Skip to main content

Rifiuti, tre semplici regole per una buona raccolta differenziata della plastica

Vanno conferiti solo gli imballaggi, senza residui organici, possibilmente schiacciandoli nel verso della lunghezza
 |  Approfondimenti

Per una gestione integrata e sostenibile dei rifiuti che generiamo ogni giorno, anche i singoli cittadini sono chiamati a svolgere un ruolo importante. A partire dalla raccolta differenziata: un mezzo utile per conseguire uno scopo, che è il riciclo, e sul quale è dunque necessario migliorare non solo in quantità ma anche in qualità.

Come spiega Gionni Ueid – il personaggio interpretato dal comico toscano Jonathan Canini, nella nuova campagna di comunicazione elaborata da Toscana circolare – basta davvero poco per fare la differenza e difendere l’ambiente.

Guardando alla raccolta differenziata dei rifiuti plastici, è importante iniziare tenendo a mente tre semplici regole.

La prima è ricordare che nella raccolta differenziata della plastica ci vanno solo gli imballaggi, ossia quei manufatti concepiti per contenere, trasportare, proteggere merci in ogni fase del processo di distribuzione e per i quali è stato corrisposto il Contributo ambientale Conai (Cac).

Gli altri vanno conferiti invece presso i centri di raccolta del proprio Comune, oppure nella raccolta indifferenziata. Perché gli oggetti in plastica non-imballaggio non possono essere immessi nella raccolta differenziata? Non perché gli altri non siano tecnicamente recuperabili, ma in quanto ad oggi i costi del sistema sono coperti in modo decisivo dal Cac, posto esclusivamente sugli imballaggi.

La seconda regola consiste nel ripulire gli imballaggi in plastica da eventuali materiali estranei, come i residui organici, in modo da favorire il successivo avvio a riciclo.

Sempre per aumentare le percentuali di avvio a riciclo è inoltre utile schiacciare correttamente gli imballaggi in plastica – ad esempio, una bottiglia –, ovvero quando possibile nel verso della lunghezza.

Un piccolo gesto che è però in grado di fare la differenza, sia ottimizzando gli spazi sia favorendo il successivo avvio a riciclo. Tutti gli impianti di selezione hanno infatti lunghi nastri che trasportano il materiale alle varie macchine selezionatrici. E gran parte di questi nastri sono in salita. Se la bottiglia è piena, o accartocciata male, questa rotolerà all’infinito sul nastro o avrà conseguenze negative sulla selezione automatica/ottica e manuale, con il risultato che alla fine cadrà nel bunker degli scarti.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.