Sacchetti di plastica leggera, adottata nuova strategia Ue per ridurne l’uso
Frassoni e Ferrante: «Vittoria green e italiana»
[21 Novembre 2014]
Il Comitato dei rappresentanti permanenti degli stati membri dell’Ue (Coreper), il principale organo preparatorio del Consiglio europeo, con voto all’unanimità e la Commissione Ue favorevole, ha adottato una nuova strategia europea per limitare l’uso dei sacchetti di plastica leggera che prevede anche una riduzione del 50% del numero di questi sacchetti utilizzati in Europa entro il 2019 e la fatturazione obbligatoria entro il 2018.
Monica Frassoni, co-presidente del Partito Verde Europeo, e Francesco Ferrante, esponente di Green Italia, sono molto soddisfatti: «Finalmente anche gli Stati Membri si pronunciano sul problema dei sacchetti di plastica leggera, una delle maggiori fonti di inquinamento, specialmente per mari e fiumi. Si tratta, al contempo, di un importante riconoscimento per l’Italia, che avendo vietato gli shopper non biodegradabili e compostabili è già in linea con la nuova legislazione e che potrà, d’ora in avanti, contare sul sostegno di Bruxelles per la lotta alle buste inquinanti. Ciascun cittadino europeo consuma in media 200 sacchetti di plastica per anno, ma ora l’Ue darà un chiaro tetto massimo: ridurre queste cifre a 90 in 4 anni e 40% entro il 2025».
Ferrante sottolinea che «Quello di oggi è un successo italiano, perché il risultato positivo è stato raggiunto sotto la guida della Presidenza Ue dell’Italia ed è il traguardo finale di una battaglia in difesa dell’ambiente lanciata anni fa, quando, grazie all’emendamento che proposi nella Finanziaria del 2007, fu introdotto il divieto della commercializzazione dei sacchetti non biodegradabili».
La Frassoni fa notare che «Sul piano europeo, bene che Commissione Juncker abbia rinunciato a ritirare la propria proposta, come era stato, invece, ventilato qualche giorno fa in ossequio a una nuova e pericolosa tendenza a considerare che le regole ambientali non facciano parte delle “grandi” politiche di cui l’Ue si deve occupare. É fondamentale che l’Europa continui a dare direttive quadro volte a diminuire l’impatto ambientale dell’attività industriale ed economica e a migliorare l’uso delle risorse».
I due esponenti di Green Italia concludono: «Manca ancora una presa di posizione UE sui sacchetti “oxo-biodegradabili”, che frammentandosi in micro-plastiche, inquinano l’ambiente e aggravano il problema dei rifiuti. Aspettiamo un ulteriore intervento dell’UE su questo problema. Intanto, la sfida è la tolleranza zero per chi in maniera fraudolenta commercializza sacchetti che biodegradabili non sono. La rivoluzione dei bioshopper è stata ben accolta e recepita dai cittadini, che siamo certi saranno pronti a denunciare chi froda la legge e inquina l’ambiente».