Riceviamo e pubblichiamo
In Toscana sul ruolo delle istituzioni non tira buon vento
[7 Febbraio 2017]
Già prima del referendum del 4 dicembre sul ruolo delle istituzioni il confronto politico presentava più di qualche zona grigia. In particolare sulle vicende ambientali, che da noi hanno sempre avuto una grande importanza anche nel dibattito nazionale.
Già la messa in pensione delle province che avrebbero dovuto anche essere tolte dalla Costituzione aveva creato problemi a partire dal governo del territorio; vedi parchi e aree protette. Il quadro dopo il referendum non è certo migliorato, visto che restano in Costituzione. Ma di problemi ne avevamo registrati parecchi altri come vedemmo nel dibattito sulla nuova legge regionale sul paesaggio, che costò il posto all’assessora Marson. Non ne uscirono meglio, per ragioni opposte, alcuni dei maggiori dirigenti del Pd toscano. Quelli per intenderci che dinanzi alle pretese crescenti dello Stato che con il Nuovo Titolo V si erano allineati senza colpo ferire. Ma, come per le province, le cose non gli sono andate bene. Soprattutto, sull’ambiente non pare che abbiano intenzione di cambiare musica, come conferma l’assoluta mancanza di una qualsiasi sede o strumento regionale che consenta un minimo di confronto effettivo su decisioni che non si sa chi prende e decide. L’unica cosa sicura è che chi non la pensa come loro – si chiami pure Asor Rosa – è anche sbeffeggiato pubblicamente. Con tanti saluti ad una tradizione che ci ha sempre visti aperti e disponibili al più serio confronto anche nazionale.
E se non bastasse, in questi giorni che vedono l’ambiente al centro di un contesto nazionale e internazionale quanto mai allarmate e grave, si è tornati alla carica contro la presidenza di Enrico Rossi che avrebbe addirittura paralizzato la regione per sue manfrine politiche. Intanto dalla Tirrenica alla fauna, dalla costa alle cave dell’Apuane si sanno aspettando finalmente interventi e misure attesa da tempo che non riescono a vedere la luce. Anche in questo tra i più agguerriti l’On Gelli, che raramente ci azzecca. Non sarebbe il caso di discuterne anche in qualche sede politica, Circoli compresi? Qui non servono né le primarie né le secondarie.
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