Bocciato l’emendamento PD per il 20%
Da non credere: al governo non piacciono i succhi di frutta con.. troppa frutta
Cia e Legambiente: «Veto a danno della salute dei consumatori e dell’immagine del Paese»
[26 Marzo 2014]
La commissione politiche Ue della Camera, appoggiando il veto posto a sorpresa dal da Sandro Gozi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle Politiche europee, ha bocciato l’emendamento presentato dai deputati del Pd Michele Anzaldi e Nicodemo Oliverio alla legge comunitaria che porta dal 12% attuale al 20% il minimo di frutta nelle bevande analcoliche – succhi – a base di frutta prodotte e commercializzate in Italia.
La Confederazione italiana agricoltori (Cia) di Taranto esprime tutto il suo sconcerto e ricorda che «Tale aumento è sempre stato l’auspicio di medici e nutrizionisti per l’alimentazione di bambini e anziani». Gli agricoltori ricordano che «Il giudizio negativo espresso dal governo sull’aumento della quota minima obbligatoria di frutta nelle bevande analcoliche è una posizione che va contro il comparto agricolo, i produttori di frutta e la salute dei nostri figli. Tra le altre cose non ci sarebbe alcun impedimento all’emendamento neanche in sede europea. Va evidenziato che la stessa Commissione agricoltura della Camera competente per il settore, nei mesi scorsi ha espresso parere favorevole all’aumento».
La Cia tarantina è particolarmente irritata perché «In provincia di Taranto tra i comuni di Castellaneta, Ginosa, Palagianello, Palagiano e Massafra si coltivano circa 10.000 ettari di agrumi per un quantitativo pari a oltre 2.500.000 quintali. L’approvazione di un simile provvedimento avrebbe una ricaduta positiva sul nostro territorio. Infatti, le imprese agricole offrono lavoro complessivamente a 30.000 braccianti agricoli per un totale di oltre 4.300.000 giornate lavorative. Un territorio, la provincia di Taranto, che sta cercando di rialzarsi dopo quanto accaduto per le note vicende Ilva, per le continue calamità che si susseguono e per altre problematiche legate a crisi di mercato». Per questo il presidente provinciale della Cia di Taranto, Francesco Passeri, è che «Venga aumentato il quantitativo di frutta nei succhi dal 12 al 20%, affinché vengano sconfitte le lobby e le multinazionali contrarie al provvedimento, le quali anziché preoccuparsi della salute pensano solo ed esclusivamente al profitto».
Secondo la direttrice nazionale di Legambiente, Rossella Muroni, «E’ davvero singolare il no del ministro dell’agricoltura Maurizio Martina all’aumento della quantità minima di frutta nei succhi. Il nostro Paese è internazionalmente riconosciuto come la terra dell’agricoltura di qualità e dei marchi dop e igp e ci si sarebbe aspettati che il Governo intendesse procedere su questa strada, migliorando quanto più possibile anche i prodotti industriali di larga diffusione come le bevande a base di frutta. A tutela dell’immagine dell’agricoltura italiana, ma anche della tutela dei consumatori, in particolare bambini e anziani. Questo veto non è certo un buon viatico per l’Italia alla vigilia dell’expo 2015. Ci auguriamo che il Governo riveda il suo no, le cui ragioni rispondono esclusivamente agli interessi delle multinazionali».