Meno rifiuti, meno sprechi di cibo nei progetti. Nuove interessanti esperienze
I vincitori del secondo Premio nazionale sulla prevenzione dei rifiuti
[3 Marzo 2015]
La seconda edizione del Premio nazionale sulla prevenzione dei rifiuti, promosso da Federambiente e Legambiente e patrocinato dal ministero dell’ambiente ha premiato iniziative di recupero di alimenti invenduti nei supermercati e dei pasti non consumati in mense scolastiche e aziendali, alberghi e ospedali da distribuire nelle strutture di solidarietà come le mense della Caritas; acqua di rubinetto servita in caraffa, o filtrata ed erogata da distributori, al posto dell’acqua in bottiglie; riduzione degli imballaggi nella grande distribuzione; dimezzamento della produzione di rifiuti indifferenziati grazie agli incentivi ai cittadini che differenziano e praticano il compostaggio.
La giuria di esperti ha scelto tra le 119 iniziative, il 52% in più rispetto al 2014, presentate da 95 realtà impegnate nella realizzazione di buone pratiche rivolte alla prevenzione della produzione di rifiuti. Ecco i vincitori delle 4 categorie: Amministrazioni ed enti pubblici e privati: Regione Campania; Comune di Oristano; Comune di Trento, Istat (menzione speciale); Imprese multiutility e di gestione dei rifiuti: Aprica SpA (Gruppo A2A). Imprese: Nexive SpA. Terzo settore: Associazione Banco alimentare della Lombardia, Istituto Scholè (menzione speciale).
La consegna dei premi è stata occasione per una riflessione che s’inserisce nel percorso d’attuazione del Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti previsto dalla normativa comunitaria e il presidente di Federambiente, Filippo Brandolini, ha detto: «Le imprese d’igiene ambientale sono molto attive anche sul fronte della prevenzione dei rifiuti e sono molto impegnate nella sperimentazione, nell’innovazione e nello sviluppo di conoscenze e competenze nuove per il settore. La prevenzione dei rifiuti non va rubricata tra le buone azioni da compiere per esibire il proprio impegno ambientale, né può venire interamente delegata alla buona volontà dei singoli. Come ogni altra politica d’investimento, essa va programmata, finanziata, monitorata e valutata sul piano del rapporto costi-benefici, sapendo che la riduzione dei rifiuti è anche un fattore di competitività e non solo di responsabilità ambientale».
Secondo il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, «Ridurre i rifiuti è possibile e le esperienze premiate qui oggi lo dimostrano Nonostante questo tipo d’iniziative sia ormai sempre più diffuso, però, continuiamo ancora a parlare di casi eclatanti, di buoni esempi sostanzialmente spontanei, che possono essere imitati e replicati ma che ad oggi non godono d’alcun tipo di facilitazione. Affinché queste esperienze diventino la norma in tutto il Paese c’è bisogno allora di promuoverne le modalità premiando economicamente chi si impegna di più. È arrivato quindi il momento per il ministero dell’Ambiente di tirare fuori del cassetto la bozza di decreto sulla tariffazione puntuale, modulata in base alla produzione dei rifiuti, per mettere a regime questi comportamenti sicuramente virtuosi ma ancora troppo estemporanei».