I molluschi alimentari e il metodo chimico per la rilevazione delle biotossine marine
[11 Febbraio 2015]
Il metodo biologico per la rilevazione delle biotossine marine nei molluschi bivalvi vivi è stato legittimamente sostituito da un metodo chimico per protegge meglio la salute dei consumatori e per ridurre il numero di test praticati sugli animali. Lo afferma il Tribunale Ue – nella sentenza di oggi – in riferimento alla questione sollevata dalla Spagna.
La Spagna, infatti, ritiene che la Commissione abbia violato i Trattati perché sostituendo il metodo biologico con quello chimico ha arrecato danno alla protezione della salute pubblica e ha pregiudicato fortemente i produttori galiziani. La Comunità autonoma della Galizia è una delle principali regioni di produzione di molluschi bivalvi in Europa e nel mondo.
La Spagna, chiede dunque l’annullamento del regolamento che ha modificato il metodo per la rilevazione delle biotossine.
I molluschi bivalvi possono, infatti, essere contaminati da tossine marine che sono spesso dovute a alte concentrazioni di fitoplancton tossico nel mare, le così dette “maree rosse”. Al fine di proteggere la salute pubblica, le zone di produzione di molluschi bivalvi vivi destinati al consumo umano devono essere sottoposte a controlli periodici volti a garantire l’assenza di tossine marine come le tossine lipofile.
E tutto ciò in coerenza al Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue) che garantisce un livello elevato di protezione della salute umana nella definizione e nell’attuazione di tutte le politiche e attività dell’Unione europea. A tal fine, l’Unione adotta misure nei settori veterinario e fitosanitario per tutelare la salute pubblica. Una di tali misure consiste nella limitazione della quantità totale di biotossine marine che possono contenere i molluschi bivalvi vivi commercializzati per il consumo umano (in particolare le vongole, le ostriche, le cozze, le capesante e altre conchiglie).
Dal 2005 al 2011, il metodo ufficiale per la rilevazione delle biotossine lipofile è stato il metodo biologico che implicava, però l’utilizzo di topi per effettuare le analisi.
Nel 2009 l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha, su richiesta della Commissione, adottato un parere scientifico sulle biotossine marine nelle conchiglie. In tale parere, si sottolineava che il metodo biologico presentava lacune e non era appropriato a causa della grande variabilità dei risultati, della sua insufficiente capacità di rilevazione e della sua specificità limitata.
Nel 2010 l’Unione ha adottato una direttiva per proteggere gli animali utilizzati a fini scientifici. Questa obbliga gli Stati membri a utilizzare metodi o strategie di sperimentazione scientificamente soddisfacenti che non implichino l’utilizzo di animali vivi.
Così, nel 2011 la Commissione ha modificato i metodi di analisi per la rilevazione delle biotossine marine . Il metodo ufficiale è adesso il metodo chimico LC-MS/MS. Si tratta di un metodo giudicato più affidabile e che non implica l’utilizzo di animali. Tale nuovo metodo di riferimento per la rilevazione delle tossine lipofile conosciute deve essere sistematicamente utilizzato sia per i controlli ufficiali a tutti gli stadi della catena alimentare sia per i controlli interni degli operatori del settore alimentare. Tuttavia, affinché gli Stati membri possano adattare i loro metodi al metodo chimico, la Commissione ha autorizzato l’applicazione di diverse procedure di biotest sui topi fino al 31 dicembre 2014.