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Telecom e il messaggio “green” dei Club Dogo: «Spacco tutto». Ma non era ecologico?

 |  Approfondimenti

Lo stile è quello dell’hip hop italiano, ovvero il cantante (o il gruppo) belloccio e iper tatuato che scimmiottando gli omologhi oltreoceano canta il suo pezzo con l’aria che oggi si direbbe “wannabe”. Tutti lucidi e palestrati, ovviamente con il consueto stuolo di ragazze, anzi, corpi femminili che si lavano (vestite) sotto docce avveniriste o ballano riuscendo a trovare la spinta libidinosa anche se stanno pensando al global warming.

Quanto al trash l’Italia non si è mai fatta mancare nulla e il video di cui stiamo parlando entra a pieno titolo nella classifica estiva delle cose brutte e dannose. Telecom Italia è a capo di questo - a nostro parere - clamoroso epic fail con la rilettura di una nota canzone hip hop del gruppo “Club Dogo” a un messaggio “ecosostenibile” (vedi video in fondo pagina).

In occasione della Giornata mondiale della Gioventù, Telecom e il gruppo musicale hanno lanciato il video, insieme a “Respect”, un’applicazione per smartphone pensata come un prontuario per rendere le varie azioni quotidiane più sostenibili dal punto di vista ambientale.

Ma a guardare il video l’entusiasmo ecologista finisce subito. Già il titolo: “Spacco tutto”, e poi: «Quando arrivo devi farmi passare, Se rispetto devi rispettare. E voglio dire a tutta la gente non spaccate l'ambiente. Poi è l'ambiente che vi spaccherà - spacco tutto e dopo aggiusto tutto zio, spacco tutto e dopo aggiusto tutto zio». Questo è uno dei refrain. Per carità, parliamo di hip hop: il “rispetto” è tutto. Non importa se indossi abiti prodotti dall’altra parte del mondo da minorenni maltrattati o se il tuo stile di vita consuma 10 volte tanto rispetto ad un tuo coetaneo sudamericano: «Quando arrivo devi farmi passare».

Ma il Club Dogo - sotto il caustico mirino anche di Elio e le Storie Tese - non è il solito gruppo stereotipato e spendaccione. Ci tiene a far conoscere il proprio impegno: «Ho la differenziata zio così non mischio niente. Ho il sacco trasparente risparmio la corrente. Consumo intelligente rispetto per la gente». Intanto in sottofondo le ragazze continuano a farsi la doccia – una procapite s’intende: l’acqua viene giù che è una meraviglia, ma non è spreco, è forse solo la metafora del ripulire l’ambiente?

E mentre viene improvvisato un basket-differenziato, le decine di lampadine accese – notoriamente simbolo del risparmio energetico - mostrano di nuovo i contorni delle ragazze, le mazze da golf esibite dai rapper che “spaccano”, le scritte sulle nocche delle mani. Le stesse lampadine che alla fine verranno spaccate proprio per mostrare – provocatoriamente, s’intende – la lotta allo spreco di energia.

L’ecologia, cara Telecom, è prima di tutto una condizione della mente, come ci ricordava Gregory Bateson. È un sistema, un insieme di pratiche, l’accettazione della complessità sociale e relazionale dell’animale uomo, del suo “io” e del suo rapporto con il mondo, dei suoi limiti, della sua condizione subordinata e dipendente.

Si dirà che Bateson ricordava anche che la madre più efficace è quella che offre al suo bambino un gelato dopo che è riuscita a fargli mangiare gli spinaci. Un gelato però, non una caramella avvelenata. Perché l’estetica proposta, lo stereotipo del “cool” a tutti i costi, delle donne presenti solo come ornamento, e di questa logica che lega il dovere civico e ambientale alla sola prospettiva dell’accettazione sociale e “dell’empowerment” individuale (e individualista), è il trash in senso letterale: è questa la spazzatura più difficile da smaltire, non solo quella che raccolgono i camion tutte le mattine.

Ma la rete non perdona, e i commenti esplosi in meno di una giornata sono spesso impietosi. Basta leggerne qualcuno degli oltre 200 che a 24 ore dalla pubblicazione del video su You tube sono stati scritti dagli utenti: “jake” dice "cerco di girare a piedi così l'aria non si riempe di fumo" detto da uno che ha un Harley-Davidson e una Porsche 911”; un altro aggiunge: “Mi viene voglia di inquinare”, qualcuno si chiede: “I Dogo in quale sacco vanno messi? Vorrei riciclarli in modo pulito, se fosse possibile!”

Cinzia Colosimo

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.