Pare sia vero che preserva alcuni Stock, ma riduce la complessità
La pesca a strascico ha dei meriti ambientali?
[12 Settembre 2013]
Un team di ricercatori olandesi dell’università di Wageningen e dell’Institute for Marine Resources and Ecosystem Studies (Imares) ha pubblicato lo studio sulla pesca “When does fishing lead to more fish? Community consequences of bottom trawl fisheries in demersal food webs” nel quale spiega che «Le reti a strascico sono un attrezzo da pesca utilizzato a livello mondiale che disturba fisicamente i fondali ed uccide gli organismi non-target, inclusi quelli che sono il cibo per le specie ittiche bersaglio. Ma ci sono indicazioni che i conseguenti cambiamenti sulla comunità di invertebrati bentonici possano aumentare la disponibilità di cibo e promuovere la crescita ed anche la resa della pesca di specie ittiche bersaglio. Se e come questo si verifica è oggetto del dibattito in corso, con prove sia a favore che contro». I ricercatori olandesi hanno realizzato un modello degli effetti della pesca a strascico basandosi su un semplice ecosistema di un pesce bentivoro e su due popolazioni alimentari (benthos), suscettibili e resistenti alla pesca a strascico e dicono di aver dimostrato che «La risposta degli ecosistemi allo strascico dipende dal fatto che l’abbondanza del benthos sia “top-down o bottom-up controlled”. La pesca può comportare una maggiore abbondanza di pesce, una maggiore persistenza (massimo sostenibile) e una maggiore resa di pesce quando il benthos, che è il cibo per pesci d migliore qualità, è anche più resistente alla pesca a strascico. Questi effetti positivi si verificano nei sistemi “bottom-up controlled” e nei sistemi con impatto limitato dell’alimentazione dei pesci sul benthos, simile al controllo bottom-up. La pesca porta a più bassi rendimenti e persistenza di pesce in tutte le configurazioni in cui il benthos suscettibile è una preda più redditizia. I nostri risultati sottolineano l’importanza della conoscenza del meccanismo dell’ecosistema come requisito per una gestione di successo».
Gli ambientalisti dicono che la pesca a strascico sul fondale è un disastro ambientale, che distrugge gli ecosistemi e gli stock ittici e lascia dietro di sé un deserto marino, Greenpeace paragona il passaggio delle attrezzature della pesca a strascico sui fondali marini al «Guidare un enorme bolldozer in una foresta», ma a quanto pare a volte i suoi effetti sono diversi, come nel caso della California o del Mare del Nord, dove gli stock ittici sono in crescita nonostante la pesca a strascico.
Daniel van Denderen, dell’Imares ed a capo del team di ricerca olandese, sottolinea che «La pesca a strascico chiaramente rimuove i pesci, così come i grandi crostacei e molluschi, ma questo è un colpo di fortuna per le specie più morbide e più piccole in agguato nel fondale sabbioso, come i vermi. Sopravvivono e, con un minor numero di rivali, fioriscono. E se, come spesso accade, queste creature piccole sono il principale alimento per i pesci, quindi l’effetto complessivo è quello di nutrire di più la vita più marina. I pesci che persistono allo strascico intenso altrimenti andrebbero verso l’estinzione».
A parte che quei pesci, vermi ed organismi marini c’erano anche prima che l’uomo raggiungesse i fondali con le reti a strascico, anche secondo Imants Priede, direttore dell’Oceanlab dell’università britannica di Aberdeen, «C’è una crescente evidenza che, pur lungi dall’essere universale, il fenomeno è reale. Sulle piattaforme continentali nel Mare del Nord meridionale, dove sabbie e ghiaie mutevoli sono movimentate da forti correnti di marea, anche lo strascico più di una volta l’anno può essere utile per alcuni stock ittici. I test effettuati da un gruppo ambientalista al largo della California tre anni fa hanno indicato che la pesca a strascico aiuta la vita marina a “sopravvivere ed anche a prosperare”».
Lo studio è uno dei documenti preparatori per la Commissione del Parlamento europeo che il 18 settembre dovrà votare sul divieto pesca a strascico in mare aperto, anche se il team olandese non ha indagato sull’impatto della pesca a strascico nelle acque meno profonde, ma lo stesso Priede dice che «Il mare profondo è un mondo a bassa energia, e la pesca a strascico lì non ha posto».
Altri studi che vanno indietro di 20 anni collegano la continuazione di attività pesca a strascico all’aumento di alcuni stock ittici, un risultato contro-intuitivo le cui cause restano incerte (e contestate) alcuni ricercatori suggeriscono che la pesca a strascico, smuovendo il fondale marino, immette potenzialmente cibo nella colonna d’acqua, un po’ come fa un trattore in un campo arato. Altri pensano che i rigetti in mare degli organismi non utilizzabili commercialmente, aggiungono al cibo disponibile sul fondo del mare.
Però van Denderen ed il suo team sono stati i primi a dimostrare come la pesca a strascico può stimolare la pesca semplicemente incidendo sugli ecosistemi e Priede evidenzia che «I risultati sono molto importanti».
Ma non tutti gli scienziati della pesca sono convinti della bontà della pesca a strascico. Samuel Shephard della Queen University di Belfast, dice che i benefici positivi da pesca a strascico «E’ improbabile che siano comuni eh hanno poco sostegno empirico».
Gli ambientalisti restano più che scettici: secondo Callum Roberts, dell’Università di York, «Lo strascico semplifica gli ecosistemi, creando instabilità ecologica, ed ha una storia di distruzione degli stock ittici come l’halibut e lo skate che si basano su habitat più complessi. dei fondali marini. Dobbiamo pescare in modo da preservare la complessità».