Affari tossici e TTIP: come la lobby industriale ha bloccato l’Ue sugli interferenti endocrini
I colloqui Usa - Ue sul TTIP utilizzati per rinviare il regolamento Ue sugli EDC
[20 Maggio 2015]
Secondo quanto emerge da un’inchiesta realizzata da Corporate Europe Observatory (Ceo) e dal giornalista Stephane Horel, la lobby delle grandi compagnie chimiche si sarebbe mobilitata per bloccare l’adozione da parte dell’Ue di misure per gli interferenti endocrini, le sostanza chimiche che perturbano l’equilibrio ormonale (endocrine disrupting chemicals – EDC).
Il rapporto “A toxic affair – how the chemical lobby blocked action on hormone distrupting chemical” rivela come le corporations e i loro gruppi di pressione abbiano utilizzato diverse tattiche del lobbyng playbook: allarmismo, discredito delle prove, tattiche dilatorie ed i negoziati in corso per la Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) per tenere sotto pressione politici e finzionari europei.
Gli EDC sono presenti in prodotti di uso quotidiano: dai cosmetici, ai tappeti, dai computer ai pesticidi, dalle materie plastiche ai materiali da costruzione. A causa della loro capacità di interagire con i sistemi ormonali degli organismi viventi, sono sospettati di avere gravi ripercussioni sulla salute e sull’ambiente. L’esposizione a queste sostanze è stata collegata a malattie come i tumori alla prostata, al seno ed ai testicoli, all’infertilità, ad anomalie dei genitali, a problemi nello sviluppo cerebrale, al diabete e all’obesità. Un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità e dell’ United Nations Environment Programme (Unep) già nel 2012 aveva definito gli EDC «Una minaccia globale».
Ceo e Horel puntano il dito contro i gruppi di lobby che rappresentano l’industria chimica, i produttori pesticidi ed anche produttori di materie come CEFIC (European Chemical Industry Council), ECPA (European Crop Protection Association) e multinazionali europee come BASF e Bayer «Che sono stati particolarmente attivi nel contrastare la possibile regolamentazione di queste sostanze tossiche».
Ma il rapporto dimostra che anche all’interno della stessa Commissione ci si è dati da fare per ostacolare il processo: «La Direzione generale (DG) per l’ambiente è stata responsabile dello sviluppo del regolamento EDC e non è stata solo attaccata dalla lobby dei gruppi industriali, ma anche contrastata e isolata dalla DG SANCO, per il Commercio e l’Impresa. Questo ha portato ad una completa inversione di rotta da parte della Commissione Europea».
Nel luglio 2013 il segretariato generale della Commissione ha deciso di procedere a una valutazione d’impatto, che era la richiesta centrale dell’industria, «Questo ha portato ad un notevole ritardo – dicono al CEo – i criteri scientifici per definire gli EDC non saranno pronti prima del 2017, cioè quattro anni dopo il termine legale fissato dal Parlamento europeo».
Secondo Nina Holland, attivista Ceo e co-autrice del rapporto, sottolinea che «Ritardare qualsiasi regolamento sugli EDC è di cruciale importanza per l’industria. Questo dà loro l’opportunità di utilizzare i colloqui Ue-Usa in corso sul Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP), per sbarazzarsi del tutto della regolamentazione EDC. Uno degli obiettivi principali dei negoziatori TTIP è quello di appiattire le differenze tra normativa Ue ed Usa per facilitare il commercio. Quindi, qualsiasi potenziale azione dell’Ue in materia di interferenti endocrini sarebbe un grave ostacolo per i colloqui».
Corporate Europe Observatory conclude: «Questa inchiesta racconta la storia di una grande battaglia di lobbying in corso. Centinaia di documenti rilasciati dalla Commissione europea in seguito a richieste basate sulla libertà di informazione che dimostrano in modo inequivocabile come la scienza venga manipolata per difendere interessi di parte, fabbricare il dubbio e ritardare un regolamento pionieristico».