Prodotti tessili e allergie: la possibile nuova etichettatura
[26 Settembre 2013]
I consumatori sono interessati allo sviluppo di iniziative intese a fissare nuovi obblighi di etichettatura per i prodotti tessili. Anche se alcuni obblighi non potranno comunque rientrare nell’etichettatura in questione – perché sono oggetto di altri quadri normativi o non normativi diversi dal regolamento sui tessili del 2011 – altri, come quelli sulle sostanze allergeniche utilizzate nella fabbricazione dei prodotti tessili potrebbero esserlo.
Lo afferma la Commissione europea nella sua relazione sui possibili nuovi obblighi di etichettatura dei prodotti tessili e uno studio sulle sostanze allergeniche presenti in tali prodotti.
La relazione – elaborata sulla base dei risultati di studi – ha esaminato diversi sistemi di etichettatura per i prodotti tessili e i prodotti in cuoio, come pure il nesso causale tra allergie e sostanze chimiche presenti nei prodotti tessili finiti. E lo ha fatto coerentemente con quanto stabilito dal regolamento sui tessili, quello relativo alle denominazioni delle fibre tessili e all’etichettatura e al contrassegno della composizione fibrosa dei prodotti tessili.
Secondo il legislatore europeo del 2011, infatti, la relazione deve riguardare «possibili nuovi obblighi di etichettatura da introdurre a livello di Unione, nell’intento di fornire ai consumatori informazioni accurate, pertinenti, comprensibili e comparabili sulle caratteristiche dei prodotti tessili».
Tra le questioni da esaminare figurano: un sistema di etichettatura di origine, un sistema di etichettatura armonizzato riguardante la manutenzione del prodotto, un sistema di etichettatura uniforme su scala dell’Unione per le taglie, l’indicazione di sostanze allergeniche, l’etichettatura elettronica e altre nuove tecnologie, simboli o codici non linguistici per l’identificazione delle fibre tessili.
Il legislatore prevede anche la questione della possibile etichettatura o del possibile contrassegno dei prodotti in cuoio. Così come dispone che la Commissione esegua uno studio inteso a valutare se esiste un nesso causale tra le reazioni allergiche e le sostanze o i composti chimici usati nei prodotti tessili e a presentare, ove opportuno, proposte legislative.
La Commissione europea, quindi, è giunta alla conclusione che gli obblighi sull’etichettatura riguardante la manutenzione del prodotto e quella relativa alle taglie non devono rientrare nel regolamento sui tessili. Perché rientrano già in sistemi o norme su base volontaria. In particolare, i lavori di normazione stanno procedendo verso un sistema armonizzato di designazione e codifica delle taglie, a livello dell’Ue e internazionale.
Anche gli aspetti relativi al paese di origine e alla tracciabilità non potranno rientrare nel regolamento sui tessili perché la Commissione si è già occupata dell’etichettatura relativa al paese di origine nella sua proposta di regolamento sulla sicurezza dei prodotti di consumo, che offre, una soluzione intersettoriale agli aspetti relativi al paese di origine e alla tracciabilità.
Invece, per quanto riguarda gli obblighi di etichettatura per le sostanze allergeniche utilizzate nella fabbricazione dei prodotti tessili, la Commissione ritiene importante proseguire gli sforzi di ricerca e diffusione di sostanze alternative non allergeniche. Benché esistano già alcuni sistemi volontari di etichettatura per informare i consumatori della presenza di sostanze pericolose (comprese quelle allergeniche) nei prodotti tessili, secondo la Commissione è opportuno continuare a studiare possibili sistemi di etichettatura e altri strumenti destinati a fornire informazioni sulle sostanze allergeniche.
A suo parere, inoltre, occorre valutare se siano necessarie ulteriori misure per il controllo della presenza, nei prodotti tessili finiti, di sostanze che possono essere rilasciate (soprattutto di sostanze sensibilizzanti) e, se del caso, considerare l’introduzione di tali misure nel quadro dei pertinenti strumenti disponibili nella legislazione Ue sui prodotti chimici, in particolare nel quadro del regolamento Reach. Nel valutare il tutto terrà conto dei risultati ottenuti da processi paralleli, come la revisione attualmente in corso dei criteri per il marchio di qualità ecologica dell’Ue per i prodotti tessile.