Il largo consumo prende il treno: anche le aziende chiedono la mobilità su rotaia

[16 Aprile 2014]

«Parlare di trasporto intermodale nel mondo dei beni di largo consumo in un contesto di generale contrazione dei volumi trasportati su rotaia ha certo il sapore della sfida. Sfida che le aziende del nostro settore hanno scelto di accettare cercando modelli alternativi all’all road. E stiamo parlando di numeri importanti: il 30% dei viaggi stradali fatti oggi dalle nostre merci può essere convertito su rotaia. Con il 30% di riduzione delle emissioni». Sono parole che pesano quelle pronunciate in occasione del convegno milanese “Intermodability™ – Il largo consumo prende il treno” da, Stefano Agostini, presidente e ad di Sanpellegrino Nestlé Waters e membro del Consiglio direttivo di GS1 Italy | Indicod-Ecr, che ha presentato a una nutrita platea di imprenditori i risultati del progetto “Intermodability™”, attivato proprio in ambito Ecr Italia per esplorare il tema del trasporto intermodale, mettendo faccia a faccia le esigenze della filiera del largo consumo e le dinamiche del mondo ferroviario.

«Ricorrere alla modalità ferroviaria per gestire i flussi nazionali del largo consumo è fattibile e dà risultati green “certi” – ha detto Fossa, partner di Hermes – il che non significa una perfetta sostituibilità con la gomma, piuttosto occorre sfruttare tutte le opportunità per “salire sul treno” con i flussi logistici attuali, comprendendo dove modificare processi e organizzazione interni: ad esempio con il rilascio anticipato degli ordini “intermodabili” a magazzino». Oltre 200 rappresentanti delle imprese del largo consumo e delle aziende del ferroviario hanno dunque colto l’occasione dell’evento milanese per lavorare insieme affinché il trasporto intermodale diventi una reale alternativa al modello “tutto strada” e abbia un impatto significativo sulla riduzione delle emissioni di CO2 e sulla percezione del consumatore finale molto attento alla sostenibilità ambientale.

Nuovi stimoli per le aziende a puntare sulla rotaia, infatti, vengono anche dalle recenti normative europee in materia di emissioni. Durante il suo intervento, Antonio Malvestio – presidente di Freight Leaders Council – ha detto: «Mentre l’Unione Europea chiede di ridurre la produzione di CO2 entro il 2020, il trasporto merci e persone ha un trend opposto. Per invertire questa tendenza è possibile scegliere mezzi e sistemi di trasporto meno inquinanti e aumentare il riempimento dei mezzi. Far viaggiare i beni di largo consumo su rotaia invece che su strada  – ha affermato Malvestio – rappresenta una reale possibilità. Certo sarebbero utili degli incentivi governativi in questo senso. Le aziende riunite al tavolo Ecr stanno già lavorando per trovare soluzioni collaborative per ottimizzare i carichi di trasporto sui mezzi».

Il direttore generale per il trasporto ferroviario del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Antonio Parente, nel suo intervento ha quindi parlato di infrastrutture e di politiche di sostegno pubblico al trasporto merci per ferrovia nel quadro della liberalizzazione del settore, delineando la necessità di rivedere le modalità di intervento pubblico alla luce delle modifiche del quadro comunitario e il possibile utilizzo delle risorse nella direzione di accrescere la competitività del trasporto ferroviario, soprattutto nelle aree svantaggiate del Paese.

«Questi ultimi mesi di lavoro ci hanno visti impegnati anche in esperienze pilota che hanno coinvolto oltre 1500 carichi – ha spiegato Luscia, responsabile progetti Ecr Supply di GS1 Italy – e che hanno prodotto una evidenza importante: per guardare all’intermodale come ad una reale alternativa al modello “tutto strada” serve un nuovo business model che sia capace di rispondere alla necessità di aggregazione e di organizzazione della domanda. Una esperienza di collaborazione orizzontale di grande concretezza».