L’Ue tra diritto all’informazione e razionalizzazione delle comunicazioni ambientali
[12 Giugno 2017]
L’Ue garantisce al pubblico europeo il diritto di essere informato a proposito della qualità dell’ambiente naturale che lo circonda e di sapere se le azioni dell’Ue hanno prodotto dei miglioramenti: il legislatore Ue, infatti, cerca di informare l’opinione pubblica europea sui risultati ottenuti dai monitoraggi e controlli e allo stesso tempo cerca di semplificare gli oneri di comunicazione a carico delle amministrazioni e delle imprese a livello nazionale.
Dalla relazione della Commissione al Parlamento, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni “Azioni per la razionalizzazione delle comunicazioni in materia di ambiente” emerge che la legislazione dell’Ue in materia di ambiente produce vantaggi tangibili, dei quali l’opinione pubblica europea è informata. Nonostante il giudizio globalmente positivo, sono state però intraprese – o sono in via di completamento – molte attività centrate sulla razionalizzazione. Il controllo dell’adeguatezza ha individuato un certo numero di settori specifici e trasversali in cui sono possibili miglioramenti o dove esplorare nuove piste. Questo anche alla luce delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie che consentono di ottenere dati geograficamente specifici e in tempi rapidi.
Si tratta di nuove azioni che consentiranno una comunicazione ambientale più trasparente e più mirata e un controllo regolamentare più efficace. In tal modo vengono semplificati ulteriormente gli obblighi, così da ridurre gli oneri amministrativi pur contemporaneamente rafforzando la base di conoscenze. Questo va a vantaggio delle amministrazioni, delle imprese e del pubblico europeo, perché si può ottenere una riduzione degli oneri amministrativi pur mantenendo o migliorando i vantaggi, soprattutto grazie a un incremento dell’efficienza e della trasparenza.
Dunque affinché un singolo cittadino possa apprendere lo stato dell’acqua che beve o dell’aria che respira deve avere la possibilità di essere informato e di accedere a tale informazioni. Dal punto di vista di chi deve informare ciò comporta il saper gestire i flussi d’informazione.
Le informazioni a livello europeo hanno di solito origine a livello locale: il monitoraggio ambientale dell’inquinamento atmosferico, dello stato dell’ambiente naturale, della qualità dell’acqua e così via si incentra sulla verifica di ciò che accade all’ambiente “sul campo”. Poi le informazioni sono comunicate all’Ue e al pubblico. All’Ue le informazioni servono per il controllo, ossia per verificare se la normativa raggiunga effettivamente i suoi obiettivi.
Le relazioni della Commissione che riguardano le politiche e l’ambiente forniscono fatti e informazioni essenziali a vantaggio di un processo decisionale informato. In effetti, la comunicazione è un elemento essenziale per l’analisi, il dialogo e la collaborazione che avvengono nel corso del riesame dell’attuazione delle politiche ambientali .
Ma la comunicazione comporta costi per gli Stati membri e le imprese. Per questo l’Ue cerca di trovare un equilibrio tra l’esigenza di fornire informazioni più affidabili e i costi che ne derivano. Ed è per questo motivo che nel maggio del 2015, con il pacchetto «Legiferare meglio» , ha avviato un riesame degli obblighi di comunicazione, anche nel settore ambiente, sotto forma di un controllo dell’adeguatezza in materia di comunicazione e controllo regolamentare.