Nucleare iraniano: niente di nuovo nelle “rivelazioni” del premier israeliano Netanyahu
La Mogherini e gli europei: l’Iran rispetta i patti. Gli iraniani: da Netanyahu spettacolo puerile e perfino ridicolo. Il segretario di Stato Usa Pompeo: le prove che Teheran in passato ha mentito
[1 Maggio 2018]
Ieri, presentando una mole impressionante di documenti in farsi, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha detto: «Stasera riveleremo prove nuove e definitive del programma segreto per armi nucleari dell’Iran». A parte che molto di quel che Netanyahu sul programma segreto di armi nucleari iraniane era già noto anche in documenti dell’International atomic Energy agency (Iaea) per accordo G5+1 (Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia, Usa e Germania) e Iran, le migliaia di pagine di documenti sul nucleare iraniano in possesso dei servizi segreti israeliani sembrano dar ragione a Teheran quando accusava (e accusa) Israele di avere in Iran una rete di spionaggio che si sarebbe resa colpevole anche dell’eliminazione di alcuni scienziati nucleari iraniani.
Netanyahu ha accusato l’Iran di condurre il “Project Amad”, un programma segreto di armi nucleari, e ha detto che gli iraniani hanno continuato a studiare le armi nucleari dopo che il progetto è stato chiuso nel 2003, dopo la rivelazione nel 2002 da parte di un gruppo di opposizione iraniano in esilio che l’Iran stava costruendo siti nucleari segreti in violazione del Trattato di non proliferazione nucleare, di cui l’Iran è firmatario.
E’ strano che le accuse vengano da un Paese, Israele, che quel trattato non lo ha mai voluto firmare e che si è davvero dotato di armi nucleari e che ha centrali nucleari che invece – secondo Netanyahu – l’Iran non dovrebbe avere perché in realtà servono a produrre materiale per fabbricare armi nucleari…
Il premier israeliano ha presentato quella che ha detto essere la prova di migliaia di “file nucleari segreti” che dimostrerebbero che, prima che l’accordo nucleare con il G5+1 fosse firmato nel 2015, l’Iran aveva mentito sulle sue ambizioni nucleari.
Come sottolinea la BBC, «Il primo ministro israeliano non ha fornito prove del fatto che l’Iran abbia violato l’accordo da quando è entrato in vigore all’inizio del 2016. Ma ha insistito che il Progetto Amad si stato continuato al ministero della difesa iraniano, citando il capo del programma che ha detto; “Le attività speciali vengono svolte sotto il titolo di sviluppi del know-how scientifico”».
Anche per il il corrispondente diplomatico della BBC Jonathan Marcus «L’affermazione di Israele di avere file rubati e consultati da un archivio nucleare iraniano segreto in un impianto di Teheran potrebbe essere un’ audace storia di spionaggio, ma al di là di questo non c’è molto di nuovo».
Netanyahu ha dichiarato di aver condiviso i file con Usa e di averli presentati all’Iaea. Se per il segretario di stato Usa Mike Pompeo quelle presentate da Netanyahu sono le prove che l’accordo nucleare G5+1 Iran con l’Iran è stato «costruito sulle menzogne» e che i documenti rivelati dal primo ministro israeliano sono autentici, Per Pompeo «I documenti ottenuti da Israele dall’interno dell’Iran mostrano oltre ogni dubbio che il regime iraniano non stava dicendo la verità. Fino ad oggi, l’Iran ha nascosto un vasto archivio atomico al mondo e all’Iaea». Pompeo ha anche avvertito che ora gli Usa stanno «valutando cosa significa la scoperta dei file nucleari segreti iraniani per il futuro».
La BBC News scrive che «Gli analisti dicono che non mostrano nulla di nuovo», sottolineando che sono state proprio le preoccupazioni per le ambizioni nucleari dell’Iran che hanno portato all’accordo voluto da Barack Obama e contro il quale si oppone Donald Trump che, dopo aver assistito alla presentazione di Netanyahu, ha affermato che «La situazione non accettabile« e che prenderà una decisione se mantenere l’accordo nei prossimi 12 giorni. Rob Malley, che era nel team negoziale con l’Iran per l’amministrazione Obama, ha minimizzato le accuse, dicendo che «non sono niente di nuovo».
Le dichiarazioni e i documenti di Netanyahu non sembrano aver impressionato molto nemmeno le potenze europee firmatarie dell’accordo e britannici e francesi, affermano che l’Iran ha rispettato il Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa). Un portavoce del governo britannico, firmatario dell’accordo, ha affermato che continuerà a sostenerlo, aggiungendo: «Non siamo mai stati ingenui con l’Iran e le sue intenzioni nucleari». Anche l’Iaea ha più volte detto che l’Iran sta rispettando i patti e la pensa così anche l’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione eusropea, Federica Mogherini, che dopo le rivelazioni dei servizi segreti israeliani ha detto: «Da quello che abbiamo visto dalla sua esposizione, il primo ministro Israeliano Netanyahu non ha messo in dubbio l’adempimento dell’Iran dell’accordo sul nucleare,che non è basato su buona fede o fiducia, ma su impegni concreti, meccanismi di verifica e un rigido monitoraggio dei fatti» e questi certificherebbero come «l’Iran rispetti pienamente i patti».
In una nota la Mogherini scrive: «Prima di tutto, la reazione può essere solo preliminare, perché, com’è ovvio, dobbiamo fare una verifica nei dettagli» di quanto rivelato da Netanyahu, «vedere i documenti e ottenere il parere dell’Iaea» che «è l’unica organizzazione imparziale, internazionale che ha il mandato di verificare gli impegni dell’Iran». La Mogherini boccia lo show mediatico del premier israeliano: «Non ho visto da parte di Netanyahu argomenti che provino una violazione da parte dell’Iran», dell’accordo sul nucleare che «fu creato proprio perché fra le parti non c’era la fiducia».
Quasi irridente la reazione dell’Iran: il vice ministro degli esteri di Teheran, Abbas Araghchi, ha detto alla tv pubblica iraniana che «Quello del premier israeliano Benjamin Netanyahu sul dossier nucleare iraniano è stato uno spettacolo puerile e perfino ridicolo. Uno show organizzato in anticipo con il fine di influenzare la decisione di Trump se rinnovare o meno l’adesione degli Usa all’accordo sul nucleare del 2015. O magari si tratta di un piano coordinato fra lui e Trump per distruggere il Jcpoa».
Le “rivelazioni” di Netanyahu arrivano dopo un nuovo attacco missilistico alle basi militari del regime siriano – che hanno fatto vittime anche tra i “volontari” iraniani – e che Teheran e molti esperti attribuiscono a Israele. Secondo la televisione di Damasco l’attacco ha provocato almeno 40 morti e oltre 60 feriti e durante il bombardamento, sono stati lanciati 9 missili balistici che hanno colpito alcune postazioni militari nel nord della Siria. Una fonte delle forze di sicurezza del regime di Bashir al Assad ha spiegato che «Un deposito di armi della 47esima brigata dell’esercito siriano è stato attaccato vicino a Hama. Di conseguenza si sono verificate esplosioni potenti e grandi incendi». Anche secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani di Londra i missili provenivano da Israele e sarebbero state colpite anche le basi vicino all’aeroporto di Aleppo, Damasco non ha ancora indicato ufficialmente i responsabili dell’attacco.
Gli iraniani sono anche preoccupati per quanto detto prima delle “rivelazioni” di Netanyahu dal segretario di Stato Usa in visita in Arabia Saudita: «L’obiettivo dell’Iran resta quello di dominare il Medio Oriente». Pompeo ha poi accusato Teheran di vendere armi ai combattenti yemeniti di al Houthi dello Yemen e di sostenere il governo del presidente siriano di Bashir al Assad. Per il ha affermato il portavoce degli ministero degli esteri iraniano, Bahram Ghassemi, «Le parole pronunciate dal Segretario di stato americano sulla presenza e sul ruolo della Repubblica islamica d’Iran in alcuni Paesi della regione sono la ripetizione di accuse assurde e infondate. La presenza [iraniana in Siria e in Iraq] risponde alla richiesta del governo legittimo di questi due Paesi e si esercita nel quadro della lotta contro il terrorismo nella regione e questa assistenza continuerà fin tanto che questi governi avranno bisogno di aiuto in questa lotta».
Di fronte a questa offensiva diplomatica che rischia di diventare militare (e che in Siria già lo sarebbe), il capo dell’Organizzazione dell’energia atomica iraniana, Ali Akbar Salehi. ha detto che «Il progetto per creare un motore nucleare iraniano sta andando bene, è stato elaborato il progetto del suo sviluppo» e, come a rispondere agli “avvertimenti” di Netanyahu, ha spiegato che «Questo progetto sta andando bene, è un progetto a lungo termine, non a breve termine. 6 Paesi hanno forze nucleari, 5 dei quali sono membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e un solo Paese è dotato di un motore nucleare e non fa parte del Consiglio di Sicurezza, è l’India». In precedenza il capo dell’Organizzazione dell’industria navale iraniana del ministero della Difesa, Amir Rasteraghi aveva detto ha all’agenzia Tasnim che «Teheran è in grado di creare un sottomarino a propulsione nucleare. L’ufficio sta negoziando per la sua creazione con l’Organizzazione dell’energia atomica iraniana».
Già a gennaio Salehi aveva annunciato che «Il presidente iraniano Hassan Rouhani ha dato disposizione di realizzare il progetto per la creazione di un’istallazione a propulsione nucleare».
Le “rivelazioni” di ieri sembrano proprio l’ennesimo cerino gettato da Netanyahu in un Medio Oriente già in fiamme e pronto ad esplodere in nuovi conflitti inimmaginabili.