No del Senato alla carne coltivata. Coldiretti: risposta alla nostra grande mobilitazione

LAV ed Essere Animali: crociata ideologica contro la carne coltivata. Voto negativo per sostenibilità ambientale, consumatori e produttori

[20 Luglio 2023]

Con 93 sì (la maggioranza di destra e Italia Viva), 28 no (Verdi e Sinistra Italia, Movimento 5 Stelle e parte del Gruppo Misto) e 33 astenuti Partito Democratico e Azione), il Senato ha approvato il disegno di legge contro la carne coltivata, un voto che secondo Coldiretti, Coldiretti, sulla base dei dati Notosondaggi, ha l’approvazione del 74% degli italiani che si dichiarano contrari al consumo di latte, carne e pesce prodotti in laboratorio.

La LAV fa notare che «Peraltro, la Legge prevede un vincolo solo su prodotti derivanti da animali vertebrati, dunque gli asseriti rischi che la maggioranza vuole combattere con questa legge pare non si applichino a molluschi, cefalopodi e crostacei, o – forse – gli interessi dei pescatori non sono così cari a Ministri e Senatori, quanto quelli della lobby della carne. A riprova dell’insensatezza della legge le parole della Senatrice Biancofiore, che definisce il Ministro Lollobrigida un animalista, che non apprezza gli allevamenti intensivi e al tempo stesso combatte il “cibo sintetico”, rendendo ancora più palese la strumentalizzazione che è stata fatta del Ddl in questione. La produzione zootecnica italiana infatti proviene per oltre il 90% dagli allevamenti intensivi e questa affermazione, tra le altre, è la riprova di un deliberato negazionismo, sfruttato per ottenere consensi in Aula e tra i cittadini italiani. Citando le parole della Senatrice Unterberger (Gruppo Autonomie): “La vostra miopia infliggerà un danno immenso all’economia italiana. Siete l’unico governo che prova a fermare il vento con le mani”».

Coldiretti rivendica il voto al Senato come «Una risposta alla grande mobilitazione della Coldiretti che ha portato alla raccolta di oltre 2 milioni di firme a sostegno del provvedimento, con oltre 2mila comuni che hanno deliberato a favore spesso all’unanimità, tutte le Regioni di ogni colore politico ed esponenti di tutti gli schieramenti oltre a Ministri e Sottosegretari, Parlamentari nazionali ed europei e Sindaci. E’ nata peraltro una inedita, larga e composita alleanza per reclamare la difesa della cultura del cibo di qualità e spingersi contro quello artificiale e sintetico di cui fanno parte Acli, AcliTerra, Adusbef, Anpit, Asi, AssoBio, Centro Consumatori Italia, Cia, Cna, Città del Vino, Città dell’Olio, Codacons, Codici, Consulta Distretto del Cibo, Ctg, Coldiretti, Demeter, Ecofuturo, Ewa, Federbio, Federparchi, Fipe, Fondazione Qualivita, Fondazione Una, Fondazione UniVerde, Globe, Greenaccord, Gre, Italia Nostra, Kyoto Club, Lega Consumatori, Masci, Movimento Consumatori, Naturasi, Salesiani per il sociale, Slow food Italia, Unpli, Wilderness».

Per Coldiretti, «Il voto del Senato  riprende anche i dubbi espressi nel primo rapporto Fao – Oms sul “Cibo a base cellulare”, definizione considerata più chiara rispetto al termine “coltivato” (ad esempio “carne coltivata”), preferito invece dalle industrie produttrici ma ritenuto essere fuorviante dalle due autorità mondiali, che rilevano peraltro come la parola “sintetico” sia usato anche dal mondo accademico oltre che dai media. Dalle allergie ai tumori sono 53 i pericoli potenziali per la salute legati ai cibi prodotti in laboratorio individuati nel documento. In particolare  i rischi secondo gli esperti consultati da Fao e Oms riguardano la trasmissione di malattie, le infezioni animali e la contaminazione microbica oltre alla necessità di una particolare attenzione sull’uso di componenti come fattori della crescita e ormoni usati nei bioreattori (ma vietati negli allevamenti europei da oltre 40 anni) e su come queste molecole attive possono interferire con il metabolismo o essere associate allo sviluppo di alcuni tipi di cancro. Ma pesano le preoccupazioni anche sul piano ambientale. I risultati della ricerca realizzata da Derrick Risner ed i suoi colleghi dell’università della California  Davis hanno evidenziato che il potenziale di riscaldamento globale della carne sintetica definito in equivalenti di anidride carbonica emessi per ogni chilogrammo prodotto è da 4 a 25 volte superiore a quello della carne bovina tradizionale».

Soddisfatto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini: «L’Italia che è leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare ha la responsabilità di fare da apripista nelle politiche di tutela della salute e dell’ambiente La diffusa diffidenza conferma la necessità di rispettare il principio di precauzione di fronte ad una nuova tecnologia con molte incognite che rischia di cambiare la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda. Proprio per questo, la sfida che la Coldiretti lancia alle istituzioni europee è che i prodotti in laboratorio nei processi di autorizzazione non vengano equiparati a cibo ma bensì a prodotti a carattere farmaceutico».

Di tutt’altro parere Essere Animali che denuncia che il voto al Senato «Danneggia  un settore – quello delle proteine alternative – che punta a una maggiore sostenibilità del sistema alimentare. Il DDL approvato va inoltre contro la libertà di scelta dei consumatori e il libero mercato».

L’associazione animalista esprime «Profonda preoccupazione per una decisione che rappresenta un freno alla possibilità di sviluppare e commercializzare un prodotto che non proviene dagli allevamenti intensivi, non richiede l’uso di antibiotici e altri farmaci, né produce tonnellate di deiezioni estremamente inquinanti. Tutte problematiche che invece sono legate al settore zootecnico, che con questo ddl viene apertamente favorito a scapito di altre produzioni come quello delle proteine a base vegetale (con l’introduzione del divieto per l’uso di termini come “burger” e similari) e a base di carne coltivata».

E, anche rispetto a quel che dice Coldiretti, Essere Animali fa notare che «L’art. 2 dello schema di disegno di legge fa riferimento al principio di precauzione previsto dal Reg. 178/2002, che al fine di garantire la salute umana consente di adottare “misure provvisorie di gestione del rischio” – quali lo stop alla commercializzazione – in caso di effettiva incertezza sul piano scientifico circa la possibilità di effetti dannosi derivanti dall’utilizzo di alcuni prodotti. Tuttavia, la letteratura scientifica attuale, il recente report di FAO e OMS e i processi di validazione avvenuti già in altri Paesi non lasciano dubbi sul fatto che la carne coltivata sia sicura per i consumatori, essendo basata sul meccanismo della replicazione cellulare, ben noto e applicato da tempo. Oltretutto, l’immissione sul mercato europeo potrà avvenire solamente in seguito all’autorizzazione delle autorità, in primis l’EFSA, che richiede una attenta valutazione di ogni potenziale rischio».

Gli animalisti accusano: «Questa decisione è l’ennesima dimostrazione del rapporto privilegiato tra la maggioranza al governo e il comparto zootecnico, che per favorire i grandi allevatori ignora l’impatto della zootecnia sul territorio italiano e va a danneggiare i comparti economici che potrebbero fare concorrenza all’allevamento intensivo. L’iter passerà ora alla Camera e il nostro appello è che i partiti prendano una posizione più netta contro questa proposta antiscientifica e ingiusta».

La LAV parla di crociata ideologica contro la carne coltivata e sottolinea che «La Legge In materia di introduzione di nuovi alimenti intesi come “novel food”, approvata con voto del centro destra e che legifera su introduzione del divieto di utilizzare nomenclature “meat sounding” per alimenti vegetali, l’Italia fa rientrare dalla finestra un divieto uscito dalla porta principale dell’Europa e bocciato anche da Consiglio di Stato francese. Questa Legge comporta non solo un attacco ai prodotti vegetali che, come dimostra il boom di prodotti 100% plant-based è una farsa, ma anche all’intera transizione alimentare, già tuttavia in atto e non sarà un Ddl fondato su ideologie bigotte e oscurantiste a fermarla. Il Ministro Lollobrigida è però riuscito ad ottenere il primo di due sì necessari a far diventare l’Italia lo zimbello dell’Europa, vietando una categoria di prodotti, quelli da agricoltura cellulare, che, dopo le valutazioni di EFSA, potranno comunque circolare anche entro i confini nazionali».

Domiziana Illengo, responsabile alimentazione vegana LAV, conclude: «La pretesa della difesa del Made in Italy non è altro che un’argomentazione strumentale, stante che più della metà della carne consumata in Italia proviene dall’estero. Prendere poi le difese di Coldiretti, che si fa paladina dell’autenticità italiana, è ridicolo, considerando che ha di fatto un accordo commerciale con Mc Donald’s contro il quale 30 anni fa anche il giovane Lollobrigida si scagliava per scongiurare l’ingresso dei fastfood in Italia. L’Italia ha perso una fondamentale opportunità per liberare milioni di animali dalla sofferenza degli allevamenti, ha perso la possibilità di uno sviluppo tecnologico ed industriale capace di competere a livello europeo con gli altri Paesi e ha perso un’occasione per realmente innovare il settore agroalimentare nella direzione di una vera sostenibilità ambientale, che ogni giorno si rende più urgente».