La battaglia dell’Artico: la Guardia Costiera russa spara contro gli attivisti di Greenpeace
[18 Settembre 2013]
Sono giorni che Greenpeace e le forze militari russe si fronteggiano, con gli ambientalisti che tentano blitz clamorosi e i russi che cercano di rintuzzarli, ma stamattina la situazione è precipitata: «Due attivisti di Greenpeace International sono stati arrestati dopo aver scalato, all’alba di questa mattina, la piattaforma petrolifera Prirazlomnaya di Gazprom nella Russia artica», spiega Greenpeace in un comunicato. «Una protesta pacifica in difesa dell’Artico che ha provocato il ricorso all’uso della forza da parte della Guardia Costiera russa».
La stessa piattaforma era stata occupata nell’agosto del 2012 dagli attivisti di Greenpeace, tra cui il direttore Esecutivo Kumi Naidoo. La cosa più grave è che la Guardia Costiera della Federazione Russa ha sparato 11 colpi di avvertimento contro i militanti di Greenpeace e ha anche minacciato di colpire l’Arctic Sunrise, la nave ammiraglia di Greenpeace, se si fosse rifiutata di lasciare immediatamente l’area. Non era mai successo nemmeno durante i durissimi confronti con le baleniere giapponesi che qualcuno sparasse con armi da fuoco durante un blitz di Greenpeace. Inoltre la Guardia Costiera ha anche chiesto di salire a bordo dell’Arctic Sunrise ma, dicono a Greenpeace «il capitano ha rifiutato». Sulla nave di Greenpeace è presente anche l’italiano Cristian D’Alessandro.
Greenpeace informa che «al momento, non ci sono climber sulla piattaforma, ma la nave rompighiaccio Arctic Sunrise di Greenpeace International è ancora nei pressi del luogo dell’azione. I due attivisti arrestati, di nazionalità finlandese e svizzera, sono ora detenuti dalla Guardia Costiera russa».
Il gigante energetico statale russo Gazprom vuole iniziare le attività di produzione della Prirazlomnaya agli inizi del 2014 e Greenpeace dice che c’è il forte rischio di «uno sversamento di petrolio in alcune aree naturali protette dalla legge Russa».
Ben Ayliffe, responsabile della campagna in difesa dell’Artico di Greenpeace International, denuncia: «L’utilizzo della forza contro una protesta pacifica è completamente sproporzionato e deve fermarsi immediatamente. È chiaro che le aziende petrolifere ricevono una protezione speciale dalle autorità russe. La vera minaccia non viene da Greenpeace International ma da aziende petrolifere come Gazprom che sono pronte a trivellare l’Artico ad ogni costo».