Divieto di vendita di acqua minerale in bottiglia di plastica? C’è sempre il rovescio della medaglia
Si fa presto a dire rifiuti zero…
[17 Marzo 2014]
San Francisco continua a perseguire a tappe forzate la propria strategia Rifiuti Zero entro il 2020, attraverso un mix di campagne comunicative, ordinanze sempre più restrittive verso l’usa e getta e cercando la collaborazione con le industrie. La giunta comunale (Board of Supervisors) ha approvato martedì scorso all’unanimità la proposta che vieta, dal primo ottobre prossimo, la vendita ed il consumo di bottiglie d’acqua minerale in bottiglie di plastica negli eventi al coperto ospitati in luoghi di proprietà del Comune, divieto che nel 2016 il divieto verrà esteso anche agli eventi all’aperto. Ora si attende solo la firma dell’ordinanza da parte del sindaco Ed Lee, che dovrebbe avvenire entro la fine di marzo.
Ovviamente la proposta – lodevole – nasce allo scopo di limitare il più possibile il consumo di acqua in bottiglia per ridurre i rifiuti urbani, considerando che si può bere tranquillamente l’acqua dell’acquedotto comunale (quando disponibile).
Ma in pronta risposta è arrivata la presa di posizione della Internazionale Bottled Water Association (IBWA) che mette in evidenza come il limitare l’accesso dei consumatori all’uso dell’acqua in bottiglia non è nell’interesse pubblico.
“International Bottled Water Association (IBWA) sostiene il diritto dei cittadini di San Francisco di scegliere una bevanda affidabile, igienica, sicura, sana, rinfrescante, e a zero calorie qual è per eccellenza l’acqua in bottiglia. Gli sforzi per eliminare l’accesso all’acqua in bottiglia costringerà la gente a scegliere le opzioni meno sane, che hanno più imballaggio, più additivi (per esempio lo zucchero, caffeina) e l’impatto ambientale maggiore rispetto all’acqua in bottiglia”, dice Joe Doss , presidente e CEO di IBWA. “Una recente ricerca mostra che se l’acqua in bottiglia non è disponibile, il 63 per cento delle persone sceglierà soda o altre bevande zuccherate. Ci aspettiamo la stessa risposta del consumatore quando l’accesso all’acqua in bottiglia verrà limitato a San Francisco durante gli eventi in cui i consumatori sono più alla ricerca di convenienza, affidabilità e portabilità, si pensi a concerti, gare sportive, kermesse, ecc.”
La nota dell’associazione evidenzia – non a torto – come il “vietare l’accesso all’acqua in bottiglia incide direttamente sul diritto delle persone a scegliere la bevanda più sana sullo scaffale. E per molti, l’acqua in bottiglia è un’alternativa fondamentale verso le altre bevande confezionate, che sono spesso meno salutari. Bere bevande a zero calorie, come l’acqua, invece di bevande zuccherate è una delle regole fondamentali per uno stile di vita più sano e aiuta a contrastare fenomeni sempre più dilaganti di obesità negli adulti e nei bambini. Promuovere un maggiore consumo di acqua da tutte le fonti, compresa l’acqua in bottiglia, sosterrà gli sforzi dei consumatori che lottano per una vita più sana. L’acqua in bottiglia deve quindi essere disponibile ovunque siano vendute le bevande confezionate”.
Infine, IBWA ci tiene a sottolineare che anche i produttori lavorano per ridurre gli impatti ambientali della produzione e distribuzione delle bottiglie in plastica, fornendo i seguenti dati: tutti i contenitori di acqua in bottiglia sono al 100 per cento riciclabili e il loro tasso di riciclaggio è più che raddoppiato tra il 2003 e il 2011, arrivando al 39% del totale prodotto. Le bottiglie di acqua in PET usano anche meno di plastica rispetto a qualsiasi altra bevanda confezionata. Tra il 2000 e il 2011 il peso medio di una bottiglia di plastica è diminuito del 48%, risparmiando circa 1,5 milioni di tonnellate di resina PET dal 2000. Molte aziende stanno già utilizzando plastica riciclata nelle loro bottiglie e alcuni stanno producendo bottiglie d’acqua in PET riciclato al 100 per cento.
Ed in effetti, guardando il rovescio della medaglia, la decisione dell’Amministrazione Comunale di San Francisco presenta notevoli contraddizioni e controindicazioni. La prima contraddizione è il fatto che il divieto e le limitazioni valgono solo per l’acqua in bottiglia e non per tutte le bevande confezionate in contenitori di plastica monouso. Ma del resto San Francisco senza la Coca Cola sarebbe come Roma senza la pizza. La seconda controindicazione è che – di fatto – si spinge i cittadini-consumatori proprio nelle braccia delle major di bevande zuccherate, energetiche, ecc. (meno sane ma sicuramente più redditizie).