L’associazione ambientalista individua tre pilastri per un quadro di fattibilità sostenibile
Parco della Piana e aeroporto, Legambiente: «Peretola può diventare la Val di Susa della Toscana»
«Necessario abbassare i toni dello scontro». La replica all’aut aut di Rossi, sulla linea “O la nuova pista o tutti a casa”
[5 Giugno 2013]
«Con il richiamo risoluto, quasi un aut aut, rivolto ieri ai consiglieri del PD dal Presidente Rossi, a nostro modesto avviso non si va da nessuna parte!». Questo il severo giudizio di Legambiente sull’ultima uscita del presidente della Giunta Regionale. Al di là del progetto integrato di mobilità sostenibile “Tram della Piana”, su cui la Regione aveva aperto degli spazi di confronto, il presidente si convinca che c’è un unico quadro di fattibilità sostenibile che tiene tutto assieme. Questo quadro passa per:
– un preambolo fondamentale che consiste nella disponibilità ad accettare la valutazione d’impatto ambientale e sanitaria (VIA e VIS) basate su una seria piattaforma di piano industriale (ad esempio: quanti e quali voli in futuro?) e non su modelli di calcolo assolutamente teorici;
– la ricezione alta e coerente delle seguenti tre “misure”:
Prima. Se davvero si vuole “qualificare” e “mettere in sicurezza” l’aeroporto, occorre assolutamente rinunciare al salto di categoria dell’aeroporto di Firenze e quindi al suo potenziamento, così come previsto dalla variante urbanistica al PIT.
Seconda. La holding tra Pisa e Firenze è necessaria ma non sufficiente. Occorre fare tutti gli sforzi possibili affinché ci sia anche l’integrazione con Bologna puntando alla creazione di un “sistema aeroportuale tosco-emiliano”. La Politica su questo può, anzi deve.
Terza. Uno sviluppo del traffico passeggeri fino alla soglia massima di 3 milioni di passeggeri/anno, con l’introduzione di una clausola di sostenibilità (retta su solidi accordi economici tra AdF, SAT e SAB). Oltre tale soglia, i passeggeri sono deviati a Pisa o Bologna, al fine di attenuare gli impatti diretti sull’ecosistema urbano fiorentino. Si chiama “capacità di carico del territorio” e non si può non tenerne conto, vista la situazione di forte compromissione ambientale dell’area.
Ciò a cui stiamo assistendo è la distruzione di un sogno. Realizzare la nuova pista del Vespucci significa infatti affossare una volta per tutte il Parco Agricolo della Piana, la più importante pianificazione ecologica di scala metropolitana per cui ci siamo battuti in questi anni. E questo, per Legambiente, è semplicemente inaccettabile. L’associazione richiama pertanto alla mobilitazione i Sindaci e tutti i cittadini della Piana per fare fronte comune! Siamo preoccupati e addolorati, ma non rassegnati.