Le abitudini dei cittadini estoni non sono cambiate: per i passeggeri solo un +1,2%
Il trasporto pubblico gratis per tutti esiste, ma anche così non funziona
Dopo un referendum, a Tallin 425mila abitanti da un anno possono viaggiare senza pagare
[5 Marzo 2014]
Se i cittadini potessero usufruire di un trasporto pubblico completamente gratuito bus e tramvie si riempirebbero, e il problema del traffico urbano diverrebbe finalmente un lontano ricordo. È questa la vulgata comune, ma rappresenta davvero la realtà? Un’importante città europea ha provato a seguire questa strada, ma i risultati ottenuti non sono lusinghieri. Tallinn, dall’1 gennaio 2013, è diventata la prima capitale al mondo a fornire a tutti i propri residenti la possibilità di usufruire gratuitamente dei trasporti pubblici cittadini. Quali sono i risultati ottenuti a un anno dall’introduzione di questo programma? La gratuità dei mezzi pubblici può essere uno strumento vincente per la promozione dell’ecosostenibilità in Europa, incoraggiando forme di mobilità condivisa? L’esperienza di Tallinn mostra come la complessità del tema vada affrontata su differenti livelli. In questo settore, ogni intervento di politica pubblica deve comprendere quali fattori influenzino le decisioni dei cittadini in tema di trasporto, senza focalizzarsi esclusivamente sui costi di utilizzo, i quali sono solo uno dei numerosi elementi in gioco.
Il free public transport (FTP)[1], a dispetto della sua rarità, non è una pratica del tutto nuova. Dagli anni novanta, alcune amministrazioni in Europa e nel mondo hanno iniziato a promuovere l’utilizzo di autobus, metropolitane e reti tranviarie implementando politiche di esenzione dal pagamento di biglietti e abbonamenti. Due, però, sono gli elementi di novità che contraddistinguono il FTP della più importante città estone. Da un lato, i 425.000 abitanti rendono Tallinn la più grande città ad aver attuato un programma di trasporto pubblico gratuito. Amministrazioni come Aubagne (Francia), Hasselt (Belgio) e altre cittadine di media grandezza del nord e sud America si fermano, infatti, a qualche decina di migliaia di utenti. Dall’altro lato, l’iniziativa è stata legittimata da un referendum locale, condotto nel settembre 2012, che ha visto un forte sostegno della cittadinanza in favore delle future potenzialità del trasporto gratuito.
Quali vantaggi economici e ambientali possono essere generati dalla soppressione dei costi legati all’utilizzo di autobus e tram, e a fronte di quali spese? A Tallinn, prima dell’introduzione del programma, il costo amministrativo del trasporto pubblico ammontava a 53 milioni di euro l’anno, di cui solo 17 milioni erano coperti dalla vendita dei biglietti. Di questi ultimi, 5 milioni provenivano da utenti non residenti in città. Obiettivo principale del progetto era recuperare questa parte delle spese incentivando i passeggeri a diventare residenti nella capitale, unica condizione per usufruire del trasporto gratuito e garanzia di una nuova fonte di entrate fiscali per il comune. Mille nuovi contribuenti, infatti, equivalgono in media alla riscossione di circa un milione di euro di tasse. In questo modo, con cinque mila nuove richieste di residenza solo nel gennaio 2013, si è riusciti a coprire parte delle spese e a mostrare l’infondatezza delle critiche che vedevano nell’iniziativa un ingente e sicuro spreco di denaro pubblico. I vantaggi economici previsti, inoltre, si estendevano ad altri settori, garantendo la mobilità ai lavoratori a basso reddito e ai disoccupati e promuovendo, di conseguenza, lo sviluppo delle attività commerciali.
Dal punto di vista ambientale, l’introduzione del trasporto gratuito si presenta – in linea di principio – come una delle misure più efficaci per aumentare l’utilizzo dei mezzi pubblici, riducendo di conseguenza l’inquinamento atmosferico e acustico dei veicoli privati, la congestione stradale, la qualità della vita percepita e il benessere dei cittadini. L’eliminazione delle tariffe renderebbe il trasporto pubblico più appetibile, incoraggiando un minor uso di auto e moto, e creando un circolo virtuoso grazie al quale maggiori risorse sarebbero investite per forme collettive e meno inquinanti di mobilità. Ma il free public transport è realmente, alla prova dei fatti, una soluzione per le città sostenibili del futuro? Di quali fattori deve tenere conto un policy maker per implementare un programma efficace di promozione del trasporto pubblico?
Un recente studio di Oded Catts, Triin Reimal e Yusak Susilo, del Dipartimento di Scienze dei Trasporti del Royal Institute of Technology di Stoccolma, ha elaborato i dati raccolti in questo primo anno del programma FPT a Tallinn[2]. L’enorme opportunità di questo primo progetto su larga scala è valutare il reale impatto di queste pratiche di policy making. I risultati, infatti, mostrano che dell’aumento del 3% dei passeggeri, solo un 1,2% sia imputabile all’introduzione della gratuità dei mezzi pubblici, con un effetto, dunque, relativamente poco significativo. Il restante 1,8% è dovuto alla creazione di corsie preferenziali e all’implementazione di nuove linee, servizi introdotti per migliorare la qualità del trasporto e far fronte all’auspicato incremento del numero di passeggeri. Risultati più incoraggianti – nell’ordine del +10% – si sono ottenuti per i quartieri della città con maggiori tassi di disoccupazione e di famiglie a basso reddito. In generale, però, i cittadini hanno mostrato una tendenza a percorrere meno tratti di strada a piedi, usufruendo dei mezzi pubblici a costo zero, piuttosto che modificare le proprie abitudini e diminuire l’uso della propria auto.
Quali possono essere le cause di risultati così poco incoraggianti? Da un lato, Tallinn mostrava prima del 2013 tassi abbastanza alti di utilizzo dei trasporti pubblici, intorno al 40% della popolazione – contro un 26% delle autovetture. Inoltre, i prezzi dei biglietti erano esigui. L’unione di questi due fattori spiega la non rivoluzionaria portata del FPT. Dall’altro lato, le analisi si sono concentrate sulla qualità del servizio offerto ai cittadini. La mancanza di mezzi moderni, tecnologici e comodi, di corse frequenti e puntuali, di tempi di percorrenza accettabili è la componente che ha maggiore effetto sulla fascia di utenti dal reddito più elevato, i lavoratori dotati di auto. Il servizio offerto nella capitale estone – come molte città del nostro Paese – sembra essere carente proprio sotto questo punto di vista. Prezzi e qualità del trasporto sono, dunque, gli elementi principali che regolano le decisioni degli individui su come muoversi all’interno della propria città? L’esperienza di Tallin mostra come il tema del trasporto pubblico sia troppo complesso per essere affrontato con un approccio tradizionale su questi due fattori, per quanto fondamentali. Le scienze comportamentali possono contribuire a individuare un metodo d’azione più ricco: vedremo come nella prossima puntata di questo dossier.
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[2] Cats, O., Reimal, T., Susilo, Y., (2014), “Public Transport Pricing Policy. Empirical Evidence from a Fare-Free Scheme in Tallinn”, 93rd Annual Meeting of the Transportation Research Board, Washington