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Milano Moda Donna, Greenpeace: «Sfila il flop della sostenibilità della moda italiana»

L’alta moda non accetta la sfida “The Fashion Duel”
 |  Approfondimenti

Inizia “Milano Moda Donna” e Greenpeace lancia un duro attacco partendo da un primo bilancio della campagna www.thefashionduel.com che fin da febbraio ha sfidato 15 case d’alta moda ad eliminare la deforestazione e le sostanze tossiche dalle proprie filiere. La campagna di Greenpeace era partita con un guanto di sfida, simbolo dell’iniziativa, e l’invio di un questionario su tre importanti segmenti delle filiere produttive di 11 grandi firme italiane e 4 francesi: pelle, carta per il packaging ed utilizzo di sostanze chimiche..

La valutazione dei questionari e gli impegni formali presi sino ad ora dalle aziende hanno consentito a Greenpeace di stilare la classifica “The Fashion Duel” e gli ambientalisti sottolineano che «Valentino Fashion Group si conferma unico marchio ad avere accettato la sfida impegnandosi con i propri consumatori, mentre due grandi brand dello stile italiano – che negli ultimi mesi hanno avviato un confronto apparentemente costruttivo con Greenpeace – hanno mancato l’obiettivo non prendendo un impegno pubblico per l’eliminazione delle sostanze tossiche dai propri prodotti: Armani e Gucci».

Greenpeace non nasconde la sua delusione «Per Armani e Gucci che perdono l’occasione di poter salire sul podio della moda verde. Nessun ulteriore impegno da Ermenegildo Zegna, Versace e Ferragamo. Mentre altre aziende come Prada, Dolce e Gabbana, Alberta Ferretti, Trussardi e Roberto Cavalli continuano a rifiutarsi anche solo di rispondere a una richiesta di trasparenza da parte di Greenpeace, rimanendo così in fondo alla classifica».

Chiara Campione, Project Leader di #thefashionduel, avverte che «Dietro al glamour e alla bellezza che vedremo sfilare nei prossimi giorni in passerella c’è un mondo che l’industria della moda ci vuole nascondere. È un mondo pieno di materie prime pericolose, che sta lentamente contaminando i nostri fiumi e distruggendo gli ultimi polmoni del pianeta. Con #thefashionduel abbiamo voluto sfidare l’alta moda sul campo di battaglia dello stile, dell’etica e del rispetto della vera bellezza: le ultime foreste e le risorse idriche globali – continua Campione –. Ad eccezione di Valentino Fashion Group che in questi mesi ha intrapreso le prime azioni pubbliche e concrete per eliminare le sostanze tossiche e la deforestazione dai nostri vestiti, il settore della moda ha fallito. Mentre queste case di moda fanno risplendere le loro ultime collezioni sulle passerelle milanesi Greenpeace è sul campo a documentare gli effetti delle loro irresponsabili politiche produttive. Alle aziende dell’alta moda abbiamo dato un anno di tempo per accettare la sfida e collaborare insieme a Greenpeace e alle comunità locali per invertire la rotta della distruzione e della contaminazione. Il termine scade a Febbraio del 2014. Non c’è tempo da perdere».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.