L’Australia verso il bando dei prodotti cosmetici che contengono micro-plastiche
[1 Settembre 2014]
In Australia Rob Stokes, il ministro liberal-democratico (conservatore) del governo del New South Wales (NSW), ha detto che chiederà il divieto nazionale di vendita e produzione di prodotti cosmetici contenenti micro-perle di plastica «che uccidono gli uccelli marini e vengono ingerite dalla vita marina».
Stokes ha annunciato che il governo del NSW convocherà un gruppo di lavoro con l’obiettivo di eliminare gradualmente l’inquinante entro il 2016 e ha spiegato: «Le micro-plastiche misurano meno di 5 mm, sono fatte di plastica non biodegradabile e presenti in molti prodotti come shampoo, esfolianti e gel doccia, dai nostri lavelli scendono direttamente nell’oceano. Una volta che gli uccelli marini ingeriscono le micro-particelle questo può portare a ostruzioni, soffocamento e fame. Quando le micro-plastiche entrano nell’ambiente marino, a causa delle loro piccole dimensioni e della capacità di galleggiare, è improbabile che non possano mai degradarsi completamente. Gli scienziati di tutto il mondo sono preoccupati per le implicazioni per la salute per gli esseri umani che mangiano pesce contaminato dalla micro-plastica».
Il ministro del NSW ha anche detto che anche le multinazionali sono consapevoli del problema: «Aziende come Unilever hanno già annunciato che elimineranno gradualmente l’uso della micro-plastica nei loro prodotti in tutto il mondo entro il gennaio 2015»
Stokes ha fatto l’annuncio durante la presentazione della prima valutazione completa sullo stato dell’ambiente nel porto di Sydney realizzata dal Sydney Institute of Marine Science e che dimostra come nel porto australiano ci sia una varietà di organismi che raramente si trovano in altri estuari o sistemi costieri in qualsiasi altro luogo nel mondo, una biodiversità messa a rischio non solo dalle attività portuali i sedimenti risultano fortemente inquinati da piombo) ma anche da nuove forme di inquinamento come le “micro-perle” dei prodotti igienici.
Martina Doblin, che insegna all’University of Technology di Sydney, ha spiegato: «Tutto ciò che è viene prodotto persiste nell’ambiente, preferiamo far finta di non vedere tutto questo nell’ambiente. Ma l’ambiente viene continuamente martellato da ogni sorta di stress ed ogni sforzo per ridurre le micro-plastiche è una buona cosa».
I ricercatori australiani sottolineano che «le piccole perle degli shampoo e degli esfolianti hanno la tendenza ad attirare tossine come il DDT, che mutano all’interno dei mitili e dei pesci che vengono consumati dagli esseri umani».
L’iniziativa australiana viene dopo il recente studio spagnolo che segnala la presenza crescente di “micro-perle” di plastica dei cosmetici nel Mediterraneo e l’interrogazione parlamentare che il presi dente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, ha presentato un paio di settimane fa. L’associazione ambientalista internazionale Fauna and Flora ha organizzato una campagna per informare sia sul rischio ambientale delle micro-perle di plastica che sul fatto che sono inutili e sono facilmente sostituibili.
Il direttore Esecutivo del Total Environment Centre, Jeff Angel, a detto al Daily Telegraph che «Bisogna valutare i danni provocati dall’inquinamento da micro.plastica al bellissimo ambiente marino australiano e dobbiamo intraprendere un’azione per eliminare le micro-plastiche unendo le nostre forze con l’industria e il ministro dell’Ambiente Stokes».