Skip to main content

Repressione in Turchia: arrestato il rappresentate di Reporters sans frontières

Erol Önderoglu dalla prigione: «Rivendicare i nostri valori ci renderà più forti»
 |  Approfondimenti

Erol Önderoglu, che dal 1996 è il rappresentante di Reporters sans frontières (RSF) in Turchia, è stato arrestato il 20 giugno e il segretario generale dell’Onu, an Ki-moon ha espresso la sua grande preoccupazione ed ha chiesto al governo turco la sua rapida liberazione e quella di Şebnem Korur Fincancı, presidente della Fondazione per i diritti umani in Turchia, e dello scrittore Ahmet Nesin, arrestato il 20 giugno a Istanbul con l’accusa di propaganda terrorista. Per RSF l’incarcerazione di Önderoglu e degli altri due difensori della libertà do stampa «segna una nuova tappa nella criminalizzazione della difesa dei diritti umani ed è a nome di questa lotta che continueremo la nostra mobilitazione senza sosta».

Önderoglu è stato arrestato per aver pubblicato il 18 maggio 3 articoli sul giornale Özgür Gündem nei quali indagava sulle lotte di potere interne tra le forze di sicurezza turche e delle operazioni militari in corso contro i ribelli del PKK nel Kurdistan turco. Inoltre, da più di 20 anni, Erol Önderoglu si batte per difendere i giornalisti perseguitati e RSF dice che «Il suo rigore e la sua dirittura morale, riconosciuti da tutti, ne hanno fatto una personalità di riferimento in materia. Arrestando lui, è tutta la professione che le autorità turche cercano di intimidire. Imprigionato al termine di un’udienza a porte chiuse, condotto in manette, Erol Önderoglu è oggi vittima degli abusi che ha sempre denunciato».

Ieri, dalla sua prigione a Istanbul , Erol Önderoglu ha scritto: « Come giornalista, mi interesso di questioni giuridiche da molto tempo. Non mi ricordo un periodo in cui i difensori della pace hanno dovuto far fronte a tali pressioni e minacce di arresto in maniera così visibile come oggi. Le società libere e le opinioni pubbliche delle democrazie devono oggi agire in uno spirito di solidarietà. Rivendicare i nostri valori ci renderà più forti. Inviamo i nostri ringraziamenti a tutti i nostri colleghi, ai giuristi e alle persone sensibili alla nostra causa che ci hanno sostenuto dal giorno del nostro arresto».

Intanto, anche sulla spinta di una petizione di RSF, si è formata una coalizione internazionale per ottenere la liberazione di  Önderoglu, Fincancı, e Nesin: Ban Ki-moon, che il 21 giugno ha incontrato a New York il segretario generale di RSF Christophe Deloire, in un comunicato ha chiesto «la rapida liberazione dei 3 difensori della libertà di informazione in Turchia» e si è complimentato con RSF «per il suo lavoro coraggioso e indispensabile per proteggere la libertà di stampa e la libertà di espressione», dicendo di condividere la preoccupazione di Deloire per l’aumento di «minacce, attacchi e arresti di giornalisti che fanno solo il loro lavoro, e questo in tutto il mondo».

Il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ha detto che la persecuzione del governo di Ankara contro i giornalisti «prosegue senza sosta» e che questi arresti «Sono contro i valori dell’Ue», peccato solo che sia la stessa Ue che ha fatto con il governo turco un accordo sui profughi che quei valori li calpesta. .

Ma anche l’alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri, Federica Mogherini, ha detto che l’incarcerazione di Önderoglu, Fincancı, e Nesin  «va contro l’impegno della Turchia a rispettare i diritti dell’uomo, compresa la libertà dei media» e l’Organizzazione per la cooperazione e la sicurezza in Europa (Ocse) è andata oltre: «Ridurre queste persone al silenzio, riducendo così il dibattito pluralista,  è profondamente dannoso non solo per loro e per i loro parenti, ma anche per la società nel suo insieme - ha dichiarato Dunja Mijatović, responsabile Ocse per la libertà dei media – Le autorità devono abbandonare le accuse e cessare di utilizzare gli arresti come modo di lotta contro le voci differenti».

In un Tweet, il Commissario ai diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, si è detto costernato ed ha annunciato che solleverà la questione presso le autorità turche, che difficilmente daranno ascolto, visto che stanno reprimendo brutalmente, con carri armati e bombardamenti, la protesta dei kurdi nel sud est del Paese e che la Turchia è al 151esimo posto su 180 nella Classifica 2016 della libertà di stampa pubblicata da RSF.

RSF esige «la liberazione immediate e incondizionata di Erol Önderoglu e e dei suoi confratelli Ahmet Nesin e Sebnem Korur Fincanci. I procedimenti di accusa aperti contro di loro e altri 34 partecipanti alla campagna di solidarietà con Özgür Gündem devono essere immediatamente abbandonati».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.