Presentato l'indice della Fao ha segnato una media di 206.7 punti
Prezzi mondiali degli alimentari stabili, ma carne da record
[9 Gennaio 2014]
A dicembre l’indice dei prezzi alimentari della Fao ha segnato una media di 206.7 punti, praticamente invariato rispetto al novembre 2013, ma con un brusco aumento dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari e della carne, controbilanciato da un forte calo delle quotazioni di zucchero, cereali e oli. L’indice misura la variazione mensile dei prezzi internazionali di un paniere di cinque gruppi di materie prime alimentari su i mercati internazionali: cereali, prodotti lattiero-caseari, carne, zucchero e oli vegetali.
La Fao in una nota spiega che «Nel 2013 l’indice ha segnato una media di 209.9 punti – 1.6 % in meno rispetto al 2012 e ben al disotto del picco di 230.1 punti raggiunti nel 2011 – arrivando comunque a segnare il terzo valore annuale più alto da quando l’indice esiste (si veda tabella a lato). La disponibilità abbondante di cereali (con l’eccezione del riso), oli e zucchero ne ha fatto abbassare il prezzo sui mercati internazionali mentre i prezzi dei prodotti lattiero-caseari e della carne hanno raggiunto valori record nel 2013».
L’economista della Fao Abdolreza Abbassian, evidenzia che «A dicembre l’Indice dei prezzi alimentari della Fao è rimasto alto, trainato dalla forte domanda di alcuni alimenti ad alto contenuto proteico, domanda che ha controbilanciato la diminuzione dei prezzi dei principali cereali alimentari a seguito dei raccolti abbondanti dell’anno passato».
Scendendo nel dettaglio, l’Indice Fao dei prezzi dei cereali a dicembre è stato di 191.5 punti, 2.8 punti in meno di novembre, il valore mensile più basso dall’agosto 2010. L’ampia disponibilità di cereali a livello globale, dovuta ai raccolti abbondanti del 2013, continua in particolare a tenere bassi i prezzi internazionali di grano e mais, mentre i prezzi del riso sono aumentati leggermente. Nel complesso, nel 2013 l’Indice dei prezzi dei cereali ha registrato una media di 219.2 punti, in calo di 17 punti (7.2%) rispetto al 2012.
L’ Indice FAO dei prezzi dello zucchero ha raggiunto i 234.9 punti, in calo per il terzo mese consecutivo e con 15.8 punti in meno rispetto a novembre. Un calo dovuto al raccolto della canna da zucchero in Brasile, il più grande produttore ed esportatore mondiale di zucchero, che ha superato ogni previsione. A spingere in basso i prezzi dello zucchero hanno contribuito anche le produzioni record in Tailandia, secondo esportatore mondiale di zucchero, e i buoni raccolti in Cina. In totale, nel 2013, i prezzi dello zucchero hanno registrato un valore inferiore del 18% rispetto al 2012.
L’indice Fao dei prezzi degli oli vegetali ha raggiunto una media di 196 punti in dicembre, in calo di 2.5 punti rispetto a novembre. Nel 2013 l’indice ha segnato 193 punti – ben al disotto dei 224 punti in media del 2012 -con l’olio di palma che ha raggiunto il valore più basso degli ultimi 4 anni.
Tutt’altra cosa per i prezzi dei prodotti lattiero-caseari, aumentati a dicembre e per tutto il 2013. Nel 2013 l’indice ha segnato una media di 243 punti, il valore più alto da quando le misurazioni sono iniziate. L’indice Fao per i prodotti lattiero-caseari è arrivato a 264.6 punti, con aumento di 13.2 punti su novembre. A trainare i prezzi è la domanda di latte in polvere, in aumento soprattutto dalla Cina, «E i produttori – spiega la Fao – soprattutto nell’emisfero sud, rimangono concentrati su questo tipo di prodotto piuttosto che su latte e formaggi».
L’indice Fao dei prezzi della carne ha raggiunto una media di 188.1 punti, poco al di sopra dei valori di novembre. Sono aumentati i prezzi della carne bovina e suina e, a partire da giugno, la domanda di Cina e Giappone si è tradotta in un aumento costante dei prezzi della carne di manzo. Sono invece rimasti stabili i prezzi del pollame, mentre sono scesi quelli della carne di pecora. In totale nel 2013 l’indice è rimasto su valori storicamente alti, ben al di sopra dei livelli pre-2011.