L’eterogenesi dei fini di Marcel Bic(h), i cent’anni dalla nascita del signor “usa e getta”
[30 Luglio 2014]
Con eterogenesi dei fini si intendono le conseguenze non intenzionali di azioni intenzionali: una definizione che ben si addice, a nostro avviso, alla storia del signor Marcel Bich, di cui ricorreva ieri (29 luglio) il centenario della nascita a Torino. Bich è esattamente l’uomo delle penne Bic (abbreviazione del suo cognome), conosciuto anche, ci ricorda l’Ansa, come il Re dell'”usa e getta” o il Barone “dell’effimero” per tre invenzioni universalmente note e per certi versi “geniali”: la penna biro, il rasoio monouso e l’accendino senza ricarica.
Se però la genialità di chi ci ha tolto penna e calamaio per darci una comoda biro in plastica leggerissima (e di cui mordicchiare il tappo, chi non lo ha fatto alzi la mano) appare evidente, meno “illuminata” – perché come detto probabilmente sottovalutata a o del tutto ignorata (e da qui l’eterogenesi dei fini) – l’idea che sottosta a questi strumenti: l’usa e getta, appunto.
La biro viene considerata “il prodotto perfetto, a un prezzo così basso da essere comprabile da tutti” e ancora oggi se ne vendono oltre 14 milioni di esemplari al giorno. Che significa nel giro di non molto tempo 14 milioni di penne che finiscono nella spazzatura e, attenzione, si tratta di cui non si può riciclare alcunché – come noto infatti non sono imballaggi. Stessa sorte per rasoio monouso e accendino. Alla faccia dei rifiuti zero!
Il gruppo Bic oggi è un vero e proprio impero – vendite in 160 paesi, in tutti i continenti, con 3,2 milioni di punti vendita e 9.700 dipendenti in giro per il mondo e 25 milioni di prodotti di cancelleria venduti ogni giorno – e il signor Bich è ormai morto da vent’anni. Tuttavia, se davvero vogliamo cambiare il nostro modello di sviluppo a favore di uno più sostenibile, l’usa e getta deve diventare nei “libri di scuola” l’equivalente dell’origine del male. Naturalmente nessuno può dare la colpa a Bich, che intuì semplicemente i bisogni dei consumatori prima di tutti gli altri, ma oggi non può certo più essere preso a modello per alcunché. E anche i consumatori devono aver presente che nessun pasto è gratis, e che dietro a un basso costo ce n’è quasi sempre uno alto che paga l’ambiente e quindi anche noi.