Pesca: verso un nuovo protocollo tra l’Ue e Marocco
[24 Settembre 2013]
Si potrebbe concludere il protocollo che fissa le possibilità di pesca e la contropartita finanziaria previste dall’accordo di partenariato del settore tra la Comunità europea e il Regno del Marocco. L’Ue propone un nuovo protocollo che tiene di conto delle osservazione del Parlamento.
Sulla base dell’autorizzazione conferitale dal Consiglio, la Commissione europea ha avviato i negoziati con il Regno del Marocco per il rinnovo del protocollo dell’accordo di partenariato. Tanto che un progetto di nuovo protocollo è stato siglato il 24 luglio 2013.
Il protocollo – che copre un periodo di 4 anni a decorrere dalla sua entrata in vigore – ha come obiettivo principale quello di offrire possibilità di pesca per le navi dell’Unione europea nelle acque marocchine entro i limiti dei quantitativi residui disponibili. La Commissione si è basata, in particolare, sui risultati di una valutazione ex post realizzata da esperti esterni.
Il protocollo ha anche un ulteriore obiettivo ossia quello di rafforzare la cooperazione tra l’Unione europea e il Regno del Marocco ai fini dell’istituzione di un quadro di partenariato per lo sviluppo di una politica di pesca sostenibile e lo sfruttamento responsabile delle risorse alieutiche nella zona di pesca marocchina, nell’interesse di entrambe le Parti.
Dunque, il protocollo prevede possibilità di pesca come quella pelagica artigianale e industriale, pesca industriale sia a l nord sia al sud, pesca demersale e pesca del tonno.
Il protocollo precedente, applicato in via provvisoria a decorrere dal 28 febbraio 2011, non ha ottenuto l’approvazione del Parlamento perchè, presentava un rapporto costi-benefici insufficiente, non garantiva la sostenibilità degli stock sfruttati e non rispettava il diritto internazionale, nella misura in cui non era dimostrato che le popolazioni locali beneficiassero delle ripercussioni economiche e sociali da esso derivanti.
Dunque, per tener conto delle preoccupazioni del Parlamento la nuova proposta di protocollo cerca di migliorare drasticamente il rapporto costi-benefici del nuovo protocollo, aumentando le possibilità di pesca rispetto al protocollo precedente e riducendo nel contempo il contributo finanziario dell’Unione. Cerca inoltre di accentuare l’importanza, in quanto condizione essenziale per l’attività prevista, del principio di sostenibilità, principio fondato su ricerche scientifiche e ribadito più volte nel testo. E cerca anche di imporre al Marocco l’obbligo di fornire relazioni periodiche e dettagliate sull’utilizzo della contropartita finanziaria destinata al sostegno settoriale, incluse le ripercussioni economiche e sociali segnatamente su base geografica. Tanto che prevede pure un meccanismo di sospensione in caso di violazione dei diritti umani e dei principi democratici.