Vero o di plastica, qual è l’albero di Natale più sostenibile?
[16 Dicembre 2013]
Il Natale si avvicina e per i più… eco-sensibili si affaccia il solito dilemma: è più ecologico un albero sintetico o uno naturale? «L’albero finto può rappresentare la soluzione più ‘eco’ se viene riutilizzato ogni anno e per più generazioni, altrimenti è senz’altro meglio un albero vero. Basti pensare che per produrre un albero finto si emettono 23 kg di anidride carbonica, mentre gli alberi coltivati assorbono CO₂ e un ettaro di vivaio produce ossigeno per 45 persone», spiega Antonio Brunori del Pefc Italia, consulente del progetto Europeo Forest in The World promosso in Italia dalle ong CISV, COSPE e GVC. «Senza contare il problema dello smaltimento rifiuti nel caso dei materiali sintetici».
«L’ideale sarebbe addobbare le piante vive che si hanno a disposizione in giardino, ma ovviamente non tutti ne hanno la possibilità» continua Brunori. «Se si opta per l’acquisto di alberi naturali, va tenuto presente che quelli di origine italiana (abete rosso e bianco) derivano per il 90% da coltivazioni specializzate che danno lavoro a oltre 1.000 piccole aziende agro-forestali, creando un’economia integrativa per tante famiglie nelle aree marginali di Alpi e Appennini». Il restante 10% è costituito da alberi venduti senza radici (che quindi non si possono ripiantare per l’anno successivo) ricavati dai lavori di sfoltimento e pulitura dei boschi, utili a migliorare l’assetto idrogeologico del territorio».
Quest’anno in Italia acquisteranno un abete circa 6 milioni di famiglie, per un totale di 150 milioni di euro [dati del Corpo Forestale dello Stato]. Una volta comperato il nostro alberello, però, i problemi non sono ancora finiti: occorre prendersene cura in modo da conservarlo e poterlo riutilizzare in futuro. Perciò la Coldiretti ha elaborato un decalogo (in allegato) con tutti i “trucchi” per un corretto uso dell’abete. E se non abbiamo lo spazio per piantarlo e recuperarlo l’anno dopo? «Niente paura» rassicura Brunori, «alcuni vivai o grandi negozi prevedono di ritirare l’albero di Natale una volta finite le feste; in alternativa, possiamo donarlo ai centri di raccolta indicati dai vivaisti, dai Comuni o dal Corpo forestale dello Stato». Un’altra possibilità, suggerita da Wwf e Greenpeace, è ricorrere ad alberi realizzati con materiale “riciclato” o attraverso il fai-da-te, ad esempio recuperando i rami provenienti dalla potatura dei nostri boschi.
di Cisv