L’Unione Africana vieta il brutale commercio di pelli d’asino
Le ONG accolgono con favore il divieto di esportare pelle di asino in Cina per produrre l'Ejiao
[21 Febbraio 2024]
L’unione Africana (UA) ha accolto l’appello che Donkey Sanctuary aveva nuovamente lanciato dopo la pubblicazione del rapporto “Donkeys in global trade” e renderà illegale la macellazione degli asini per la loro pelle in tutto il continente.
La richiesta di pelli di asini è alimentata dalla crescente popolarità dell’Ejiao, un’antica medicina tradizionale cinese che si ritiene – senza alcuna prova – che abbia benefici anti-età e per la salute. Le imprese cinesi che lo producono utilizzavano pelli di asini provenienti dalla Cina ma a causa del boom dell’Ejiao il numero degli asini cinesi è crollato e i trafficanti si sono rivolti oltreoceano, alimentando un commercio di pelli di asino in Africa e America Latina che si sostiene anche con il furto di asini che spesso rappresentano l’unica risorsa che permette a famiglie povere di sopravvivere, trasportare merci e legname e rifornirsi d’acqua.
Al temine del vertice dell’UA ad Addis Abeba, il 18 febbraio i leader degli Stati africani hanno approvato il divieto di esportare pelli d’asino, un commercio che Donkey Sanctuary ha definito «Brutale e insostenibile», ricordando che «Ha decimato le popolazioni di asini in tutto il mondo, in particolare in Africa e Sud America».
Solomon Onyango del Donkey Sanctuary in Kenya, ha detto a BBC News che «All’inizio i nostri governi hanno visto questa come un’opportunità e in Africa sono stati aperti molti macelli legali. Ma [qui in Kenya], tra il 2016 e il 2019, circa la metà dei nostri asini sono stati uccisi per il commercio. Il divieto farebbe molto per salvaguardare gli asini e il sostentamento di milioni di persone che dipendono da loro».
Circa due terzi dei 53 milioni di asini che vivono in tutto il mondo si trovano in Africa, dove le comunità rurali più povere li usano per i trasportare acqua, cibo, legname e altri beni.
Il recente studio “Understanding the Attitudes of Communities to the Social, Economic, and Cultural Importance of Working Donkeys in Rural, Peri-urban, and Urban Areas of Ethiopia”, pubblicato su Frontiers in Veterinary Science da un team di ricercatori britannici e irlandesi, ha dimostrato che per un contadino/pastore etiope possedere un asino potrebbe fare la differenza tra la miseria e un modesto sostentamento. Il 70% dei proprietari di asini intervistati ha espresso sentimenti di conforto, sicurezza e sollievo perché grazie ai loro asini il lavoro è meno faticoso e hanno apprezzato l’assistenza degli animali nelle attività quotidiane e la forza che consente agli asini di lavorare per lunghe ore in tutte le stagioni.
La principale autrice dello studio, Martha Geiger Mwenitete, della Bristol Veterinary School dell’università di Bristol e direttrice del Firoz Lalji Institute for Africa Istituto Firoz Lalji per l’Africa all’LSE, spiega che «Sentimenti di felicità sono stati espressi anche quando i partecipanti allo studio hanno spiegato il modo in cui apprezzano il loro asino e come si sentono quando lavorano con loro. Gli asini venivano descritti come “Amici per la vita”. Anche la gratitudine per il sostegno fornito dagli asini era un sentimento comune. Questo indica l’importanza più profonda e significativa che gli asini hanno per i loro proprietari e utenti al di là dei loro contributi finanziari o lavorativi; questi sentimenti permettono di intravedere come le persone concettualizzano il loro rapporto con i loro asini».
Ad esempio, un proprietario ha detto: «Sono sempre felice di fare questo lavoro con il mio asino. Questo asino è la base per aiutare la vita della mia famiglia. Tutto il reddito della mia famiglia proviene da questo asino, quindi sono sempre felice di usare il mio asino».E praticamente tutti i proprietari di asini hanno anche descritto l’importanza di avere asini per essere indipendenti economicamente e poter creare opportunità di lavoro e/o avviare un’attività in proprio per il trasporto di materiali ai mercati o nelle aree dove ci sono case in costruzione.
Ritornando al bando dell’UA per l’esportazione di pelli di asino, Raphael Kinoti, direttore regionale Africa orientale dell’ONG per il benessere degli animali The Brooke, conclude: «E’ stato un momento fantastico per le comunità africane che beneficiano degli asini da tempo immemorabile. La macellazione degli asini per la loro pelle ha eroso i mezzi di sussistenza in Africa, derubando il continente della sua cultura, biodiversità e identità. Esortiamo tutti i membri dell’UA a sostenere la decisione per il bene di tutti».