Coinvolte anche le università di Pisa, Firenze e Siena
In Toscana mense, Banco alimentare e Caritas insieme per combattere gli sprechi
Il cibo che avanza non verrà più smaltito, ma andrà ai più bisognosi
[19 Marzo 2015]
Grazie ad un accordo sottoscritto da Regione Toscana, Azienda regionale per il Diritto allo Studio Universitario ed i Comuni di Firenze, Pisa e Siena, anche il cibo che avanza nelle mense regionali di Novoli, via Alderotti e Consiglio regionale, così come già nelle succede mense universitarie di Pisa e come presto accadrà anche in quelle di Firenze e Siena, non sarà smaltito ma verrà distribuito ai più bisognosi attraverso il Banco Alimentare e la Caritas.
A fare da apripista per il recupero cibo delle mense universitarie, per donarlo alle organizzazioni che operano nel campo della solidarietà sociale, è stata l’università di Pisa con il “Progetto Homeless”, promosso dalla Società della salute e realizzata con la collaborazione di coop sociali e Caritas. Il nuovo accordo estende l’iniziativa anche alle mense universitarie di Firenze e Siena, alle quali . si aggiungono le 3 mense della Regione gestite dalla Camst. La vicepresidente della Regione, Stefania Saccardi, spiega: «Siamo riusciti a trovare un accordo con il gestore, la Camst, il Banco Alimentare e la Caritas. Il Banco si occuperà di gestire operativamente il recupero del cibo mentre la Caritas di metterlo a disposizione delle persone più bisognose attraverso le proprie strutture. L’accordo, originariamente, riguarderebbe soltanto le mense dei tre atenei ma contiene un punto che impegna la Regione a promuovere il recupero anche presso le proprie mense».
Ogni anno nelle 6 mense universitarie toscane vengono forniti circa 2,4 milioni di pasti, in quelle della Regione più di 300.000, e solo nelle mense universitarie si stima una surplus annuo di quasi 104.000 pasti, circa 21 tonnellate di cibo. In quelle di Pisa,con il “Progetto Homeless” tra il 2011 e il 2014 sono stati recuperati oltre 70.000 pasti. La Saccardi sottolinea: «C’è una cospicua quantità di cibo che non viene consumato, si stima più di cento pasti ogni giorno. Una legge dello Stato, quella cosiddetta del “Buon Samaritano” promuove il recupero degli alimenti invenduti, sia quelli delle mense che quelli della grande distribuzione, da parte delle organizzazioni che operano nel campo della solidarietà. In tal modo si riducono gli sprechi e una buona quantità di rifiuti e si aiutano tante persone in difficoltà. L’accordo infatti impegna i firmatari a realizzare e promuovere percorsi ed iniziative di formazione, educazione e sensibilizzazione che vanno in questa direzione. A questo proposito vorrei aggiungere che nelle future procedure di gara per l’assegnazione dei servizi di ristorazione delle mense regionali inseriremo clausole in favore di quei soggetti che si impegneranno al recupero delle eccedenze alimentari».
Il Presidente dell’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario (DSU) della Toscana, Marco Moretti, ha evidenziato che «Il recupero di cibo non consumato nelle mense universitarie per destinarlo a persone e famiglie bisognose è un atto dovuto di sensibilità sociale dell’Azienda regionale per il Diritto allo Studio. Questa iniziativa è una operazione che va in continuità con quanto fatto fino ad ora ed esprimo i più sinceri ringraziamenti al consigliere Consani che ha seguito questo progetto in tutte le sue fasi. L’esperienza già maturata a ed oggi estesa a tutte le sedi di ateneo della Toscana consente di rendere omogenea una buona prassi su tutto il territorio regionale».
L’assessora alle politiche sociali del Comune di Pisa, Sandra Capuzzi, ricorda che «Partiamo da buone pratiche che diventano patrimonio di tutti. Un accordo che ci permetterà di recuperare lo spreco e che crea un’altra sinergia tra i tre territori sedi di università, un’iniziativa innovativa sotto tutti i punti di vista». Per l’assessora alle politiche sociali del Comune di Siena, Anna Ferretti, l’accordo «E’ di estrema importanza perché ci consente di mettere in rete un’altra realtà del nostro territorio per poter sostenere le famiglie in difficoltà. Già esistono intese con Misericordia e Caritas. A queste si aggiunge quello con il DSU che ci permette di rendere operativo l’intervento».
L’assessora al welfare del Comune di Firenze, Sara Funaro, conclude dicendo che «L’iniziativa éImportante perché fa capire la sensibilità delle istituzioni nei riguardi di un tema così delicato. Il Comune di Firenze ha dato subito la propria disponibilità. Un impegno rilevante in un momento di riorganizzazione e di razionalizzazione delle risorse».