Greenpeace contro l’accordo Lego (che risponde) – Shell, ma diciamocela tutta
[2 Luglio 2014]
Greenpeace ha inviato oggi una mail a tutti i suoi soci dove segnala che da ieri in tutto il mondo sono in corso piccole quanto potenti proteste contro la Lego. O per meglio dire contro l’accordo tra Lego e Shell, scelta verso la quale gli ambientalisti hanno dato luogo a una manifestazione di protesta con omini LEGO scesi nelle principali piazze dopo aver scoperto che la loro azienda si è coalizzata con Shell. Il motivo è che Shell, come noto, sta trivellando l’Artico.
Mentre le sue piattaforme invadono l’Artico – spiega Greenpeace- , Shell usa Lego per ripulire la sua immagine. Mettendo il suo logo su milioni di mattoncini Lego, Shell vuole guadagnare il pubblico consenso e nascondere il rischio di un disastro petrolifero in uno degli ecosistemi più delicati ed importanti del Pianeta.
Le preoccupazioni e la denuncia di Greenpeace è senz’altro comprensibile e condivisibile, va però detto che Lego e Shell hanno avuto già in passato questo accordo almeno negli anni Ottanta, come si può vedere dalla foto allegata. Già allora distributore di benzina e mezzi di vario genere della Lego avevano il marchio Shell, quindi in questo senso non è propriamente una novità. Sempre per la nostra pignoleria sulle questioni che riguardano la sostenibilità, concordando con la follia di trivellare l’Artico, non dimentichiamo di ricordare a tutti che la plastica è un derivato del petrolio e che senza – giusto per rimanere nel contento della notizia – non esisterebbero neppure i Lego. La stessa Lego mesi fa sta cercando in Asia un tipo di plastica più sostenibile, ma ancora non abbiamo notizia dell’esito. Questo non vuole essere né un attacco alla Lego, di cui chi ne scrive è un fan della prim’ora; né a Greenpeace, ma solo per ricordare a tutti che il mondo è tutto attaccato!
Tornando alla protesta, Greenpeace conclude che «se convinciamo LEGO a chiudere con Shell, il diabolico piano della compagnia petrolifera subirà un brutto colpo e guadagnare il consenso pubblico non sarà più così facile: sarà chiaro a tutti come voglia spacciarsi per pulita, mentre in realtà sta sporcando uno degli ecosistemi più delicati al Mondo». Per questo chiede una firma che può essere fatta direttamente sl sito di Greenpeace.
Aggiungiamo per la cronaca che sulla pagina ufficiale della Lego su facebbok, c’è una risposta che ha l’aspetto di essere piuttosto ufficiale a un “appassionato” che segnalava l’iniziativa di greenpeace: «Siamo consapevoli che si tratta di una questione importante e ci impegniamo ogni giorno a dare un impatto positivo sulla società e sul pianeta che i nostri figli erediteranno. Il nostro contributo è quello di ispirare lo sviluppo dei bambini offrendo esperienze di gioco creative, in tutto il mondo. Una attività promozionale, come quella con Shell, è uno dei tanti modi, con cui possiamo portare i mattoncini LEGO nelle mani di un numero ancora più grande di bambini. Noi siamo sempre molto grati per tutti gli input che riceviamo dai fan, bambini e genitori. Avete grandi aspettative per il nostro modo di operare e anche noi su noi stessi, per questo siamo dispiaciuti quando il marchio LEGO viene strumentalizzato nelle controversie tra le varie organizzazioni. Ci aspettiamo che Shell sia all’altezza delle proprie responsabilità, ovunque operi e che prenderà i provvedimenti opportuni per eventuali richieste, in caso di necessità. È importante per noi che ogni partner supporti la nostra vision e l’esperienza di gioco LEGO. Speriamo che questo sia utile a darvi una spiegazione, grazie ancora per averci scritto».