Monsanto rinuncia a coltivare nuovi Ogm in Europa
Greenpeace: «Bene, ora investire in ricerca per soluzioni alternative compatibili con l’ambiente»
[18 Luglio 2013]
Con l’annuncio di Monsanto che conferma di voler ritirare nei prossimi mesi quasi tutte le richieste per la coltivazione di organismi geneticamente modificati nell’Unione europea, a causa dell’avversione dei cittadini verso queste colture, si compie un notevole passo in avanti verso la messa al bando delle colture Ogm nel Vecchio Continente.
Greenpeace però mette in guardia, ricordando che Monsanto aveva già annunciato a maggio scorso di voler riconsiderare le sue operazioni in Europa, a causa delle regolamentazioni severe e della mancanza di sostegno politico per le sue colture Ogm e che la società statunitense cercherà di continuare la vendita del suo controverso mais MON810 (in Spagna circa 100 mila ettari sono coltivati con questo mais geneticamente modificato), ma la notizia è comunque positiva.
«Questa è una buona notizia per la ricerca, gli agricoltori e i cittadini europei. Dopo venti anni di propaganda, Monsanto deve accettare che gli Ogm sono tanto inefficaci quanto impopolari» ha dichiarato Federica Ferrario, responsabile Campagna Agricoltura Sostenibile di Greenpeace.
L’associazione ecologista ricorda che l’autorizzazione per la coltivazione del MON810 in Europa è scaduta da tempo e questo mais deve essere sottoposto a una nuova valutazione sulla sua sicurezza, che anche l’azienda chimica tedesca BASF nel gennaio dello scorso anno, ha annunciato il suo ritiro dal mercato Ue, e che ogni settimana ci sono nuove prove degli effetti pericolosi sull’ambiente delle colture Ogm, che consolidano la forte opposizione da parte di agricoltori, consumatori e governi.
«L’annuncio di Monsanto dimostra ancora una volta che il divieto alla coltivazione del MON810 in Italia, siglato la scorsa settimana, era un atto dovuto e necessario. Adesso è urgente la decontaminazione dei due campi in Friuli seminati a giugno con mais OGM. Non c’è più tempo da perdere» ha concluso Ferrario.
Il passo di Monsanto, se sarà confermato, auspica Greenpeace, potrebbe creare lo spazio necessario all’agricoltura e alla ricerca scientifica europea per concentrarsi su pratiche e tecnologie moderne che offrono reali progressi per la produzione alimentare, senza impattare negativamente sull’ambiente, la salute e sul sistema agricolo continentale.
Intanto per quanto riguarda i controlli in Italia sugli organismi geneticamente modificati, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha sottolineato: «Anche per il 2012 i prodotti alimentari sul mercato italiano hanno rispettato i requisiti d’etichettatura previsti dalla normativa vigente, assicurando in tal modo una corretta informazione al consumatore. La presenza di Ogm, autorizzati e non, negli alimenti in Italia è decisamente limitata e a livello di tracce!».