Renzi nel (bel)paese delle meraviglie e il nuovo ministro dell’Ambiente
[24 Febbraio 2014]
Non è competente in materia; nelle rare occasioni in cui se ne è occupato lo ha fatto per schierarsi a favore del nucleare; la sua nomina è molto più degna del manuale Cencelli della primissima repubblica che del rottamatore della seconda; però è una brava persona. Di chi stiamo parlando? Ma del neo ministro all’Ambiente Gianluca Galletti, naturalmente, e di come i lettori di greenreport hanno interpretato la sua nomina. Una notizia che in migliaia hanno voluto approfondire proprio sul nostro giornale, che abbiamo avuto se non altro il merito di metterla in evidenza.
Sì, in evidenza, perché in pochi lo hanno fatto, andando forse dietro all’idea – che dimostra di avere lo stesso Renzi – che il ministero dell’Ambiente non conti niente: una roba che si deve mettere perché ce l’ha tutta l’Europa ma che può essere lasciato alla fine, come casella da riempire per soddisfare questo o quel partitino post-democristiano. E può darsi pure che sia così, di certo non lo è per noi che lo avremmo sacrificato per un ministero dello Sviluppo sostenibile, ma che in mancanza di quest’ultimo lo riteniamo ancora fondamentale. Per questo la scelta di Galletti appare inadeguata, perché se non si voleva confermare Orlando – che nonostante l’incompetenza iniziale almeno si era fatto ben guidare – c’erano personalità con bel altro pedigree. Facile dire Ermete Realacci, ma non era il solo.
Invece si è preferito pescare una brava persona – ci mancava pure fosse cattiva – dell’Udc, un partito di cui non si sentiva nemmeno più parlare (e non se ne sentiva nemmeno la mancanza) recintato attorno a quel nulla ben vestito di Pierferdinando Casini. La domanda che ingenuamente ci facciamo è semplice: perché? Se la risposta è che è il gioco della politica, per noi è solo la conferma di ciò che pensiamo della spregiudicatezza esibita e rivendicata da Renzi. Se è perché l’idea – per certi versi assolutamente giusta – di sburocratizzare il Paese si vuol far passare da uno yes man al ministero dell’Ambiente, allora c’è anche da preoccuparsi maggiormente. Tertium non datur, ma qualora ci fosse un altro motivo, speriamo ovviamente che sia qualcosa di sorprendentemente positivo e di ambientalmente sostenibile.
Un commercialista all’Ambiente, come la giri la giri, suona assai male anche se un vecchio film ci ricorda che pure loro “hanno un’anima” (con tutto il rispetto per i nostri e gli altrui commercialisti). Speriamo che sia un’anima verde, ma di certo sembra uno mandato lì a fare i conti con quel pochissimo che di solito viene dato al ministero più subissato di tagli della storia italiana.
Poco dopo il suo insediamento Galletti ha detto comunque che «in Italia abbiamo un problema idrogeologico che si perpetua da anni: ritengo che i primi provvedimenti debbano riguardare questo tema», e sarebbe un bell’inizio. Ma facciamo fede a quanto ha detto Renzi, ovvero che questo governo non è quello degli spot, e quindi aspettiamo i fatti, che nel caso significano un piano nazionale e una dote di euro assai pingue. Diversamente saranno pure queste chiacchiere e allora – chiacchiere per chiacchiere – dovremmo tener di conto che il 9 gennaio, lo stesso neo ministro, scrisse perentorio sul suo profilo Twitter (vedi foto allegata, ndr) che “Se @matteorenzi decide di mandare a casa il governo si assume la responsabilità di far tornare il Paese nel caos”. Certo, in quanto a coerenza fa il paio con i tweet di Renzi sul non volere la poltrona di Letta, e malignamente si potrebbe pensare che è su questo modus operandi che si sono trovati.
Sembra di essere dentro ad Alice nel (bel)paese delle meraviglie che ci ricorda come «se io avessi un mondo come piace a me», e forse come piace a Renzi, «là tutto sarebbe assurdo: niente sarebbe com’è, perché tutto sarebbe come non è, e viceversa! Ciò che è non sarebbe, e ciò che non è sarebbe!». Ma purtroppo, come abbiamo già detto, non siamo nelle condizioni, oppure siamo nelle tragiche condizioni, di non potersi di certo augurare che fallisca anche il governo Renzi delle inopinate larghe intese, compresi i ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico nuclearisti. Perché appare sempre più come il jolly del mazzo, uscito però per ultimo… e quindi come estrema chance. Dunque non tagliamogli la testa. Ma che fatica essere italiani, ambientalisti poi non ne parliamo.