L’Europarlamento vuole fermare i consumi europei che alimentano la deforestazione

Greenpeace: «Il voto di oggi è un grande passo avanti per affrontare le responsabilità dell’Unione rispetto alla deforestazione nel mondo»

[13 Settembre 2022]

Con 453 voti favorevoli, 57 contrari e 123 astensioni, la plenaria dell’Europarlamento ha votato a favore di una nuova normativa europea per impedire l’ingresso sul mercato comunitario di prodotti e materie prime la cui estrazione, raccolta o produzione è legata alla distruzione delle foreste e le violazioni dei diritti umani.

Si tratta di una posizione più avanzata rispetto a quella già proposta sul tema dalla Commissione europea, che si applicherebbe a bovini, cacao, caffè, olio di palma, soia e legno, compresi i prodotti  derivati; il Parlamento europeo vuole invece includere nel computo anche anche la carne suina, ovina e caprina, il pollame, il mais e la gomma, nonché i prodotti a base di carbone e carta stampata. I deputati insistono inoltre sul fatto che i prodotti non devono essere stati prodotti su terreni deforestati dopo il 31 dicembre 2019, un anno prima di quanto proposto dalla Commissione.

La nuova legge renderebbe obbligatoria per le aziende di verificare (tramite due diligence) che i beni da loro venduti nell’Ue non siano stati prodotti su terreni deforestati o degradati, in nessuna parte del mondo.

Il motivo è molto semplice: un’area più grande dell’intera Unione europea è andata persa a causa della deforestazione solo dal 1990 al 2020, e i consumi dei cittadini europei sono stati responsabili del 10% circa di questa perdita.

«Nessuno vuole avere la preoccupazione che la propria spesa, il cibo nel piatto, siano legati a distruzione della natura, perdita di biodiversità e violazioni dei diritti umani. Il voto di oggi è un grande passo avanti per affrontare le responsabilità dell’Unione rispetto alla deforestazione nel mondo. Questa normativa ha ottenuto uno schiacciante sostegno pubblico e un riscontro positivo delle istituzioni europee: ora la responsabilità passa ai governi nazionali, che dovranno rispettare il volere dei cittadini europei e non fare gli interessi di aziende e multinazionali che vorrebbero creare scorciatoie per aggirare la normativa», commenta Martina Borghi, campagna foreste di Greenpeace Italia.

Dopo il voto di oggi, inizieranno i negoziati tra il Parlamento europeo, i governi nazionali e la Commissione europea: la presidenza ceca dell’Ue, che guiderà questo processo, è sotto pressione per concludere i negoziati prima dei vertici Onu su clima e biodiversità previsti per la fine del 2022.