Il caso virtuoso degli ecobonus

Primo maggio e green economy, Realacci: «Festeggiare il lavoro creando lavoro di qualità»

[30 Aprile 2014]

Il modo migliore per festeggiare il primo maggio è creare lavoro puntando sulla qualità e sull’innovazione, investendo su politiche capaci di creare rapidamente buona occupazione. Come l’ecobonus per l’edilizia. Gli incentivi fiscali per ristrutturazioni ed efficienza energetica in edilizia, secondo le stime aggiornate di Cresme e Servizio studi della Camera, infatti nel 2013 hanno prodotto circa 28 miliardi di investimenti, qualificando il sistema imprenditoriale del settore, riducendo i consumi energetici, l’inquinamento e le bollette delle famiglie e garantendo quasi 340.000 posti di lavoro considerando anche l’indotto.

Un successo straordinario e una cifra che sfiora i due punti percentuali di Pil e rappresenta una vera boccata di ossigeno per rimettere in moto un settore importante come l’edilizia che ha pesantemente risentito della crisi. Proprio per dare forza a questa edilizia di qualità è necessario stabilizzare l’ecobonus, estenderlo al consolidamento antisismico e allargare la platea dei beneficiari anche alle imprese, all’edilizia sociale e strutture turistiche

La scommessa sull’ambiente è centrale per rilanciare l’economia a partire dalla green economy. Basti pensare che dall’inizio della crisi, come evidenziato da un recente rapporto di Symbola e Unioncamere, il 22% delle nostre imprese hanno investito in tecnologie per ridurre l’impatto ambientale e risparmiare energia, creando ricchezza e occupazione. Grazie a questa green Italysono stati prodotti nel 2012 oltre 100 miliardi di valore aggiunto e vengono impiegati 3 milioni di green jobs. Un’economia verde che abbraccia tutti i settori produttivi e di cui è protagonista di primo piano anche l’edilizia legata alla riqualificazione del patrimonio esistente, al risparmio energetico, alla sicurezza antisismica, che non consuma nuovo territorio. Per ridare speranza al Paese e tornare a guardare con fiducia al futuro, insomma, serve un’idea di Italia che scommette sulla qualità e sulla green economy.

di Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera