La Corea del Sud mette al bando l’industria della carne di cane

Gli animalisti: voto storico. Eliminazione graduale degli allevamenti e divieto totale entro il 2027

[10 Gennaio 2024]

L’Assemblea nazionale della Corea del sud ha approvato il divieto dell’industria della carne di cane, un atto che gli  animalisti di Humane Society International/Korea  hanno definito «Storia in divenire».  In Corea del sud  venivano allevati fino a un milione di cani all’anno per essere macellati e poi utilizzati come cibo. La Corea del sud si unisce così all’elenco crescente di Paesi e Territori in tutta l’Asia – tra i quali Hong Kong, Taiwan, Filippine, India, Thailandia e Singapore, le città di Shenzhen. e Zhuhai nella Cina continentale, la provincia di Siem Reap in Cambogia e 45 città, reggenze e province in Indonesia –  che, con vari gradi di applicazione delle norme, hanno vietato il commercio di carne di cane.

Il divieto, che entrerà in vigore tra 6 mesi con una graduale eliminazione che in 3 anni renderà completamente illegali l’allevamento, la macellazione e la vendita di cani e carne di cane per il consumo umano a partire dal 2027. La nuova legge sudcoreana prevede una pena detentiva fino 2 anni o un’ammenda fino a 20 milioni di Won per l’allevamento e la vendita di cani destinati al consumo, e una pena detentiva fino a 3 anni o un’ammenda fino a 30 milioni di Won per la macellazione dei cani destinati al consumo umano.

Il voto del Parlamento sudcoreano è il frutto di una campagna culturale e politica  e del fatto che, con oltre 6 milioni di cani da compagnia che ora vivono nelle case sudcoreane, la domanda di carne di cane è scesa ai minimi storici. Un sondaggio d’opinione di Nielsen Korea del 2023 dimostrava  che l’86% dei sudcoreani non mangerà carne di cane in futuro e il 57% sostiene il divieto approvato.

Per il direttore esecutivo della Humane Society International/Korea, JungAh Chae, che ha condotto instancabilmente una campagna per il divieto, «Questa è la storia in divenire. Non avrei mai pensato di vedere in vita mia un divieto sulla crudele industria della carne di cane in Corea del sud, ma questa vittoria storica per gli animali testimonia la passione e la determinazione del nostro movimento per la protezione degli animali. Abbiamo raggiunto un punto di non ritorno in cui la maggior parte dei cittadini coreani rifiuta di mangiare cani e vuole vedere questa sofferenza consegnata ai libri di storia, e oggi i nostri politici hanno agito con decisione per rendere questo una realtà. Mentre il mio cuore si spezza per tutti i milioni di cani per i quali questo cambiamento è arrivato troppo tardi, sono felicissimo che la Corea del sud possa ora chiudere questo miserabile capitolo della nostra storia e abbracciare un futuro dog-friendly».

Gli allevatori di cani, i macellatori e i proprietari di ristoranti avranno diritto a richiedere un risarcimento e, dopo la revisione, verrà offerto loro il sostegno governativoo per la riconversione o la chiusura di quelle attività, cpsì come già faceva il programma Models for Change gestito da HSI/Korea che dal 2015  ha aiutato 18 allevatori di cani sudcoreani a passare alla coltivazione di peperoncino e prezzemolo, o alla fornitura di acqua e ad altri mezzi di sostentamento.

HSI/Korea «sollecita il governo a sfruttare il periodo di 3 anni per l’eliminazione graduale del virus per collaborare con i gruppi animalisti, tra cui HSI/Korea, per salvare il maggior numero possibile di cani in uno sforzo coordinato e sponsorizzato dallo Stato».

Kitty Block e Jeff Flocken, rispettivamente CEO e presidente di HSI International, concludono: «Questo è un giorno davvero importante per la nostra campagna volta a porre fine agli orrori dell’industria della carne di cane in Corea del sud, e quello che speravamo vedere da molto tempo. Avendo visitato gli allevamenti di carne di cane, conosciamo fin troppo bene le sofferenze e le privazioni che questi animali disperati sopportano in nome di un’industria alla quale la storia ha ora, fortunatamente, messo fine. Questo divieto segna la fine dell’allevamento e della vendita di carne di cane in Corea del sud e siamo pronti a contribuire con la nostra esperienza finché ogni gabbia non sarà vuota».