Un secolo di geotermia? No, almeno duemila anni
Il 20 agosto del 1913 veniva inaugurata a Larderello, la prima centrale elettrica alimentata dalla risorsa geotermica. Ma la storia della geotermia toscana è molto più lunga.
[26 Agosto 2013]
Ricorre quest’anno il centesimo anniversario da quando, nei dintorni di Larderello (nel Comune di Pomarance, in provincia di Pisa), fu costruita la prima centrale geotermoelettrica al mondo, denominata “Larderello 1”. Nel corso di questi 100 anni la geotermia toscana ha fatto scuola per lo sviluppo dell’utilizzo della risorsa del sottosuolo a livello planetario. Basti pensare che dovremo aspettare sino agli anni ’50 del secolo scorso per vedere la costruzione di una centrale geotermoelettrica in un paese estero (la Nuova Zelanda).
Le prime testimonianze della presenza di fumarole, lagoni, geysers, getti di vapore, sorgenti d’acqua calda nell’area di Larderello, la cosiddetta Valle del Diavolo, possono essere fatte risalire all’era paleolitica, mentre è cosa certa e documentata (anche attraverso scavi archeologici) che sia gli etruschi prima e i romani poi utilizzassero questa risorsa a scopi sacro-termali. Non va dimenticato infatti che nella maggior parte dei casi gli stabilimenti termali fossero anche sede di veri e propri complessi religiosi dedicati alle divinità cui era affidata la cura della salute.
La stessa indicazione di Aquas Volaternas e Aquae Populoniae rilevabile all’interno della Tabula Itineraria Peutingeriana (forse la più antica guida “turistica” di cui disponiamo, che riportava indicazione di tutti gli stabilimenti sacro-termali) sembra più far riferimento ad un’area all’interno della quale era possibile trovare così tante realtà termali da non consentirne una capillare elencazione sulla “tabula”. Ebbene, proprio al centro di queste due indicazioni si trova quella che oggi definiamo “Area Geotermica Tradizionale”.
Nel Medioevo anche l’uso della risorsa del sottosuolo a fini termali ebbe un declino e fu solo nell’anno Mille che l’estrazione e l’uso dei prodotti associati alle manifestazioni geotermiche ripresero vigore. Un mercato che divenne fiorente nel Rinascimento, tanto da generare continue dispute tra le varie città toscane per il possesso delle aree termali. In quell’epoca venivano studiate e applicate le proprietà terapeutiche dei risultanti delle manifestazioni naturali -acque, fanghi e vapore- nella cura di molte malattie.
Fu poi Paolo Mascagni, nel 1799, a brevettare il metodo per l’utilizzazione del calore naturale a mezzo di caldaie metalliche interrate in aree di “manifestazioni fumaroliche”, e a suggerire la possibilità di utilizzare il calore naturale per l’evaporazione delle acque dei lagoni. Ma solo nel 1812 che si costituì una società che per prima tentò l’utilizzo industriale dei sali borici delle manifestazioni di Larderello con i metodi proposti da Mascagni, ma l’esperimento fallì per ragioni organizzative ed economiche.
Sarà poi Francesco De Larderel, originario del Delfinato e trasferitosi a Livorno nel 1799, a mettere a punto la tecnica dell’utilizzo del vapore geotermico per l’estrazione dell’acido borico e a fondare l’attuale area industriale e lo stesso paese che ha preso il suo nome: Larderello.
La fabbrica e la vita sociale furono organizzate in funzione dell’attività industriale e nel 1849 De Larderel elaborò il Regolamento Generale nel quale si stabiliva l’organizzazione delle attività lavorative e tutte le altre attività sociali.
Finalmente, nel 1904 il Principe Ginori-Conti riuscì a trasformare la forza del vapore in energia elettrica accendendo cinque lampadine.
L’epoca della geotermia sarà poi segnata dalla realizzazione della prima centrale in grado di sfruttare la risorsa del sottosuolo per produrre energia elettrica, con una potenza di 250 kW e torri di raffreddamento in legno, inaugurata il 20 agosto 1913.
Da allora la produzione di energia elettrica da vapore endogeno ha avuto un grande sviluppo, molte centrali geotermiche sono state messe in esercizio e, proprio in Toscana, la società Enel Green Power gestisce uno dei più grandi complessi geotermici del mondo con 34 impianti per circa 769 MW netti che producono oltre 5 TWh l’anno, pari al 26% del fabbisogno regionale e al consumo medio annuo di circa 2 milioni di famiglie italiane. EGP inoltre fornisce calore per riscaldare più di 8.700 utenze domestiche e commerciali e circa 25 ettari di serre.