FestAmbiente, l’ambientalismo concreto di chi balla e pensa
Le famiglie italiane alla conquista della cittadella ecologica
[17 Agosto 2015]
Si è chiusa FestAmbiente, la cittadella del miracoloso equilibrio ambientalista che ogni agosto apre le sue tende e il suo palco all’Enaoli di Rispescia (GR), che quest’anno – dopo l’annullamento per maltempo del concerto di Piovani il 9 agosto – ha tenuto gli organizzatori con il fiato sospeso a scrutare il cielo, che invece ha graziato la festa ambientalista, scatenando un violento acquazzone subito dopo la fine del concerto di Goran Bregović e, soprattutto, permettendo ai 10.000 fan di Caparezza (un vero e proprio record di FestAmbiente) di assistere a Ferragosto al geniale spettacolo dell’artista pugliese.
Infatti, Festambiente si tiene in piedi grazie a un delicato equilibrio economico che una giornata di pioggia nel momento sbagliato potrebbe mandare in crisi, ma evidentemente qualcuno dall’alto ci ha messo la mano. Forse il dibattito sull’enciclica del Papa “Laudato Si’’” tenutosi alla Festa, al quale hanno partecipato il segretario generale della Cei, Monsignor Nunzio Galatino, Don Luigi Ciotti e il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, è servito anche a mantenere aperto il cielo sopra la festa mentre altrove si scatenavano i nubifragi.
Ma, al di là di un improbabile intervento divino, il miracolo vero della festa ambientalista lo fanno le decine di giovani volontari che, insieme al consolidato staff capeggiato da Angelo Gentili, tengono in piedi una cittadella che ogni anno cresce in iniziative, che ogni anno inventa qualcosa, che contamina e si contamina con una società italiana ancora inquieta ma che vede ormai in Legambiente una forza tranquilla e determinata, che sa parlare ancora di futuro. Lo stesso futuro che brilla negli occhi stanchi delle ragazze e dei ragazzi che gestiscono gli stand, dove però si può trovare anche la direttrice nazionale di Legambiente Rossella Muroni alla macchina da caffè del Bim Bum Bar, l’amministratore nazionale Nunzio Cirino a spillare birra al bar dei concerti, il presidente e i vicepresidenti nazionali a dare il cambio a qualche volontario a uno stand dopo essersi confrontati con i big della politica e della cultura nazionali.
Ma quello che è balzato evidente agli occhi fin dai primi, torridi giorni della festa poi rinfrescati dagli acquazzoni è stato un cambio dei frequentatori: sono arrivate alla cittadella ecologista, spesso fin dalla prima apertura, centinaia, migliaia di famiglie con bambini, approfittando dell’ingresso pomeridiano gratuito e soprattutto attratti dalle iniziative culturali, sportive, ludiche di grande qualità che un team bravissimo e rodato di animatori ed educatori ambientali riesce a gestire senza sforzo apparente.
E quest’anno ha fatto irruzione nella festa l’educazione scientifica vera e propria, riscuotendo un enorme successo tra i bambini e la malcelata meraviglia dei genitori per tecnologie futuribili ma assolutamente contemporanee come le stampanti 3D, i robot, le meraviglie della natura e dell’evoluzione spiegate da ricercatori spesso molto giovani. Uno spaccato dell’Italia possibile, quella che comunque è la sola a poter costruire il futuro di un Paese che troppo spesso non sa vedere la bellezza, ma la riconosce se qualcuno si fa avanti, la presenta, la mostra.
Negli occhi dei bambini c’è il futuro, ma nella scelta dei loro genitori di portarli a trascorrere il tempo tra un campetto di calcio fatto con gli pneumatici riciclati, un laboratorio fiabesco o una piscina o un percorso di bici-cross emozionanti c’è la cura di quel futuro. E la tranquillità con la quale si è svolta la Festa, la mancanza di urla, la cortesia e la premura che si respirano dentro questa effimera cittadella, dove stanno accanto associazioni di ogni tipo, fanno sperare che in questa nostra Italia delle urla xenofobe ci sia ancora spazio per un futuro impegnato, gentile e solidale.
Il resto è stato la Festa, radicata nella Maremma e che parla del mondo e con il mondo, la Festa sudata, polverosa e piena di zanzare come sempre, assordata di cicale durante l’attesa dell’apertura e scandita dai concerti la notte, tra un mega-ristorante vegetariano e il Maremmano con i suoi hamburger doc, o i raffinati piatti tipici di Peccati di gola tra gli ulivi o del laboratorio del gusto.
Il resto è la fatica dei volontari assonnati, dei giovani che non dormono mai, delle belle ragazze che cercano la poesia e bevono birra quando la giornata è conclusa, dello sport che mai come quest’anno ha fatto irruzione come non mai a FestAmbiente grazie alla caparbia tenacia di Bigozzi, il responsabile dell’ufficio stampa tifosissimo del Grosseto.
E’ la fatica e la festa di chi non chiede molto, di chi sogna un futuro migliore, un lavoro per tutti, un ambiente e un Paese pulito. Di chi balla e pensa.