Tariffe energia, gli italiani ancora restii ad entrare nel mercato libero
[19 Maggio 2014]
Per il piccolo consumatore domestico, la scelta del fornitore giusto di energia elettrica può comportare anche grandi risparmi. Per trovare una tariffa di energia elettrica vantaggiosabasta confrontare le offerte degli operatori presenti sul mercato e decidere se affidarsi al sistema di Maggior Tutela, dove i prezzi sono stabiliti periodicamente dall’Autorità per l’energia elettrica (Aiee) oppure al mercato libero, dove le tariffe sono concorrenziali.
Possono esserci numerosi fattori che influenzano la scelta: un’attenzione verso le fonti rinnovabili, ad esempio, oppure verosimilmente il consumatore è tentato dall’offerta più vantaggiosa in termini economici. Eppure, gli italiani non sembrano decidere in base al prezzo. A rivelarlo è questa indagine che Acquirente Unico ha commissionato ad Atlas per presentarla al Festival dell’Energia da poco conclusosi a Milano.
La ricerca ha evidenziato una scarsa mobilità dei consumatori tra sistema di Maggior Tutela e mercato libero. Infatti, l’83,9% degli intervistati (un campione di 2000 persone dai 18 ai 74 anni) ha dichiarato di essere rimasto nel mercato tutelato. I motivi che hanno scoraggiato il passaggio riguardano tendenzialmente lo scarso interesse suscitato dal mercato libero (40,3%), il livello di soddisfazione verso il proprio fornitore (12,9%) e la mancanza di informazioni sulle nuove compagnie (12,2%).
Il 10,4% del campione, poi, non riscontra un risparmio tale da convincere al passaggio alle tariffe concorrenziali mentre per il 7,5% non c’è alcuna differenza sostanziale tra i fornitori. Un intervistato su dieci, inoltre, ha paura di ricevere un trattamento peggiore nel passare al libero mercato. Come si evince dai dati, il prezzo è soltanto un fattore residuale nella scelta della tariffa di energia elettrica, come fa notare anche Paolo Vigevano, Presidente e AD di Acquirente Unico.
“Nell’analizzare le motivazioni di fondo di coloro che effettivamente cambiano fornitore” commenta Vigevano “al primo posto non c’è la ‘convenienza economica’, ma elementi, apparentemente accessori”. Infatti, chi ha computo il passaggio dal mercato tutelato al mercato libero lo ha fatto perché nutre più interesse per le novità ed è socialmente più sensibile alle problematiche connesse al consumo energetico.
Insomma, il passaggio al libero mercato indicherebbe più consapevolezza e una ricerca di “prodotti che trovano una concreta possibilità di successo proprio nella predisposizione all’innovazione”. Su questo dovrebbe quindi giocare la concorrenza e la ricerca di Acquirente Unico dà nuovi margini per impostare le strategie commerciali.
C’è da dire, però, che la causa principale di questa scarsa mobilità è soprattutto la mancanza di informazione: “per la maggior parte dei consumatori il prodotto è sostanzialmente indifferenziato” conclude Vigevano “ed è significativo il fatto che alcuni di coloro che hanno effettivamente cambiato fornitore, stando alle statistiche ufficiali, è superiore al numero di coloro che dichiarano di averlo fatto”. Insomma, alcuni tra i consumatori che si sono affidati al libero mercato non sanno nemmeno di averlo fatto.
Cecilia Parola