Life Cycle Assessment (LCA): origini, standard normativi e struttura operativa
[20 Febbraio 2015]
Negli anni ’60 del secolo scorso inizia a farsi strada un approccio all’ambiente che abbracci l’intero ciclo di vita, il cosiddetto “Environmental Life Cycle Thinking”. Alcune industrie iniziano ad applicare alcune tecniche di analisi energetica e si interessano a temi quali il risparmio di energia e risorse nonché il monitoraggio di reflui ed emissioni in ambiente. Si comincia a parlare di metodologie di indagine eco balance, energy and environmental analysis, resource and environmental profile analysis, e solo più tardi arriveranno i concetti di cradle to grave analysis e life cycle analysis quando ci si rese conto che l’interesse doveva spostarsi dai singoli step produttivi al sistema nella sua interezza e complessità.
È negli USA degli anni ’70 che l’Agenzia per l’ambiente EPA (Environmental Protection Agency) promuove le indagini REPA (Resource and Environmental Profile Analysis) finalizzate per la prima volta a studiare e confrontare il ciclo di vita dei principali materiali utilizzati nelle grandi produzioni industriali (ad es. Coca Cola, Mobil Chemical Company). Nel frattempo si pongono sempre più al centro dell’attenzione dei ricercatori tematiche quali la limitatezza del pianeta, lo sfruttamento delle risorse e i sempre più evidenti impatti ambientali. Grazie a tutto ciò ed anche al rilevante testo “Manuale di analisi energetica” di Bouestead e Hancock (1979), vengono messe le basi della attuale metodologia LCA che da allora divenne strumento di supporto per l’analisi ed il miglioramento delle attività produttive.
Nel 1990 viene finalmente ideato dal congresso Setac (Society of Environmental Toxicology and Chemistry) il termine LCA (Life Cycle Assessment) per definire, caratterizzare ed unificare in maniera univoca gli obiettivi delle analisi sul ciclo di vita. In seguito a ciò l’ISO (International Standards Organization) si applicò per standardizzare la metodologia che è oggi definita nelle norme ISO 14040 e 14044 del 2006.
In origine uno studio di LCA si componeva di 3 fasi:
- inventario o raccolta dati;
- interpretazione, per connettere i dati agli impatti ambientali;
- miglioramento del sistema tramite prove e scenari differenti.
Queste 3 fasi furono la base delle prime norme ISO su LCA (dalla 14040 alla 14043, anni 1997-98) sostituite nel 2006 dalla nuova ISO 14040 e dalla ISO 14044. In questi anni si sono quindi diffusi molti strumenti di calcolo, software e manuali basati sulle indicazioni e le procedure delle norme ISO e che hanno reso LCA una metodologia standardizzata e quindi utilizzabile diffusamente. Ciò non significa che LCA sia una metodologia completamente definita: la ricerca va avanti, servono banche dati di riferimento, nuovi metodi di calcolo degli impatti ambientali e modelli di riferimento per l’interpretazione.
Ma cosa dicono le due norme ISO? La ISO 14040 riporta “Principi e quadro di riferimento” mentre la ISO 14044 “Requisiti e linee guida”: la prima in qualche modo sintetizza quindi a livello teorico cosa deve comporre una corretta valutazione LCA, mentre la seconda in qualche modo guida invece l’operatore nella sua esecuzione.
L’obiettivo chiave di una valutazione LCA è identificare come migliorare la performance ambientale di un sistema ma può diventare strumento per effettuare scelte chiave a livello di decision-maker, informare ed essere utilizzata come strumento di marketing.
Un studio di Life Cycle Assessment si basa sullo studio della cosiddetta “unità funzionale” e si divide in quattro fasi consequenziali: definizione di obiettivi e scopi, analisi dell’inventario (cioè la raccolta dei dati), valutazione degli impatti, interpretazione dei risultati. Una valutazione può variare anche sensibilmente a seconda di quali obiettivi e scopi ha: viene eseguita quindi in maniera schematica ma anche iterativa, ed è importante ricordare che restituisce valori di impatto potenziale e non reali su quanto succede in un sistema dipendenti fortemente anche dal grado di dettaglio e dagli intervalli di tempo considerati. I risultati devono quindi interpretati in maniera attenta, ricordando che non esistendo un metodo unico per condurre un analisi LCA valutazioni su uno stesso sistema possono portare a risultati diversi.
In conclusione viene spontaneo chiedersi: come si esegue uno studio di LCA? Quali dati servono? Come si calcola l’impatto sull’ambiente? Ve lo raccontiamo nella prossima puntata!