Tabacco, alcol, cibo malsano e combustibili fossili sono responsabili di almeno un terzo dei decessi globali
The Lancet: necessaria un’azione coraggiosa per mettere la salute delle persone prima del profitto
Raccomandazioni «per garantire che il capitalismo contemporaneo sia compatibile con una buona salute della popolazione»
[24 Marzo 2023]
The Lancet ha pubblicato una serie di tre studi (People, profits, and health) che descrive come, «Sebbene le entità commerciali possano contribuire positivamente alla salute e alla società, i prodotti e le pratiche di alcuni attori commerciali siano responsabili dell’aumento dei tassi di malattie evitabili, danni planetari e disuguaglianze sociali e sanitarie». E per dimostrare la portata e l’enorme costo economico del problema, rivelano che «Le industrie che producono solo quattro prodotti nocivi – tabacco, alcol, cibo malsano e combustibili fossili – rappresentano almeno un terzo dei decessi globali».
Rob Moodie, responsabile della serie e professore di salute pubblica della Melbourne School of Population and Global Health dell’università di Melbourne, sottolinea: «Vogliamo tutti far parte di una società sicura, felice e sana, ma questo accadrà solo quando i governi faranno della salute delle persone e del pianeta è una priorità maggiore del profitto. Questa serie non è anti-business, è a favore della salute. E’ importante riconoscere che molte imprese svolgono ruoli vitali nella società, ma dobbiamo anche riconoscere le pratiche e i prodotti di alcune stanno facendo ammalare le persone e l’ambiente. Con l’aumento delle malattie non trasmissibili come le malattie cardiache, il cancro e il diabete e l’escalation della crisi climatica, è necessaria un’azione urgente per affrontare il modo in cui le imprese contribuiscono a questi problemi, e in particolare le industrie che vendono prodotti nocivi».
La serie di The Lancet descrive il ciclo vizioso attraverso il quale attori commerciali possono danneggiare la salute: 1. Gli attori commerciali usano la loro ricchezza e il loro potere per modellare regolamenti e politiche nel proprio interesse. 2. Politiche favorevoli stimolano un aumento delle vendite – e quindi del consumo – di prodotti commerciali dannosi, il che aggrava il danno e l’onere dei costi che causano. 3. Le politiche favorevoli consentono inoltre alle entità commerciali di esternalizzare i costi dei danni causati dalla produzione, dal consumo e dallo smaltimento dei loro prodotti. 4.I costi esternalizzati (ad esempio, pagare per curare malattie non trasmissibili causate da prodotti commerciali) sono in gran parte sostenuti dagli Stati e dalle persone colpite. Questi costi riducono le risorse a disposizione degli Stati e degli individui per pagare medicine, assistenza sanitaria, cibo e alloggi, lasciando i sistemi sanitari sempre più incapaci di far fronte all’incremento di malati. 5. Nel frattempo, le entità commerciali godono di extra profitti, alimentando un crescente squilibrio di potere tra attori commerciali e governi che dovrebbero tenerne conto».
Inoltre, gli esperti di sanità chiedono alle imprese di «Impegnarsi a porre fine alle pressioni contro le politiche a favore della salute, incluso l’utilizzo di terze parti come false organizzazioni di base (astroturf) e think tanks per fare pressione sui programmi politici». Questa pratica è stata dimostrata di recente con la creazione del gruppo di pressione pro-svapo, Responsible Vaping Australia – sostenuto da British American Tobacco – per influenzare le leggi australiane sullo svapo. Ma diverse imprese che vendono prodotti nocivi minacciano spesso di intraprendere azioni legali per intimidire le ONG che le contestano. Il busines dei prodotti nocivi della salute modella anche gli ambienti fisici, ad esempio, aprendo più negozi di alcol e cibo malsano nelle aree a basso reddito, limitando così le opzioni salutari per chi ci vive. Le grandi imprese evitano anche di pagare la loro giusta quota di tasse, limitando i fondi che i governi hanno a disposizione per i servizi sanitari e sociali.
Sharon Friel, principale autrice del terzo studio della serie e direttrice del Menzies center for health governance della School of regulation and global governance dell’Australian National University, ha ribadito «La necessità di un’azione coraggiosa per ridurre le dannose influenze commerciali sulla salute e sul benessere. Devono essere intrapresi passi coraggiosi per ripensare i sistemi economici e politici e implementare quadri internazionali e politiche governative e modelli di business e finanziari rigenerativi a beneficio della salute, della società e dell’ambiente. Le organizzazioni per la salute e altri gruppi della società civile indipendenti da interessi commerciali acquisiti, gruppi di base, giornalisti, accademici e cittadini svolgono un ruolo importante nel mobilitare l’azione sui determinanti commerciali della salute, creando un corpo di conoscenze e pratiche che possono informare lo sviluppo di strategie efficaci per affrontare le forze commerciali».
Gli autori della serie di studi di The Lancet formulano raccomandazioni chiave «Per garantire che il capitalismo contemporaneo sia compatibile con una buona salute della popolazione», evidenziando «La necessità per i governi di tutto il mondo di dare la priorità ai sistemi e alle politiche che danno priorità alla salute e sollecitano un riequilibrio globale del potere, tra cui: Adottare economie del benessere e approcci di governance che diano priorità al benessere delle persone e del pianeta; Standard più elevati per la commercializzazione di prodotti nocivi, compresa un’etichettatura onesta dei prodotti e la protezione delle persone dalle tattiche di marketing predatorie, anche tramite i social media; Politiche che forniscono finanziamenti sicuri per la salute preventiva e l’intero sistema sanitario, scoraggino il consumo di prodotti dannosi, riducano le disuguaglianze di ricchezza e assicurino che le imprese siano responsabili per tutti i costi sanitari, sociali e ambientali delle loro attività».
Per questo, concludendo, gli autori degli studi «Si congratulano con gli attori commerciali e gli investitori che adottano sempre più modelli di finanziamento alternativi che creano valore sociale e promuovono risultati positivi in termini di salute, società e sostenibilità e incoraggiano gli altri a seguire questo esempio».