
Ecodem: “Un congresso aperto per rifondare il Pd”

di Fabrizio Vigni, presidente degli Ecologisti Democratici
Dare l’immagine di un partito che fa un passo indietro, restringendo la partecipazione congressuale, sarebbe un drammatico errore. E ancor prima sarebbe un errore ogni forzatura per cambiare le regole, visto che la partita è di fatto già cominciata, a meno che non vi sia un consenso larghissimo. Non se ne può più, non possiamo passare mesi e mesi a discutere di regole: serve un congresso aperto e inclusivo che parli dell’Italia, non delle beghe e degli equilibri interni.
In linea di principio è più che legittimo discutere di quale sia il modello di partito migliore, di chi debba aver diritto di voto in un congresso e se far coincidere la figura di segretario con quella di candidato premier. Ma nella situazione data, se un partito come il Pd che finora ha sempre chiamato a scegliere il proprio leader non solo gli iscritti ma anche i propri elettori decidesse all’improvviso di restringere il diritto di voto, farebbe un errore imperdonabile, perché si darebbe un messaggio di chiusura proprio nel momento in cui la profonda sfiducia verso i partiti richiede non meno ma più partecipazione, non meno ma più apertura e innovazione.
Il Partito Democratico va rifondato e il modo migliore di farlo è centrare lo sguardo non sul nostro ombelico ma sui problemi degli italiani e sulla visione del futuro, a partire dalla necessità di un ‘green new deal’ per uscire dalla crisi.
