nei confronti delle tematiche ambientali con una conseguente e auspicabile maggiore attenzione da parte del decisore pubblico».
A seguito di un’ampia analisi condotta dall’Osservatorio risulta che complessivamente, tra il 1 gennaio e il 30 settembre 2019, sono stati 36.896 i servizi realizzati nelle edizioni prime time dei Tg nazionali (Rai1, Rai2, Rai3, Rete4, Canale5, Italia1, La7), e di questi 3.773 – dunque il 10% circa, contro il 9% dello scorso anno – sono stati dedicati all’ambiente. Per dire cosa? Secondo il rapporto Eco-media, promosso come sempre da Pentapolis Onlus in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia, più che nel numero dei servizi «il grande cambiamento riguarda la composizione interna alle notizie».
Per esaminare nel dettaglio questo cambiamento, le notizie ambientali andate in onda nell’ultimo anno sono state suddivise in quattro categorie: la “cronaca dei disastri naturali”, i servizi dedicati alle “condizioni meteorologiche”, quelli rivolti a “natura e animali”, e infine il vasto gruppo dei “temi ambientali”, ovvero le notizie in cui l’elemento centrale è rappresentato dal racconto del rapporto attivo dell’uomo sull’ambiente naturale, un rapporto che ovviamente presenta sia elementi positivi che elementi di criticità.
Dai dati così raccolti risulta che, per la prima volta, nel 2019 il peso maggiore nell’agenda dei Tg prime time è rappresentato proprio dalle notizie legate ai “temi ambientali”: con il 42% dei servizi (ovvero 1.583) rappresentano la netta maggioranza dell’agenda mediatica ambientale. Si tratta di un drastico cambiamento rispetto agli scorsi anni, dove il focus era dedicato alla “cronaca di disastri naturali” (che nel 2018 assorbiva il 41% delle notizie) o al racconto delle “condizioni meteorologiche” (30% nel 2018), mentre i “temi ambientali” erano relegati in minoranza (19% nel 2018). Al contrario, la composizione dei “temi ambientali” affrontati quest’anno vede la preminenza delle notizie legate a iniziative per la “tutela dell’ambiente” (43%); seguono poi le notizie legate al tema dei “cambiamenti climatici” (31%), le denunce sui casi di “inquinamento” (16%) e le notizie legate alla “gestione dei rifiuti” (10%).
Al momento è ancora presto per stabilire se l’inversione di tendenza registrata quest’anno dal rapporto Eco-media sarà in grado di rafforzarsi, ma si tratta di un primo segnale positivo. «Un segnale – conclude Pontillo – che l’attenzione per l’ambiente sta cambiando e ci auguriamo che si continui in questa direzione. Ringrazio, infine, i giornalisti a cui è stato conferito oggi il premio Pentapolis “Giornalisti per la sostenibilità” e a tutti gli altri che si impegnano quotidianamente a dedicare sempre più spazio alle tematiche ambientali e di sviluppo sostenibile, approfondendole senza banalizzarle e relegarle alle contingenze atmosferiche e naturali».
Il premio “Giornalisti per la sostenibilità”, giunto alla sua sesta edizione, è un riconoscimento simbolico assegnato ai giornalisti che si sono particolarmente distinti per l’impegno in favore della divulgazione, anche scientifica, di tematiche green e sociali, e che vede premiati quest’anno il direttore di Sky Tg24 Giuseppe De Bellis (categoria Tv), il direttore di Metro Stefano Pacifici (carta stampata), il direttore di Rds Eduardo Montefusco (radio) e Luca Aterini – il direttore della nostra testata – per la categoria web.
«Quello di Pentapolis è un premio che giunge gradito quanto inaspettato – commenta Aterini –, che dedico all’intera redazione di greenreport: la complessità dei temi ambientali è tale che si può affrontare soltanto sapendo fare squadra, ad ogni livello. Vogliamo che per noi questo premio divenuti un pungolo per continuare a migliorare: la domanda di informazione ambientale di qualità sta iniziando a crescere nella cittadinanza, e in quanto professionisti del settore sta a noi ora alimentare questa scintilla».